«Ho fatto il botox perché odiavo le rughe sulla mia fronte, ma me ne sono pentita subito. Quando è svanito l'effetto ero sollevata»

Ogni volta che Julia si lamentava delle sue rughe, parlandone con gli amici o col fidanzato, l'argomento veniva presto liquidato con un "ma per favore" o qualcosa di simile

«Ho fatto il botox perché odiavo le rughe sulla mia fronte, ma me ne sono pentita subito. Quando è svanito l'effetto ero sollevata»
«Ho fatto il botox perché odiavo le rughe sulla mia fronte, ma me ne sono pentita subito. Quando è svanito l'effetto ero sollevata»
di Hylia Rossi
Venerdì 16 Febbraio 2024, 19:00
4 Minuti di Lettura

Accettare il proprio aspetto, compresi i difetti, è per molti un percorso estremamente lungo e accidentato, pieno di ostacoli invisibili fino all'ultimo secondo, finché non è troppo tardi per saltarli. In una società che ci investe, quotidianamente, con degli standard di bellezza sempre più irraggiungibili - tra modelli creati con l'intelligenza artificiale e filtri che modificano la struttura facciale per renderla perfetta - l'azione stessa di guardarsi allo specchio diventa una vera e propria prova di coraggio. 

E quando quel coraggio si trova, viene spontaneo paragonare ciò che vediamo con l'immagine irreale a cui ci viene imposto - consapevolmente o meno - di assomigliare il più possibile.

Se non succede, l'insicurezza e l'insoddisfazione prendono il sopravvento e ci possono spingere verso il desiderio di fare qualcosa di concreto per cambiare la situazione. 

Proprio come è successo a Julia Pugachevsky, che ha raccontato la sua esperienza su Business Insider: «Ho zoommato sulla foto che il mio ragazzo mi aveva appena fatto, quella scattata pochi momenti dopo il nostro fidanzamento. Subito, ho squittito “Ugh, ma cos'è quella roba!”, indicando le lunghe pieghe che si estendevano sulla mia fronte». 

Ogni volta che Julia si lamentava delle sue rughe, parlandone con gli amici o col fidanzato, l'argomento veniva presto liquidato con un “ma per favore” o qualcosa di simile. Per quanto gli altri potessero in qualche modo rassicurarla, il disagio provato non accennava a sparire: «Vedevo altre donne della mia età con le stesse linee sulla fronte, una conseguenza naturale del passare del tempo, e le trovavo davvero belle. Ma le mie? Volevo che sparissero».

Dopo il fallimento di diversi metodi e prodotti anti-età, alla fine Julia ha deciso di provare il botox, che ha avuto esattamente il risultato desiderato: «La pelle sopra i miei occhi era tesa, liscia, come se avessi passato i miei 32 anni di vita nella tranquillità di una magione dalle sfumature pastello e non stretta in un piccolo appartamento di New York». Così ha guadagnato ciò che voleva, senza però rendersi conto che avrebbe perso qualcos'altro: la capacità di esprimere le proprie emozioni e dipingerle sul viso. 

«Sembravo arrabbiata, annoiata o depressa, quando magari ero emozionata», scrive Julia. «I miei amici e la mia famiglia non riuscivano più a capire cosa provassi. Dato che ho una voce abbastanza monotona, per anni mi sono affidata alle mie sopracciglia per esprimermi, dallo choc alla gioia. Infatti, le mie foto del liceo mi vedono sempre con le sopracciglia alte, fin quasi ai capelli, per la sorpresa o la felicità... che poi è il motivo per cui mi sono venute quelle rughe (oltre a non aver messo la crema solare per gran parte dei miei vent'anni)». 

Quando ha rivelato ai propri affetti di aver utilizzato il botox, hanno tirato tutti un sospiro di sollievo: «Mi chiedevo perché sembrassi così arrabbiata, mi ha detto mia madre durante le vacanze». Nonostante provasse in tutti i modi ad arricciare la fronte, Julia non riusciva a scalfire minimamente la pelle, «tranne un piccolo spasmo nel sopracciglio destro».

«Dopo un mese, circa - continua Julia - il botox ha cominciato pian piano a svanire. Le linee non rimanevano, ma riuscivo a muovere la faccia liberamente, come prima». Se inizialmente voleva che durasse il più possibile per rifarsi dei soldi spesi, «alla fine ero sollevata. Ora sono agli sgoccioli del trattamento e le rughe, anche se sono poco visibili ancora, stanno tornando. Sorprendentemente... ne sono felice».

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