Diletta Leotta, il bacio rubato con Ryan Friedkin (figlio del patron della Roma) costa caro: multa da 40mila euro

La conduttrice sportiva era stata fotografata in atteggiamenti intimi insieme a Ryan Friedkin

Diletta Leotta, il bacio rubato con Ryan Friedkin (figlio del patron della Roma) costa caro: multa da 40mila euro
Diletta Leotta, il bacio rubato con Ryan Friedkin (figlio del patron della Roma) costa caro: multa da 40mila euro
Giovedì 27 Luglio 2023, 18:00
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Per Diletta Leotta è ormai acqua passata, in termini sentimentali, ma è tema attualissimo in fatto di vittoria davanti alla Giustizia. Si parla, infatti, di quando la conduttrice sportiva di Dazn venne paparazzata a baciare il figlio del magnate americano e proprietario della Roma, Ryan Friedkin. Il Garante della Privacy ha dato ragione alla futura mamma ed ha appioppato una multa salatissima agli autori dello scatto. 

Come racconta il Quotidiano Nazionale, era il 2021 quando Striscia La Notizia consegnò il Tapiro d'Oro a Diletta Leotta per un presunto tradimento di lei ai danni dell'allora compagno Can Yaman. Tutto nacque perché il settimanale Oggi pubblicò una foto proibita catturata da un drone aereo: l'immagine ritraeva la conduttrice sportiva mentre si scambiava un bacio con il magnate americano Ryan Friedkin.

Intervistata da Valerio Steffelli, Diletta Leotta fu costretta a precisare che lo scatto risaliva al 2020 e che: «A 29 anni, se sei single, un limone te lo puoi anche concedere». 

La conduttrice, però, infastidita dalla violazione della sua privacy, denunciò la vicenda al Garante della Privacy lamentando che: «Lo scatto era stato scelto apposta per indurre il pubblico a ritenere che fosse in atto un tradimento». 

 

Il Garante della Privacy ha dato ragione a Diletta Leotta perché: «L'interesse pubblico di un'informazione giornalistica non può giustificare la compressione del diritto al rispetto della vita privata di una persona, pur se personaggio pubblico» e inoltre: «La foto ritrae momenti di vita privata svoltisi in alcuni ambienti del suo appartamento sito a un’altezza (quarto piano) idoneo, in quanto tale, a far presumere un certo riserbo rispetto allo sguardo di chi si trovi a transitare sul piano strada». E dimostrano «un uso non corretto di tecniche invasive e quindi una raccolta di dati personali, anche strettamente privati, in violazione dei principi generali di correttezza e trasparenza». Gli avvocati del settimanale sostengono che sia stato utilizzato un obiettivo normale per scattare la foto. Tesi che il Garante non ha accettato decidendo per una multa salatissima che ammonta a 40 mila euro. 

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