La polemica va avanti già da diversi mesi, ma si è infiammata dopo le elezioni provinciali. Il candidato del Comune di Caserta nel Pd che prende zero voti ha fatto emergere, se ancora ce ne fosse bisogno, la frattura all'interno dei dem in consiglio comunale. Il colpevole è stato indicato in Matteo Donisi, reo di voler sponsorizzare come assessore Franco De Michele, l'esponente della prima giunta Marino che oggi non ha incarichi e non vuole averne, ma il cui nome spunta fuori ad ogni discussione relativa al Pd della città capoluogo. E allora lui - De Michele -, storico esponente del Pd casertano, orbitante nell'area che fa capo al presidente del consiglio regionale Gennaro Oliviero, interviene nel dibattito e, prima di tutto, chiarisce: «Io non voglio entrare nella giunta di Marino, quindi tutto questo parlare del fatto che Donisi stia lavorando per un mio ingresso nel gruppo di governo cittadino è solo strumentale. Alla base delle critiche del consigliere comunale, non ci sono interessi altri se non quello di ridare al Pd il ruolo di centralità all'interno del Consiglio che ha avuto durante la prima consiliatura e che ora invece è scemato per cause riconducibili a problemi di equilibri e rapporti e anche per i limiti della classe dirigente e per la mancanza di un confronto. Una perdita di potere - principalmente a livello politico - che deve essere recuperata attraverso il riconoscimento reciproco dei soggetti che compongono il gruppo. E per raggiungere questo obiettivo credo sia necessario un riassetto del gruppo al governo».
Un rimpasto: questo chiede De Michele.
E a chiedere l'intervento della commissaria anche l'ex segretario cittadino del Pd Enrico Tresca che invoca l'aiuto della senatrice per «ristabilire il principio di identità del partito cittadino e riaffermare la linea politica del gruppo consiliare». Perché, per Tresca, «Donisi non è la causa del problema e il tentativo di personalizzare una questione politica mostra in piena evidenza la miopia politica e la subalternità ad altri gruppi politici. È innegabile - afferma Tresca - che in Consiglio non esista una linea politica del partito che consenta di avere forza propositiva. Tanti i segnali che mostrano inoltre una prospettiva non pienamente in linea con le strategie politiche nazionali. Per superare questa impasse - conclude - deve intervenire la Camusso, che deve dare ad amministratori e esponenti del partito la possibilità di discutere, ma bisogna prendere coscienza che quando le cose non vanno si deve cambiare squadra».
Intanto, pare che il sindaco non sia a conoscenza dell'aria tesa che si respira nel gruppo consiliare Pd: dall'amministrazione fanno sapere che non sono previsti incontri per discutere del caso e che Marino, con i consiglieri dem, sono concentrati sulle cose da fare per la città.