Pantera tra Irpinia e Sannio,
test Dna sui resti: «Forse è un cane»

Pantera tra Irpinia e Sannio, test Dna sui resti: «Forse è un cane»
di Enrico Marra
Domenica 5 Luglio 2020, 11:33
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Il misterioso animale che dal mese di aprile fino a tutto maggio è stato avvistato nei centri dell'hinterland e alla periferia della stessa città di Benevento non è una pantera. Lo ha stabilito un accertamento sul Dna dell'animale che il servizio veterinario dell'Asl aveva affidato a un laboratorio specializzato di Grosseto. Ora è arrivato il responso: non si tratta di una pantera, anche se resta un mistero il tipo di animale avvistato.

Da alcuni accertamenti effettuati sui peli ritrovati viene ipotizzato che possa trattarsi di un grosso cane. Da giugno, però, gli avvistamenti hanno riguardato anche centri dell'Irpinia, dove sono tuttora in corso i test. La presenza di quello che sembrava essere un grosso felino aveva allarmato popolazioni e primi cittadini, che si erano affrettati non solo a invocare particolare prudenza nell'incamminarsi nelle campagne e nelle zone periferiche ma avevano anche rivolto un appello alle istituzioni affinché ci si organizzasse al cattura dell'animale per prevenire eventuali danni alle persone. Anche il prefetto Francesco Antonio Cappetta aveva affrontato l'argomento in una riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica ed è stato in costante contatto con il comandante provinciale dei carabinieri forestali, il colonnello Gennaro Curto, che ha coordinato le varie fasi delle ricerche, andate avanti per circa due mesi, unitamente agli addetti alle stazioni di Vitulano per quanto riguarda il territorio di Torrecuso, dove si erano registrati i primi avvistamenti, della stazione di Benevento, per quanto riguarda l'area di Ceppaloni, tenuto conto che l'animale era stato avvistato lungo la via che conduce dalla città a Casale Maccabei e poi lungo il fiume Sabato, e quelli di San Marco dei Cavoti, per la zona che va da Pietrelcina a Pesco Sannita. Gli avvistamenti, infatti, si erano registrati proprio in queste zone e i carabinieri forestali avevano fatto numerose battute che avevano portato a recuperare i resti degli animali aggrediti e alcune orme. In particolare due pecore aggredite a Torrecuso, un cane a Pesco Sannita. Era stato anche interpellato un esperto dell'Università di Napoli, il professor Orlando Paciello, della facoltà di veterinaria, anatomopatologo. Inoltre per la caccia al presunto felino si era ipotizzato anche l'utilizzo delle trappole con telecamere in grado di registrare le immagini e quindi di far scattare l'allarme nel momento del passaggio dell'animale in questione. Poi si era profilata anche la possibilità di test finalizzati a ottenere, in particolare dai resti degli animali aggrediti, il Dna del felino. Ora sono giunti i primi responsi all'Asl e nelle prossime ore si dovrebbe fare il punto su questi avvistamenti in terra sannita, in attesa anche degli esiti degli accertamenti nelle province limitrofe. 

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