Benevento, Covid addio nel Sannio: ora è rischio tubercolosi

Negli ultimi mesi registrati casi che sono tenuti sotto controllo

Un centro tamponi
Un centro tamponi
di Luella De Ciampis
Martedì 21 Maggio 2024, 00:00 - Ultimo agg. 09:26
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È ormai in picchiata il trend dei casi Covid nel Sannio che non arrivano a 10 nella settimana compresa tra il 9 e il 15 maggio ma all'orizzonte si profila il rischio concreto di un incremento significativo dei casi di tubercolosi polmonare e miliare. Attualmente, sono solo 8 i contagi da C Sars- Cov2 registrati in provincia di Benevento, contro i 63 rilevati nel resto della Regione e 923 sul territorio nazionale, anche se bisogna sempre tener conto che i dati resi noti dal bollettino della Protezione civile sono relativi solo ai pochi temponi inseriti in piattaforma.

Tuttavia, secondo gli esperti, la diminuzione dei contagi è reale e si tratta di un calo fisiologico che si registra con cadenza ciclica tra la primavera inoltrata e l'estate, fatta eccezione per il 2022, ma che è destinato a ridursi a partire dalla terza decade di agosto.

Le fasce di età più colpite sono quelle degli anziani tra gli 80 e i 90 anni ma l'indice di trasmissibilità risulta al di sotto della soglia epidemica.

In realtà, nell'arco dell'ultimo anno la soglia epidemica non è mai stata superata e l'infezione non ha mai avuto un andamento critico neanche nel periodo invernale. L'influenza stagionale è stata di gran lunga più maligna del Covid con la conseguente insorgenza di polmoniti che, in molti casi, hanno richiesto l'ospedalizzazione.

Una conquista rispetto a due anni fa, se si pensa che, nello stesso periodo dell'anno al «Rummo» erano attivi ancora 40 posti letto Covid, «sottratti» ai pazienti ordinari. In quel frangente, il piano ospedaliero, che prevedeva la restituzione del padiglione Santa Teresa della Croce ai servizi cui era destinato prima della pandemia, rischiò di essere sopraffatto dal costante incremento dei casi registrati negli ultimi 20 giorni, proprio mentre ci si stava avviando all'azzeramento dei ricoveri.

Quello che oggi preoccupa di più è invece l'incremento di casi di tubercolosi ma soprattutto della forma «miliare», potenzialmente letale, registrati sul territorio provinciale negli ultimi mesi ed estesi ad alcuni nuclei familiari. «La miliare - spiegano gli esperti - è una forma di tubercolosi che si manifesta quando un gran numero di batteri circola nel sangue e si diffonde in tutto il corpo. Si chiama così per le innumerevoli lesioni, minuscole e tonde come i grani di miglio, che invadono i polmoni ma possono migrare anche nel fegato, nel midollo osseo e in tutti gli organi, compresi i tessuti che rivestono il cervello, e il cuore. I più colpiti sono i bambini in età inferiore a 4 anni, gli anziani e i soggetti con sistema immunitario compromesso».

Un esempio ancora impresso nella memoria della comunità della pericolosità della malattia, è rappresentato dalla morte di tre fratellini che si contagiarono in una contrada di Morcone verso la fine degli anni '60. Attualmente, i decessi per tubercolosi miliare non sono più così frequenti ma è importante censire e isolare tempestivamente i soggetti e i nuclei familiari interessati per evitare che il contagio si diffonda. Oltre al trattamento farmacologico e alla gestione dei malati con tubercolosi attiva, l'Asl ha il compito di identificare, sorvegliare e trattare in modo preventivo i gruppi ad alto rischio costituiti da persone con infezione da Hiv, gruppi a rischio e contatti di un caso di tubercolosi da identificare subito per evitare di perderne le tracce.

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La vaccinazione, la sorveglianza epidemiologica e le attività terapeutiche per ottenere la guarigione del malato riducono il numero delle fonti di infezione presenti nella collettività e rendendo il paziente non contagioso nel più breve tempo possibile. L'allarme sulla recrudescenza della tubercolosi è stato lanciato proprio nelle ultime ore dall'Oms (organizzazione mondiale della sanità) a proposito dell'antibiotico-resistenza che mette a repentaglio la capacità di trattare infezioni ad alto rischio come la tubercolosi, determinando un aumento delle malattie gravi e del tasso di mortalità.

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