Giovane pizzaiolo dell’anno, intervista a Caterina Balivo: «La pizza è casa e famiglia»

«Ai giovani professionisti consiglio di puntare sulle materie prime che fanno sempre la differenza»

Caterina Balivo
Caterina Balivo
di Emanuela Sorrentino
Domenica 6 Agosto 2023, 08:00 - Ultimo agg. 1 Novembre, 16:02
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Ha festeggiato lo scudetto del Napoli preparando pizze fritte sul lungomare. Ma la sua preferita è quella al forno, con pomodorini gialli e rossi e con l'aggiunta di tanto basilico fresco. La conduttrice Caterina Balivo, fedele alla tradizione, ai colori e ai profumi tipicamente nostrani parla del suo rapporto con la pizza. Lo fa a poche settimane dall'inizio del suo nuovo programma: “La Volta Buona” in onda su Rai 1 dalle ore 14 alle ore 16 in diretta dal lunedì al venerdì. In primo piano ci saranno le eccellenze italiane e chissà se anche la pizza troverà un po' di spazio nell'interessante striscia del primo pomeriggio dedicata a costume, attualità, storie sempre diverse e appassionati. 

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Che legame ha Caterina Balivo con la pizza?
«La pizza è casa e famiglia.

Ho da sempre un rapporto felice fatto soprattutto di ricordi e di domeniche sere trascorse con i miei parenti, con in tavola la pizza napoletana e la focaccia pugliese preparate da mamma Rosaria che è bravissima in cucina e anche a impastare e sfornare pizze. I profumi, gli ingredienti che la condiscono, gli impasti. C'è tanto lavoro dietro una pizza, a cominciare dalla ricerca di materie prime, dall'attesa dei tempi di lievitazione, e quando la si gusta è soprattutto un momento di condivisione. Preparare la pizza vuol dire avere pazienza e tanto amore. Famiglia e buoni amici sono poi gli ingredienti perfetti da abbinare alla pizza, a casa come in un locale».

Che tipologia di pizza le piace?
«La napoletana senza dubbio, che trovo buonissima a Milano visto che vivo lì ormai da 12 anni. E piace tanto proprio ai milanesi che amano ricercare le pizzerie con questa proposta, a differenza dei romani che invece non si sono ancora convertiti alla tipologia di pizza napoletana. A me piace mangiare la pizza a Napoli nei locali tradizionali che sanno raccontare qualcosa, da Sorbillo, Starita, da Concettina ai Tre Santi, e poi ad Aversa quando torno nella mia città o a Caiazzo da Franco Pepe. A Roma la mia tappa fissa è da Pizza & Bolle, il locale dell'attore Alessandro Borghi. La pizza per me è un elemento immancabile che ricerco sempre con piacere in giro per l'Italia. Purché sia sempre pizza napoletana, senza alcuna imitazione».

E la prepara qualche volta in casa?
«Devo essere sincera, no. Per prepararla lascio fare ai professionisti. Insomma, ad ognuno il suo. Ma la mangio, eccome».

Il Mattino ha lanciato un contest proprio per giovani professionisti, in cui competenza e creatività saranno le caratteristiche richieste, cosa consiglia loro?
«Penso che i giovani professionisti vadano sempre stimolati. Il mio consiglio, anche da cliente e consumatrice, è quello di puntare sulle materie prime che fanno sempre la differenza, di non presentare proposte troppo estreme e di essere creativi e professionali con la giusta voglia di emergere grazie al proprio impegno. Sapere che ci saranno tanti giovani a competere è segno che il mondo pizza è sempre in fermento e ha sempre qualcosa da raccontare. In bocca al lupo, quindi, ai pizzaioli che parteciperanno al contest».

Cosa rappresenta la pizza?
«Un piatto completo. È primo, secondo e anche dolce. A me piace la pizza con pomodorini gialli e rossi, e poi i cosiddetti diavulilli dolci cioè la pasta di pizza cotta e tagliata a striscette, servita poi con l'aggiunta della Nutella. Una goduria per grandi e bambini».

A proposito, i suoi bambini mangiano la pizza?
«A loro piace ancora quella con i wurstel ma con il tempo sono sicura apprezzeranno gusti più nostri, semplici e veraci. Non riesco a capire chi possa preferire - come mio padre, sia chiaro - la pizza capricciosa ma va bene così. La pizza è di tutti ed è per tutti, a ciascuno il proprio gusto». 

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