«È morta mia suocera, ma il capo mi ha chiamato e mi ha detto di presentarmi in ufficio: gli ho detto di no, sono rimasta con mio marito»

La donna aveva da poco scoperto il corpo della suocera in cucina, eppure non le è stato dato modo di processare il lutto e prendersi cura del marito

«È morta mia suocera, ma il capo mi ha chiamato e mi detto di presentarmi in ufficio: gli ho detto di no, sono rimasta con mio marito»
«È morta mia suocera, ma il capo mi ha chiamato e mi detto di presentarmi in ufficio: gli ho detto di no, sono rimasta con mio marito»
di Hylia Rossi
Martedì 19 Marzo 2024, 13:00
4 Minuti di Lettura

Lavoro e lutto, due concetti che si rivelano spesso particolarmente difficili da conciliare. Da una parte c'è un dipendente che ha a che fare con il dolore di una perdita, un sentimento del tutto personale che può essere più o meno debilitante a seconda dell'individuo e che richiede tempi diversi per poter essere processato. Dall'altra c'è un capo, o meglio un'azienda, che deve necessariamente raggiungere gli obiettivi prefissati. 

Troppo spesso questi obiettivi diventano più importanti delle vite di tutti coloro che investono le proprie competenze nel loro raggiungimento.

La sensibilità dei dirigenti, del capo, dei manager finisce, così, per sottomettersi alla logica del profitto, e ne risente la salute dei lavoratori. Come un cane che si morde la coda, ciò a sua volta riduce la performance degli impiegati e ne risente l'azienda. 

Una donna si è espressa in proposito attraverso un video pubblicato su TikTok e racconta il terribile modo in cui il suo datore di lavoro ha gestito il lutto che stava attraversando, un approccio piuttosto frequente a giudicare dalle esperienze degli utenti che hanno commentato. 

@thedeadbook.co POV: your workplace doesn’t understand how to handle grief and bereavement. The cost of living allows pur careers to rule how we grieve and the space we need to do so. Let’s change the conversation here. #something #100k #account #workplaceproblems ♬ original sound - The Deadbook™

«Pochi giorni dopo aver scoperto mia suocera morta, in cucina - racconta la donna -, mi ha mandato un messaggio il capo: La prossima settimana torni in ufficio, vero?. No, certo che no. Ho bisogno di ritrovare un senso di normalità, di stabilità». Per quanto si possa essere necessari sul posto di lavoro, ci sarà sempre qualcuno che può imparare ed eventualmente rimpiazzarci. Lo stesso non si può dire, tuttavia, per il posto che occupiamo nella vita dei nostri affetti. 

Si tratta di una questione di priorità, e per quanto lo stipendio è quello che ci permette di acquistare i beni di prima necessità, non c'è un solo modo per ottenerlo. «Volevo tornare in ufficio, ma allo stesso tempo non me la sentivo di lasciare mio marito a casa da solo, specialmente perché il mio lavoro può essere portato avanti anche da casa». 

Un mese dopo il lutto, la donna prende un giorno di ferie per passarlo con la sua famiglia e medicare tutti insieme le ferite con amore e risate. Tuttavia, il suo capo ha deciso di telefonarle, due volte, per parlare di una questione che a quanto dice la donna non era affatto urgente e poteva essere trattata in un secondo momento. «Poi, mi ha detto che avrei dovuto presentarmi in ufficio con un sorriso e portare spirito di squadra tra i colleghi - spiega la donna, basita -. Ero ancora in un momento di lutto e mi ha detto di sorridere, di avere un atteggiamento positivo». 

Gli utenti hanno espresso il loro supporto nei confronti della donna e hanno criticato il modo in cui il capo ha gestito la faccenda, facendo presente che un giorno di ferie non deve in alcun caso essere disturbato da questioni che hanno a che fare con il lavoro. Qualcuno racconta la propria esperienzaa in proposito: «Avevo il giorno libero per il funerale di mio nonno e lo stesso giorno avremmo dovuto lanciare un progetto. Uno dei miei colleghi mi ha chiesto di rimandare il mio impegno, qualunque fosse». 

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