Anm: «Pericolo per la democrazia
l'attacco scomposto alle sentenze»

Anm: «Pericolo per la democrazia l'attacco scomposto alle sentenze»
Venerdì 25 Ottobre 2013, 14:23 - Ultimo agg. 26 Ottobre, 10:49
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La rappresentazione della giustizia come piegata a scopi politici, l'attacco scomposto alle sentenze sono un oltraggio per le toghe ma anche un grave pericolo per il sistema democratico. E' il pensiero espresso dal presidente Rodolfo Sabelli che al congresso dell'Anm ha parlato di un clima che «avvelena» il Paese e ha prodotto riforme punitive e dannose.



Sabelli non fa il nome di Silvio Berlusconi, ma le sue parole sembrano riferirsi alle polemiche seguite ai provvedimenti giudiziari che hanno riguardato il leader del Pdl, da ultimo quelle per il suo rinvio a giudizio a Napoli per la compravendita dei senatori all'epoca del governo Prodi. «Proseguono provocazioni e attacchi verbali, legati a singole vicende giudiziarie, accompagnati da campagne giornalistiche offensive e intimidatorie, in un clichè che evoca un pericoloso clima di scontro che la magistratura rifiuta» lamenta il leader dell'Anm, che traccia un bilancio degli ultimi anni. Polemiche, propaganda e «denigrazioni varie nei confronti della magistratura hanno avvelenato il clima dei rapporti istituzionali e la vita stessa del Paese»; ma non solo: lo scontro ha condizionato «negativamente» le iniziative di riforma legislativa, ostacolando quelle necessarie e stimolando proposte «punitive» per i magistrati, «leggi ad personam» e riforme «dannose», come quella sulla prescrizione. Basta con lo scontro; è invece «irrinunciabile» il recupero «urgente di una condivisa responsabilità istituzionale, nel segno del rispetto per l'indipendenza e l'autonomia della giurisdizione, della salvaguardia del bene comune e del rifiuto di particolarismi, pregiudizi e faziosità».



«Correttivi alla legge Severino». Occorre intervenire con «opportuni correttivi» sulla legge Severino, «alla luce dei profili critici evidenziati dalle sue prime applicazioni e nella persistenza di gravi e diffusi fenomeni di corruzione», ha sostenuto Sabelli, all'indomani della sentenza della Cassazione sulla legge. La legge «approvata fra molte polemiche - ha osservato Sabelli, inaugurando il Congresso dell'Anm, alla presenza del capo dello Stato - «ha dato risposta solo parziale alle esigenze di riforma: »più convincente nella prima parte, dedicata alle misure di contrasto preventivo in corso di concreta attuazione, rivela, nelle previsioni di carattere penale, la sua natura di faticoso compromesso«. Per questo bisogna ora rimettere mano ai reati previsti e alle relative sanzioni. Il leader dell'Anm è anche tornato a sollecitare »una radicale riforma« dell'attuale disciplina della prescrizione, frutto della »disastrosa« iniziativa del 2005, che è stata »incongrua e dannosa«. E ha osservato che »l'illegalità diffusa nei settori della pubblica amministrazione, dell'impresa, della finanza, una criminalità organizzata oggi ancor più infiltrata nel mondo dell'economia, rendono ineludibile procedere all'adeguamento e alla revisione delle fattispecie penali e del regime sanzionatorio e assicurare l'efficacia dell'azione investigativa e la celerità dei processi«. Alla politica Sabelli ha rimproverato anche di non aver »posto rimedio alla depenalizzazione di fatto« del falso in bilancio, come pure di non aver introdotto il reato di autoriciclaggio, »che ancora attende in Italia un'adeguata sanzione penale, in linea con gli standard internazionali«.



Amnistia. Senza «rimedi strutturali» sul sovraffollamento delle carceri, che costituisce «un'emergenza nazionale e democratica» ed è «causa principale delle condizioni insostenibili e incivili dei detenuti», amnistia e indulto si «ridurrebbero a soluzioni effimere e provvisorie», aggiunge Sabelli.



Immigrazione. In materia di immigrazione «non serve una demagogia retorica della sicurezza» e quanto tale approccio «sia inutile e sbagliato ne hanno offerto tragica dimostrazione le stragi consumatesi nelle scorse settimane nel mare di Scicli e di Lampedusa», critica il presidente dell'Anm che al XXXI Congresso del sindacato delle toghe ha ribadito come il reato di clandestinità sia «palesemente inutile» perchè la sanzione prevista non ha «alcun effetto dissuasivo» e «dannoso» perchè «ingolfa gli uffici giudiziari». Il leader dell'Anm ha invocato una gestione del fenomeno migratorio «che punti su efficaci strumenti amministrativi piuttosto che su quelli penali».




Intercettazioni. Sulle intercettazioni «occorre intervenire con riforme che da un lato non pregiudichino uno strumento di indagine e di prova irrinunciabile con l'imposizione di condizioni, limiti e formalismi inutili e dannosi, dall'altro garantiscano il diritto alla riservatezza, impedendo la divulgazione di conversazioni e dati processualmente irrilevanti, in un ragionevole equilibrio fra tutela della privacy, diritto all'informazione ed esigenze di indagine e di prova», ha sottolineato Sabelli.



Toghe e politica. Sui magistrati che scelgono la politica serve una «normativa rigorosa, che, con maggiore decisione rispetto a quella attuale», regoli la possibilità di accesso delle toghe alle cariche elettive e all'amministrazione degli enti locali e disciplini il rientro in ruolo dei giudici alla scadenza del mandato o della carica, «in modo da evitare ogni rischio di appannamento della funzione giudiziaria», ha evidenziato il presidente Anm. «Non si tratta di demonizzare la partecipazione dei magistrati alla politica, bensì di evitare i rischi di danni all'immagine e di interferenza che possono derivare da un transito pressochè illimitato, soprattutto ove ciò si accompagni alla particolare esposizione mediatica del magistrato e alla notorietà dei procedimenti trattati», ha aggiunto il leader dell'Anm. Sabelli è anche tornato a censurare i casi «di inopportuna esposizione mediatica» da parte di alcuni magistrati che «hanno provocato divisioni e sconcerto» tra le toghe e nell'opinione pubblica, sottolineando che «l'errore di pochi, purtroppo, può danneggiare irreparabilmente l'impegno di molti».




Il ruolo del Csm. Va difeso con nettezza il ruolo del Csm, «quale garante della nostra autonomia» e, «contro ogni disegno di sottrargli competenze e autorevolezza e di ridurlo a mero strumento di amministrazione dei magistrati», dice ancora Sabelli, che riconosce tuttavia come ci sia tra i magistrati «sfiducia nella correttezza e imparzialità» di Palazzo dei marescialli , le cui decisioni, a partire dalle nomine, sono accusate « di scarsa trasparenza e di sensibilità a logiche lottizzatorie». «Vanno respinte le critiche generiche ma occorre anche riconoscere, con franchezza, i limiti che l'esperienza degli ultimi anni ha messo in luce» , aggiunge Sabelli che ammette che le correnti della magistratura «non sempre hanno dato buona prova di sè». Ma se l'Anm dice un no netto a «logiche clientelari» e a simili «degenerazioni», respinge con decisione la tesi di chi sostiene che l'adesione a certe correnti finirebbe con il condizionare politicamente le decisioni e i magistrati che vi sono iscritti: è «un attacco grave e inaccettabile alla giurisdizione e alla sua legittimazione».



«No a chiusure corporative». Anche di fronte a «polemiche sovente pretestuose» nei confronti della magistratura, l'Associazione nazionale magistrati «non deve chiudersi nella tutela corporativa». L'invito è venuto al congresso del sindacato delle toghe dal procuratore generale della Cassazione Gianfranco Ciani, secondo cui la «credibilità» dell'ordine giudiziario aumenta se prende atto di quello che non va al suo interno e se assume «un ruolo propulsivo» per il superamento della crisi della giustizia, pur dovendo sempre osservare un«rigoroso rispetto delle scelte del Parlamento».
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