Zerocalcare al Campania libri festival: «I miei disegni per popolo curdo»

La passione civile di Michele e l'impegno per il Kurdistan

Zerocalcare al Campania libri festival
Zerocalcare al Campania libri festival
di Ugo Cundari
Venerdì 6 Ottobre 2023, 15:00 - Ultimo agg. 7 Ottobre, 07:40
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Tra gli incontri più seguiti di ieri, prima giornata del «Campania libri festival» c'è stato, con la consegna del Premio Serao 2023 a Melania Mazzucco, lo spazio riservato al più famoso disegnatore italiano del momento Michele Rach, in arte Zerocalcare, che davanti a un pubblico di centinaia di persone, giovani e anziani, bambini e genitori, con la sua solita simpatia e ironia, con la sua passione civile, ha parlato della sua arte, del Kurdistan, della sua vita e dei suoi sogni di giustizia sociale.

A portare la sua testimonianza sulla tragedia curda anche Eddy Marcucci, attivista per i diritti umani e autrice di Rabbia proteggimi (Rizzoli Lizard) un testo tra reportage, diario e fumetto sui movimenti di resistenza oggi attivi. Marcucci tra il 2017 e il 2018 si è unita alle Ypj, le unità combattenti femminili fondate nel 2013 in Rojava, Kurdistan, che sono state protagoniste della sconfitta militare e territoriale dell'Isis. Al ritorno in Italia, dopo un anno di udienze, nel marzo 2020 è stato emesso un decreto di sorveglianza speciale nei suoi confronti per due anni, perché ritenuta «socialmente pericolosa». A moderare l'incontro tra Zerocalcare e Marcucci, Giancarlo Piacci

Che Zerocalcare, autore di vendutissime graphic novel come La profezia dell'armadillo, Un polpo alla gola, Kobane Calling e il più recente No Sleep Till Shengal, sia ormai uno dei bestseller editoriali che contano lo testimonia un curioso libro appena uscito, l'Enciclopaedia calcarea, libro edito da Bao Publishing interamente incentrato sul mondo dei fumetti e delle serie tv di Rech.

Il sottotitolo recita: Guida ragionata all'universo di Zerocalcare. Ed il volume è davvero un prontuario con tutte le informazioni su personaggi e «situation» tipiche dell'autore, studiato ed analizzato con piglio da saggista nerd, pronto a snocciolare dati, aneddoti, retroscena... Parte dei materiali proviene dalle dispense della Zerocalcare 3D Collection di Centauria, del tutto inedita la storia a fumetti posta a chiusura del volume.

«Il popolo curdo esiste da secoli, ha subito nel corso della sua storia tante persecuzioni, e ha contato in troppe occasioni migliaia di morti»: il fumettista di Rebibbia ha ricordato che una delle più atroci stragi è stata compiuta non trecento anni fa, e neanche un secolo fa, ma meno di dieci anni fa. «Quando l'Isis avanzava e minacciava i confini della Turchia, i curdi furono convinti a consegnare le armi con la promessa che a difenderli ci avrebbe pensato la polizia turca». Quando arrivarono i soldati dell'Isis le milizie turche fuggirono e i curdi si ritrovarono, dalla sera alla mattina, disarmati e con i terroristi ai loro confini. «Era il 2015 e fu un genocidio. Migliaia di donne violentate che poi furono vendute come schiave sessuali, migliaia di uomini e bambini uccisi a sangue freddo. Chi riuscì a scappare per cercare rifugio tra le montagne morì di sete sotto il sole tremendo di quell'estate».

Oggi i curdi sono tornati a governare nelle loro città e hanno creato una democrazia senza Stato, osteggiata da tutti i paesi confinanti. Ancora di recente sono stati bombardati ma «l'Occidente si è girato dall'altra parte. I miei fumetti servono a tenere alta l'attenzione. Difendere il popolo curdo significa difendere il diritto di ogni popolo oppresso a ribellarsi e autogovernarsi». 

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In chiusura del suo intervento, Zerocalcare è passato dal Rojava a Napoli, toccando un argomento al centro di tante polemiche: «Quando penso alla tragedia di Ugo Russo, quando penso che c'è gente che difende chi ha sparato e l'ha ucciso, mi vengono i crampi nello stomaco. Perché non è logico dedurre che se io difendo uno scippatore sono a favore della camorra e contro la legalità. Io difendo un ragazzo che per un furto è stato ammazzato. Per il mio senso di giustizia che mi fa parteggiare per i curdi, io difendo Ugo Russo». 

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