Accenture, team di crescita tra la tecnologia e la scienza

«Combiniamo le conoscenze di chi opera con noi per sviluppare i sistemi organizzativi e informatici dei nostri clienti»

Gli studenti del liceo scientifico Mercalli con lo staff di Accenture Giovanna De Falco
Gli studenti del liceo scientifico Mercalli con lo staff di Accenture Giovanna De Falco
di Antonio Vastarelli
Mercoledì 17 Aprile 2024, 12:00
4 Minuti di Lettura

«In Accenture c'è un mondo di specializzazioni e una grande varietà di aree alle quali potersi dedicare». È Marzia Trivellini (learning & development manager) a spiegare le opportunità professionali offerte dalla società di servizi, leader a livello mondiale, che aiuta imprese, governi e organizzazioni a costruire il loro core business digitale: un'azienda che opera in 120 paesi con 742mila persone, di cui 22mila in Italia e 3mila a Napoli, dove è presente con numerosi uffici e centri d'innovazione.

L'occasione è il secondo incontro tra i professionisti di Accenture (coordinati dall'associate director Stefano Martino) e gli studenti della IV e V A del liceo scientifico Giuseppe Mercalli di Napoli, nell'ambito del progetto Studiare l'impresa, l'impresa di studiare, promosso dall'Unione industriali Napoli, in collaborazione con Il Mattino e l'Ufficio scolastico regionale. Accenture combina conoscenza tecnologica ed esperienza nei principali settori industriali operando nelle aree Strategy & Consulting, Technology, Operations, Industry X e Accenture Song, che racchiudono un ampio spettro di competenze e funzioni. La security expert Francesca Adamo, ad esempio, paragona il suo lavoro a «quello di chi deve difendere il castello dalle intrusioni nemiche, gli hacker, per proteggerne la sicurezza». La consultant Giovanna De Falco, poi, racconta: «Accenture mi ha dato la possibilità di viaggiare per il mondo e partecipare a progetti di consulenza per importanti aziende italiane ed internazionali». 

Gli studenti 

Tante le domande degli studenti. Matteo Vecci e Giorgio Calvanese vogliono sapere: «Quali sono le figure professionali e le lauree più richieste?» La risposta è che in prevalenza sono ricercati i profili con esperienza in materie Stem (scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche). Ma sempre più vengono presi in considerazione studenti con formazione interdisciplinare e umanistica. Tra l'altro, per lavorare in Accenture, si sottolinea, le competenze tecniche sono importanti, ma spesso si acquisiscono grazie alla formazione continua offerta dall'azienda. Contano molto anche la conoscenza della lingua inglese e le soft skills, in particolare la capacità di lavorare in team, di saper comunicare e relazionarsi. Il lavoro di squadra, quindi, è fondamentale.
«Ma come riuscite a collaborare senza entrare in competizione?» domanda Costanza De Miranda. Semplice: chi non lavora per l'obiettivo comune non va molto lontano, è il mantra. «Ma perché scegliere di entrare in Accenture?» chiede, poi, Margherita Ricciardi. Perché è una realtà dinamica, che dà la possibilità di lavorare con clienti importanti toccando con mano le ultime innovazioni tecnologiche, assicurano i professionisti dell'azienda.
«Lavorate anche per le piccole imprese?» vuol sapere Mario Paliotto. La risposta è: offriamo consulenza a tutte le realtà che vogliono intraprendere un percorso di trasformazione digitale. Particolare interesse suscita il tema dell'Intelligenza artificiale, introdotto dalla prompt engineer di Accenture Ilaria Di Maio che spiega come il suo lavoro sia quello «di allenare l'intelligenza artificiale fornendole dati e suggerimenti in modo che possa fare ragionamenti logici e dare risposte. Un compito delicato sottolinea perché, se non si inseriscono informazioni corrette, le risposte saranno sbagliate: pensate cosa potrebbe accadere in campo medico per le diagnosi». 

La sfida 

Ciò nonostante, Di Maio non teme la IA. «Perché è così fermamente convinta che questa tecnologia non potrà sostituirsi all'uomo?» le chiede Giulia Fantoni. «Perché l'IA non è calata dall'alto: è una creazione umana, e dietro la macchina c'è sempre un meccanico che ne garantisce il corretto funzionamento» replica Di Maio. Giuseppe Di Stasio, poi, domanda: «Già utilizzate la IA nel vostro lavoro?». «Lo ha agevolato?» aggiunge Beatrice Zoccolillo. «Il cambiamento non ci spaventa: la mia esperienza mi porta a credere che l'IA non sostituirà mai lo sviluppatore, anzi già utilizziamo copiloti che, in alcuni casi, ci aiutano a dimezzare i tempi di programmazione» spiega il software developer Fabio Chianese

© RIPRODUZIONE RISERVATA