Nelle acque già agitate del rinnovo del contratto del pubblico impiego, il Recovery plan italiano, lancia un nuovo sasso. Nel testo è stata inserita la previsione di «un nuovo modello di lavoro pubblico». Una riforma che avverrebbe principalmente dal lato della retribuzione dei dipendenti dello Stato e delle altre amministrazioni. In che modo? «Attraverso strumenti normativi e contrattuali, con valutazione e remunerazione basate sul risultato», si legge nel documento del governo. Insomma, gli statali saranno pagati sempre più in base ai risultati che saranno in grado di ottenere. Il meccanismo sarebbe legato a filo doppio con lo smart working e dunque alla necessità di misurare in qualche modo la produttività dei dipendenti pubblici. Si tratterebbe di una piccola rivoluzione in un mondo dove la quasi totalità dei dipendenti ottiene generalmente il massimo dei voti quando si tratta di superare l'esame dei superiori sugli obiettivi conseguiti e dove i premi sono stati legati persino alla semplice presenza in servizio o alla capacità di inviare una e-mail. Ancora oggi, nella pubblica amministrazione, a valere è soprattutto l'anzianità di servizio. Eliminati gli scatti automatici, il criterio che chi ha più anni alle spalle merita una corsia preferenziale nella carriera è rimasto valido per le cosiddette «progressioni orizzontali», ossia il diritto ad ottenere una remunerazione maggiorata per le stesse mansioni. Ma la Corte di Cassazione ha appena stabilito che queste progressioni non possono essere legate solo all'anzianità, di fatto sostituendo i vecchi scatti, ma andrebbero connesse al merito. Da qui parte la riforma annunciata nel Recovery plan. E nella valutazione dei risultati avranno voce i cittadini. Nel piano del governo si parla esplicitamente di «citizien satisfaction».
Recovery , Cottarelli: «Con queste liti nel governo si rischia di far deragliare il piano»
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IL PALLINO
Un vecchio pallino di tutti i governi, finora mai attuato.