Santa Maria Capua Vetere, ex detenuto accusa agenti per violenze in carcere: «Picchiato per tre ore»

I fatti risalgono al 6 aprile 2020

Santa Maria Capua Vetere, ex detenuto accusa agenti
Santa Maria Capua Vetere, ex detenuto accusa agenti
di Biagio Salvati
Martedì 13 Febbraio 2024, 09:33
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Ha continuato a confermare accuse, richiamando quanto già aveva detto al pubblico ministero tre anni fa durante l'acquisizione delle sommarie informazioni sui pestaggi nel carcere sammaritano del 6 aprile 2020, il teste ed ex detenuto napoletano, Raffaele Engheben, comparso ieri per il controesame davanti alla Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere.

I giudici presieduti da Roberto Donatiello hanno ripreso infatti il processo che vede imputati 105 tra poliziotti carcerari, funzionari del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e medici dell'Asl di Caserta. Tra alcuni «non ricordo» e contestazioni sollevate anche dalla difesa, Engheben a un certo punto ha detto di non ricordare molto ma di confermare quanto dichiarò alla Procura quando fu interrogato poco dopo i fatti del 6 aprile 2020. Ovvero le accuse nei confronti di alcuni agenti penitenziari tra cui la commissaria Anna Rita Costanzo: su questo aspetto il difensore della divisa ha sollevato alcune obiezioni e chiesto al teste se riconoscesse alcuni poliziotti in un video catturato dalle telecamere di sicurezza agli atti del processo.

Engheben è il sesto dei 14 testi che ha deciso di sentire la Corte alla ripresa del processo: l'ex detenuto ieri ha mostrato un po' di insofferenza chiedendo intorno a mezzogiorno al presidente della Corte di potere essere liberato in quanto dove assumere alcuni farmaci salvavita che aveva dimenticato di portare con sé. Alla scorsa udienza aveva dichiarato: «Era meglio che le guardie il 6 aprile mi uccidevano, sono stato picchiato per ore, non finiva mai», raccontando di essere stato prelevato dalla cella da «un agente di sua conoscenza (riconosciuto nell'imputato Pasquale De Filippo, N.d.r.), che era entrato con 4-5 agenti con casco e senza, mi hanno colpito e poi portato nell'area socialità, dove con altri detenuti mi hanno fatto inginocchiare picchiandomi con il manganello.

A quel punto un altro agente (riconosciuto come l'imputato Crocco, N.d.r.) mi ha preso portandomi in una stanza dove non c'era nulla, mi ha colpito con un pugno da dietro ma mi sembrava volesse salvarmi».

La Procura scrive che una trentina di poliziotti penitenziari «sottoponevano i detenuti a misure di rigore non consentite dalla legge, consistite in percosse, pestaggi, lesioni - attuate con colpi di manganello, calci, schiaffi, pugni e ginocchiate, costrizioni ad inginocchiamento con condotte umilianti». Ieri è iniziato anche l'esame di un altro ex detenuto, Vincenzo Patricelli, di Marcianise.

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