Esorcismi e abusi, la difesa del prete:
«Sotto processo per volontà del diavolo»

Esorcismi e abusi, la difesa del prete: «Sotto processo per volontà del diavolo»
di Mary Liguori
Mercoledì 27 Novembre 2019, 15:40 - Ultimo agg. 19:06
3 Minuti di Lettura
Il diavolo mi ha predetto che mi avrebbe punito, facendomi sapere, attraverso la bambina indemoniata per la quale pregavo, che sarei stato inguaiato da un uomo «in un vico cieco» con un «grande panno» in testa, mentre si avviava verso la statua con un «milite» con un grande tronco in mano».

Il demonio, dunque, avrebbe profetizzato il futuro di don Michele Barone elencandogli anche i cognomi dei magistrati che lo hanno portato alla sbarra. Quello «del vico cieco», è il pm Alessandro Di Vico, la persone ritratta con «il grande panno», il sostituto procuratore Daniela Pannone. Col «milite», evidentemente, Belzebù faceva riferimento all’aggiunto Alessandro Milita mentre «il grande tronco» è riferito al procuratore Maria Antonietta Troncone. Non potevano mancare colpi di scena e evocazioni di situazioni incredibili ieri, in tribunale. Non potevano mancare perché al banco si è seduto, dopo un anno di processo, il personaggio principale dello scandalo esorcismi e abusi di Casapesenna. Don Michele Barone. Camicia celeste col primo bottone slacciato ché ormai il collarino non lo porta più, scarpe da ginnastica bianche, visibilmente dimagrito, ieri l’ex sacerdote arrestato e ridotto allo stato laico ha respinto ciascuna delle accuse che gli muove la Procura.
 
Non solo ha spiegato che i suoi guai giudiziari sono frutto delle profezie demoniache, che il diavolo lo ha punito per aver lottato contro di lui, ma ha anche smentito le relazioni sessuali che gli vengono imputate. «Avevo un rapporto affettuoso con le fedeli, ma alcune mi avevano fatto delle avance sessuali e le ho dovute respingere: per questa ragione poi mi hanno accusato di violenza sessuale». Ha negato relazione con le due ragazze di cui la Procura ha sms e chat, ha respinto i «baci» estorti in confessionale ad alcune parrocchiane, ha aggiunto di non essere venuto mai meno al voto castità. Quanto alle percosse che avrebbe inflitto alla ragazzina di tredici anni da lui ritenuta indemoniata la cui sorella lo ha poi denunciato, ha motivato certe reazioni energiche leggendo in aula dei passi di un libro di padre Amorth, il famoso esorcista scomparso qualche anno fa. «È stato necessario reagire di fronte agli indemoniati quando diventano violenti». Nel corso dell’udienza, il difensore di Michele Barone, avvocato Camillo Irace, ha mostrato un video in cui la bambina al centro della vicenda si strappa i capelli da sola, un altro filmato in cui, felice, mangia dopo quella che secondo l’imputato è stata la «messa di liberazione dal diavolo, a Cracovia».
 
Filmati che, dal punto di vista della difesa, provano che nei confronti della ragazzina non ci sono stati maltrattamenti, ma solo rituali finalizzati a risolvere i suoi problemi spirituali. Barone, dunque, non cambia marcia. Si professa innocente e dichiara di aver solo aiutato la piccola. E che quella che aveva ingaggiato era una battaglia contro il diavolo che aveva preso il controllo della ragazzina. Quanto ai suoi rapporti con la polizia, i pm gli hanno chiesto conto dei dialoghi intercorsi tra lui e il padre della bimba (sotto processo con la moglie, entrambi hanno perso la potestà genitoriale) durante i quali insulta pesantemente la sorella della vittima, che lo ha denunciato, e dice di aver riferito al commissario Schettino che la giovane lo stava calunniando. Fu la sorella della ragazzina a denunciare il prete e i suoi stessi genitori. L’esame di Barone continuerà la settimana prossima.
© RIPRODUZIONE RISERVATA