Sul banco degli accusati c’è l’Ocse, l’organizzazione internazionale per la cooperazione e lo sviluppo che nel 2000 ha lanciato il progetto Pisa (programma internazionale di valutazione degli studenti), sul cui modello si sono moltiplicati in molti paesi i test per valutare gli studenti (in Italia mediante l’Invalsi).
«Siamo sinceramente preoccupati - si legge nell’appello - per le conseguenze negative delle classifiche Pisa». Si è aperta una gara mondiale per guadagnare posizioni (gli Stati Uniti hanno appena lanciato uno specifico progetto che si chiama «Race to the top», cioè corsa al vertice) con il risultato che si moltiplica l’uso di test standardizzati per valutare gli studenti, i docenti e gli amministratori delle scuole.
«Il test Pisa - criticano i professori - enfatizza una ristretta gamma di aspetti misurabili della formazione e di conseguenza distoglie l’attenzione da obiettivi formativi meno misurabili o non misurabili affatto, come lo sviluppo fisico, morale, civile e artistico, restringendo pericolosamente la nostra immaginazione collettiva in merito a ciò che l’istruzione è o dovrebbe essere».

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