San Marco dei Cavoti dice addio ad Alessandro ucciso dal padre; Accrocca: «Dio ci aiuti ad accettarlo»

Tanta commozione a San Giorgio, oggi le esequie del padre Francesco

I funerali di Alessandro
I funerali di Alessandro
di Celestino Agostinelli
Venerdì 7 Luglio 2023, 10:03
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«Se a ciascun l'interno affanno si leggesse in fronte», come recitava l'aforisma di Metastasio, probabilmente tanti gesti estremi si potrebbero evitare. Ieri la comunità di San Marco dei Cavoti si è stretta in un intenso abbraccio alla famiglia De Corso, per l'ultimo saluto ad Alessandro, vittima dell'ennesimo dramma familiare sfociato in un cruento epilogo.

Un silenzio assordante dal tardo pomeriggio di lunedì ha avvolto l'intero paese. Tra l'incredulità, l'emozione, la sofferenza di chi ha perso un congiunto o un amico, si rincorre un comune interrogativo: perché. Dal parroco, don Luigi Ulano, al sindaco Angelo Marino, passando per lo stesso comandante della stazione dei carabinieri, maresciallo capo Antonio Polito, il commento è unanime nel definire la famiglia Del Corso «normale, unita, gioviale, dedita al lavoro e rispettosa».

«Nessuna parola può essere detta, in una circostanza come questa ha detto l'arcivescovo di Benevento monsignor Felice Accrocca e magari ci sono anche parole che fanno male.

Dio sconfigge la morte e noi dobbiamo chiedere a lui di trovare le parole giuste e la concordia, guardare alla dritta via. Come quando si ha sete ci si reca alla fontana, così dobbiamo rivolgerci a Dio, come ad una fonte. Che la concordia sia ponte tra noi; chiediamo al signore di aiutaci a trovare la forza per affrontare momenti così tragici. Con un dolore che rischia di schiacciarci con il suo peso. Alessandro è con Dio, pregherà per noi e noi pregheremo per lui chiedendo forza, tanta forza per andare avanti».

A celebrare il rito funebre, oltre all'arcivescovo, anche don Ulano e don Luigi Colucci parroco di San Giorgio la Molara, paese di origine della moglie di Alessandro. L'intera comunità sanmarchese, insieme a tanti cittadini di San Giorgio e di Reino, ha voluto tributare l'ultimo saluto al giovane Alessandro. Tra una evidente emozione, lacrime e abbracci, di tantissimi giovani, dopo la messa, un lunghissimo applauso ha salutato il feretro che ha proseguito alla volta del cimitero comunale. Tante le supposizioni avanzate, con gli inquirenti che stanno ancora vagliando ogni elemento per ricostruire con esattezza quanto è accaduto lunedì scorso in contrada Catapano, e comprendere cosa abbia spinto Francesco De Corso, i cui funerali si terranno stamattina nella chiesa del Carmine, al cruento gesto.

Tra quanti conoscevano la famiglia De Corso, ed in particolare Francesco e Alessandro, anche l'ex sindaco Roberto Cocca, che con evidente emozione li definisce «cordiali, umili e lavoratori», sottolineando che a volte un piccolo lampo di superbia, l'inasprimento di banali conflitti interiori ci fanno perdere il lume della ragione, allontanandoci dalle persone che più amiamo. «Ma per quello che è successo tra Francesco e Alessandro dice Cocca - credo che nessuno saprà dare una risposta. Li ricorderemo, e cercheremo in quanto comunità di lenire il più possibile il dolore che ormai ha preso il sopravvento nei loro congiunti».

Francesco, che viveva con la moglie Giovanna poco distante dall'abitazione di Alessandro, anch'egli sposato, ha altri due figli: Lucia, residente a San Marco e Gianfranco che vive a Brescia. Visibilmente commosso il sindaco Angelo Marino che ha tenuto ad evidenziare quanto a volte ci troviamo a vivere rapporti con i nostri cari che si complicano per posizioni diverse. «Ci si può convincere di avere ragione dice - e molto spesso non si è disponibili a mettere in discussione la nostra posizione. Ecco, questi irrigidimenti possono complicare la vita di chiunque».

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