Un altro week end, questo di Capodanno che ha ancora una volta premiato la Reggia. Come è stato evidente anche dalla fila lunga, sebbene ordinata, di turisti, che si è formata, a più riprese, in particolare sabato 30, mentre è stato costantemente sold out il garage situato sotto la piazza Carlo di Borbone.
Il riscontro dai numeri: nelle giornate di venerdì, sabato e domenica scorsi sono stati, infatti, 12.583 i visitatori del Complesso vanvitelliano.
Nella storia della Reggia il numero dell'anno appena trascorso fu superato, con 1.050.241, nel 2000, anno del Giubileo. «Il 2023 è stato un anno impegnativo nel confermare il percorso avviato non solo nel raggiungere gli obiettivi prefissati ma soprattutto per garantire la conclusione delle molte attività previste nel 2024», dice la direttrice della Reggia, Tiziana Maffei. Come a dire che è già tutto predisposto per portare a termine gli interventi in programma. «È il caso - aggiunge Maffei - dell'apertura del nuovo spazio espositivo del gran Galleria al piano reale, con i nuovi laboratori educativi e del bookshop al piano terra, del completamento del restauro del confine di corso Giannone con il nuovo accesso e con molte sorprese e novità nei servizi di accoglienza».
E una novità grande e da tempo molto attesa è certamente la definizione della situazione della Peschiera, chiusa da almeno due anni a causa di lavori bloccati a causa di un contenzioso con l'impresa che li stava effettuando. «In quest'anno sottolinea, infatti, la dg è prevista la riapertura della Peschiera e dell'area serre. E ancora, il rifacimento dei due viali centrali, il nuovo apparato di comunicazione, il completamento dei bagni pubblici finalmente restituiti al dovuto decoro».
Insomma, tanti gli interventi non sempre evidenti, tiene a sottolineare la direttrice. «È un grande lavoro tecnico amministrativo che poco appare afferma la dg - ma che non solo riporta il monumento alla fase straordinaria di grandi cantieri del passato ma offre la potenzialità di nuove destinazioni che oltre ad accelerare il processo di trasformazione della Reggia in museo contemporaneo di caratura internazionale, renderà possibile far corrispondere all'incremento dei visitatori il miglioramento e una maggiore varietà delle esperienze culturali che la Reggia offre».
Un pallino della stessa Maffei, che da tempo va sottolineando la funzione che va il museo ha e che va anche oltre la sua stessa presenza.
«Alla Reggia e al complesso borbonico riconosciuto sito Unesco (dunque, anche con San Leucio e i Ponti della Valle, ndr), va riconosciuto il ruolo di luogo simbolico di una storia da raccontare per comprendere la cultura di un'epoca che è parte identitaria dell'Italia». L'auspicio, alla luce dei risultati raggiunti e degli altri che ancora si devono centrare, è che nel 2024 «si riesca a contribuire alla costruzione di un sistema solido di relazioni territoriali».