Enrica Bonaccorti: «Non venivo presa sul serio, così mi sono ridotta il seno. Playboy? Mi sono vergognata, ma avevo bisogno di soldi»

Dai flirt con Renato Zero e Michele Placido agli anni di "Non è la Rai", il racconto della conduttrice

Enrica Bonaccorti: «Non venivo presa sul serio, così mi sono ridotta il seno. Playboy? Mi sono vergognata, ma avevo bisogno di soldi»
Enrica Bonaccorti: «Non venivo presa sul serio, così mi sono ridotta il seno. Playboy? Mi sono vergognata, ma avevo bisogno di soldi»
Venerdì 5 Aprile 2024, 10:10 - Ultimo agg. 12:49
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Enrica Bonaccorti e Renato Zero erano inseparabili. La notte di Roma è stata loro per un periodo. E non senza un problema. Dalle loro giornate trascorse in Piazza Navona al tamponamento con la Rolls-Royce (guidava Enrica). Sempre insieme. «Con Renato - racconta Enrica al Corriere della Sera - mi si era sciolto il cuore, sentivo che dentro aveva una forza esplosiva. Facevamo spettacolini di cabaret. Lo accompagnavo con la 500 beige di mia madre, per non farlo andare in giro da solo, già con piume, trucco e tutine aderenti. A volte mettevo il tailleur e la borsa di mamma e fingevo di essere la sua manager. “Salve, vorrei proporvi lo show di Renato Fiacchini”».

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Da Renato Zero a Michele Placido

Altri tempi. Tempi in cui Enrica era "affascinata" da Renato. E Renato «mi voleva bene - racconta al Corsera - Baci ce ne sono stati. E molti abbracci. “Sei tanta”, mi diceva, ridendo delle mie forme prorompenti. Un’amicizia cosparsa di tenerezza e tanti sogni». Tra di loro si era parlato anche di un possibile matrimonio. Nozze prontamente smentite: «Era uno scherzo. Tempo fa gli ho chiesto. “Renà, tiricordi che mi volevi sposare?”. “Enrì, sarò stato ubriaco”». Diverso invece il rapporto con Michele Placido. «Ci fu un flirtino.

Conosciuto pure lui a piazza Navona. Era bello, lo accompagnavo a teatro con la solita 500».

Enrica è cresciuta in caserma a Genova fino all'età di 13 anni. Poi Sassari per via del trasferimento del padre colonnello della Polizia ferroviaria. Gambe lunghe e forme prorompenti grazie anche a «un seno esuberante, fiorito dai 16 in poi. Le continue battute dei ragazzi mi davano fastidio. Mi sentivo cercata solo per quello, io che per distrarli citavo Ungaretti». Ma non servì a niente. Allora decise di ridursi il seno: «Quelle come me non venivano prese sul serio, non sembravano intelligenti. Mi sono informata, due giorni dopo ero ricoverata in una clinichetta di Primavalle».

Playboy, la Rai e i nuovi amori

Tra le tante cose fatte c'è anche Playboy: «Ho perso mio padre a 19 anni, mamma era insegnante, non potevo appoggiarmi a lei, dovevo guadagnare. Facevo teatro, non bastava. Avevo già mia figlia. Però non era una rivista sconcia, accanto alle foto sexy c’erano articoli di Eco, di Arbasino. Lo fecero pure la Berti, la Zanicchi, Sabina Ciuffini. Mi pagarono 2 milioni di lire. Sul set mi vergognavo: quando il fotografo mi toccò una gamba cacciai un urlo».

Poi la televisione, dalla sostituzione di Raffaella Carrà a Pronto chi gioca a Non è la Rai. «Lì mi preoccupavo per le ragazzine, temevo che restassero deluse. Antonella Elia era la più faticosa, però brava. Yvonne Sciò si legò molto a me. Davo molti consigli di cuore». Poi Enrica Bonaccorti lasciò la tv per amore del principe Carlo di Borbone. «Lo vidi entrare in un locale, dopo quattro passi ero già innamorata. “Chi è quello lì? Lo voglio, è mio”. Mi invitò a ballare. Colpo di fulmine. Tutte le mie relazioni migliori sono nate così. Sono stati gli anni più belli, dorati».

Non si è mai pentita ma «il lavoro - dice sempre al Corsera - è come un autobus affollato: se scendi, il posto non lo trovi più». E a proposito di amori, l'ultimo di Enrica quello con Giacomo: «Insieme 22 anni, è scomparso nel 2021, mi manca tantissimo, lo penso sempre. Dolce e gentile. Con lui potevo essere davvero come sono». Ora «spero proprio di non innamorarmi mai più e che nessuno si innamori di me, vorrei stare tranquilla, ho già dato».

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