Il report di Ibm sul data breach: Ia e automazione per contenere i cyberattacchi

Il costo medio globale di una violazione dei dati ha raggiunto i 4,45 milioni di dollari

Ibm reporto sul data breach
Ibm reporto sul data breach
di Guglielmo Sbano
Domenica 13 Agosto 2023, 18:06
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Ibm Security ha rilasciato il Cost of a Data Breach Report 23, evidenziando che quest’anno il costo medio globale di una violazione dei dati ha raggiunto 4,45 milioni di dollari e, a livello globale, i costi di rilevamento sono aumentati del 42% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

La ricerca, finanziata da Ibm Security e condotta da Ponemon Institute, è giunta alla 18a edizione e si basa su un'analisi approfondita delle violazioni dei dati di 553 organizzazioni su base mondiale, effettuata tra marzo 2022 e marzo 2023.

Quest’anno vi è una distinzione tra la gestione dell'aumento dei costi e quella della frequenza delle violazioni: il report ha rilevato, a livello globale, che il 95% delle organizzazioni intervistate ha subito più di una violazione ed è propenso a imputare ai clienti (57%) i costi degli attacchi subiti piuttosto che incrementare gli investimenti in sicurezza (51%).

Globalmente, tra i risultati chiave del report vi sono:

  • l’Intelligenza Artificiale e l'automazione hanno impattato maggiormente sulla velocità di identificazione e contenimento delle violazioni. Le aziende che ne fanno uso esteso hanno rilevato gli attacchi con 108 giorni di anticipo (ovvero 214 giorni contro 322 giorni) rispetto alle organizzazioni che non hanno adottato queste tecnologie;
  • le vittime di ransomware che si sono rivolte alle forze dell'ordine hanno risparmiato in media 470.000 dollari di costi per violazione rispetto a quelle che hanno scelto di non denunciare l’attacco, che corrispondono al 37% del totale delle organizzazioni colpite;
  • quando gli attacchi vengono rilevati in autonomia dai responsabili sicurezza delle organizzazioni, i costi sostenuti per far fronte ai danni subiti sono inferiori (di circa 1 milione di dollari) rispetto a quando sono i cyber criminali stessi a dichiararli e a chiedere un riscatto.

In Italia, in particolare, il Report 2023 è stato condotto 24 realtà del territorio, da cui emergono interessanti spunti sulla situazione del Paese:

  • il costo medio complessivo delle violazioni di dati è pari a 3,55 milioni di euro, in crescita rispetto ai 3,03 milioni di euro nel 2021 e ai 3,40 milioni di euro del 2022. Nell'ultimo decennio, il costo medio per ogni violazione dei dati è cresciuto del 55% (da 95 euro nel 2013 a 147 euro nel 2023);
  • in media, i giorni necessari per identificare e contenere una minaccia informatica sono 235 (ci vogliono in media 174 giorni per identificare una violazione e 61 giorni per contenerla). Si tratta di 15 giorni in meno rispetto alla media italiana del 2022 (250 giorni). Questo dato è particolarmente interessante se si considera il dato pre-covid del 2019, che era di 283 giorni - 213 per identificare e 70 per contenere;
  • i principali vettori di attacco sono: social engineering (15% delle violazioni di dati analizzate nello studio, un costo medio di 3,49 milioni di euro); phishing (14% delle violazioni, un costo medio di 3,63 milioni di euro); e credenziali rubate o compromesse (12% delle violazioni, un costo medio di 3,40 milioni di euro);
  • i vettori più costosi sono invece: insider malintenzionati (6% delle violazioni di dati analizzate nello studio, un costo medio di 4,17 milioni di euro) e compromissione delle e-mail aziendali (10% delle violazioni, un costo medio di 3,64 milioni di euro).

L'intelligenza artificiale e l'automazione hanno avuto il maggiore impatto sulla velocità di identificazione e contenimento delle violazioni nelle aziende intervistate. In Italia, le organizzazioni che hanno fatto un uso estensivo dell’Ai e dell’automazione hanno registrato un ciclo di vita della violazione dei dati più breve di 112 giorni rispetto alle organizzazioni che non hanno utilizzato queste tecnologie (199 giorni contro 311 giorni). Di fatto, le organizzazioni analizzate che hanno utilizzato le moderne tecnologie anche per la sicurezza informatica hanno registrato, in media, costi di violazione dei dati inferiori di quasi 1,56 milioni di euro (2,97 milioni di euro) rispetto alle organizzazioni che non le hanno utilizzate. Tuttavia, poiché quasi il 38% delle organizzazioni in Italia non ha ancora integrato l’Ai e l’automazione nei propri sistemi di sicurezza informatica, le organizzazioni hanno ancora notevoli opportunità per aumentare la velocità di rilevamento e di risposta e di ridurre i costi delle violazioni.

«Il tempo è la nuova valuta nella sicurezza informatica sia per chi protegge l’azienda sia per i cybercriminali. Come indica il report, un rilevamento precoce e una risposta rapida possono ridurre significativamente l'impatto di una violazione - ha dichiarato Chris McCurdy di Ibm Security Services - i reponsabili della sicurezza devono focalizzarsi sulle aree di maggior successo degli hacker in modo da prevenire le loro azioni e fermarli prima che raggiungano i loro obiettivi. Gli investimenti impiegati per rilevare le minacce e per definire risposte rapide, grazie all'Ai e all'automazione, sono fondamentali per mitigare al meglio gli attacchi».

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