Riccardo De Palo
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di Riccardo De Palo

Come saranno i romanzi del dopo-coronavirus? Stephen King cambia la trama del suo prossimo libro

Come saranno i romanzi del dopo-coronavirus? Stephen King cambia la trama del suo prossimo libro
di Riccardo De Palo
Venerdì 10 Aprile 2020, 18:32 - Ultimo agg. 22:13
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Come sarà la letteratura dopo il coronavirus? In attesa dei futuri romanzi sull’epidemia (che molti editor si aspettano, ma che non è detto abbiano successo), c’è già chi rivede i propri lavori in uscita per i prossimi mesi, per evidenti ragioni di opportunità. In una intervista alla Npr, la National Public Radio americana, Stephen King ha detto di avere già cambiato parte di un romanzo che uscirà l’anno prossimo: «Quando ho ambientato il romanzo nel 2020, mi sono detto: ok, per il lettore sarà il passato, e una delle cose di cui mi sono subito reso conto è che due personaggi erano andati in crociera». Secondo il re dell’horror,  è evidente che «nessuno può essere andato in crociera quest’anno, e così ho ambientato la storia nel 2019, quando la gente poteva ritrovarsi», e anche decidere di prendere una nave passeggeri, se lo desiderava.

Molti - ha dichiarato King alla radio americana - «continuano a dirmi che oggi sembra loro di vivere in una mia storia»; e l’unica cosa che lo scrittore si sente di rispondere à «mi spiace, vorrei tanto che non fosse così». L’autore di It ha detto spesso, negli ultimi giorni, che il virus da lui immaginato, nel suo romanzo fiume L’ombra dello scorpione, è ben peggiore del coronavirus. “Captain Trips”, come viene chiamato nel libro l’agente patogeno, creato dall’uomo come arma batteriologica, finisce per decimare buona parte dell’umanità. Fortunatamente, almeno in questo caso, il Covid-19 è un male molto meno letale di quello partorito dalla sua fantasia, in quel libro post-apocalittico.

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Che opere vedranno la luce, quando tutto questo sarà finito? Molti si aspettano toccanti memoir, magari da parte di operatori sanitari, che potrebbero reggere per qualche tempo nel mercato che verrà, quando i libri riprenderanno ad essere pubblicati regolarmente. Ma il punto è: che libri leggere, e cosa scrivere, quando la storia supera qualsiasi finzione? Anne Tyler, un’autrice americana contemporanea da 11 milioni di copie, paragonata spesso a Jane Austen e vincitrice di un premio Pulitzer, ha detto alla Bbc che difficilmente nei suoi prossimi lavori si occuperà di un tema come la pandemia: «Credo che si debba lasciare che gli eventi invecchino, che si distanzino da noi, prima che ce ne possiamo occupare. Per questo non ho mai scritto dell11 settembre, e non ho mai letto bei libri sull’argomento; ma forse, tra vent’anni, potrebbero pubblicarne di ottimi».

L’isolamento (anche forzato, come quello di questi giorni) produce, da sempre, opere letterarie. L’agente letterario Juliet Mushens ha detto al Guardian che di solito riceve da dieci a quindici richieste da parte di esordienti, che vogliono essere rappresentati da lei. Ora il numero dei manoscritti in arrivo è più che raddoppiato. «Io la vedo positivamente - commenta - è un bene che la gente utilizzi questo tempo in maniera produttiva». Lo stesso trend è stato confermato da altri agenti letterari inglesi, da Lisa Coen a John Jarrold. Ma c’è chi avverte che non è molto opportuno scrivere dell’attualità di questi giorni, in un romanzo. Phoebe Morgan, direttore editoriale di HarperCollins, ha consigliato agli scrittori di non scrivere del coronavirus. «Non credo che la gente voglia ricordare i giorni della pandemia, quando tutto sarà finito», se non altro leggendo, per rilassarsi, un’opera di finzione.
 
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