Corteo storico con le sete di San Leucio: sindaco e consigliere tra i 250 figuranti

La prima manifestazione dopo il covid

Il corteo storico di San Leucio
Il corteo storico di San Leucio
di Nadia Verdile
Domenica 9 Luglio 2023, 10:08 - Ultimo agg. 15:03
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Quarantaquattro anni portati benissimo, il Corteo storico della Real Colonia di San Leucio, andato in scena ieri sera, è stato uno spettacolo superbo. Tra squilli di trombe e rulli di tamburi, 250 figuranti hanno sfilato per le vie del borgo borbonico attorniati da ali festanti di turisti e appassionati. Indossavano sete fruscianti i protagonisti della rievocazione storica, dai più piccoli ai più saggi; sono partiti, dopo l'ingresso delle guardie borboniche del gruppo Imago historiae di Potenza, dal cortile di re Ferdinando IV al Belvedere, ed hanno attraversato il borgo imbandierato, fiero e orgoglioso.  È stato il racconto di una favola bella che potrebbe cominciare così: c'era una volta una Colonia reale, c'era una volta un mondo di uguali. Lo schieramento è stato quello di sempre. Ad aprire il corteo, con rullo di tamburi, il gonfalone e il Codice delle leggi, a seguire la regina Maria Carolina e sua maestà Ferdinando IV, dietro di loro i seniori, poi l'amministratore, l'architetto Francesco Collecini, la coppia di sposi, le operaie e gli operai della seta, il telaio grande protagonista di un'economia che fu sperimentale ed eccelsa, le bambine e i bambini della scuola, la maestra, il maestro, l'amministratore, il parroco, la real fabbrica, la coperta in seta leuciana, i musici.

Quartiere San Carlo, quartiere San Ferdinando, quartiere Trattoria per ritornare poi là dove il corteo è partito con arrivo all'atrio superiore della parrocchia tra le tradizionali danze della Pentecoste e della Coperta. Il corteo nacque da un'idea di Battista Marello, per decenni parroco/artista del borgo, studioso di storia locale. «Per noi dell'Associazione Corteo storico - dice il presidente Donato Scialla - essere ritornati a sfilare è stata un'emozione grandissima. L'ultima edizione fu quella del 2019, poi iniziò l'era della pandemia. Il successo di stasera (ieri, ndr) ci dice che di storia, di tradizioni, di cultura abbiamo sempre più bisogno». Un corteo colorato e prezioso per ricordare una delle pagine più belle e più moderne della nostra storia che si avvia ad essere nell'elenco dell'Istituto centrale per il patrimonio immateriale. «Pur nella sfortunata cornice del Covid 19 - ha spiegato Daniele Quadraccia, ricercatore demoetnoantropologo che ha studiato la storia del corteo per la candidatura a patrimonio immateriale -  ho potuto osservare la grande vitalità dell'evento, che ogni anno coinvolge la comunità leuciana con un trasporto e un'affezione notevoli; il Corteo scandisce i ritmi delle generazioni di San Leucio che nell'evento trovano un momento di unione molto forte, ho apprezzato la serietà e il rigore dell'associazione che cura ogni dettaglio della manifestazione e si mette a disposizione della comunità, persone motivate e affiatate che mi hanno fatto comprendere come i valori di uguaglianza e solidarietà della Colonia non sono solo documenti storici ma possono insegnare ancora molto alle presenti e future generazioni».

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Per la fine di questo anno l'iter sarà concluso e anche questa volta sarà festa. «Durante gli anni della pandemia - aggiunge Anna Ommeniello che del corteo è anima pulsante - non ci siamo fermati. Abbiamo realizzato cortometraggi che abbiamo poi trasmesso attraverso i canali social perché non si perdesse la continuità. Oggi ci riposiamo ma da domani si comincia a lavorare per il corteo della prossima edizione». A sfilare tra i figuranti anche il sindaco Carlo Marino e il consigliere di minoranza Pasquale Napolitano. «Ho chiuso gli occhi -  ha concluso Fabrizio Visconte, vicepresidente dell'Associazione Corteo storico - e mi sono ritrovato immerso in un sogno che qui a San Leucio non ha mai smesso di essere realtà.

A don Battista Marello che ne ha la primogenitura e all'amministrazione comunale che ci ha sostenuti e alla Pro Loco con cui abbiamo condiviso e collaborato va il nostro grazie». 

 

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