Camorra, scorta revocata al vigile anti-abusivi: «Cessato allarme»

Biagio Chiariello, comandante della municipale di Arzano, minacciato dopo il censimento degli alloggi

Biagio Chiariello
Biagio Chiariello
di Leandro Del Gaudio e Marco Di Caterino
Giovedì 20 Aprile 2023, 00:01 - Ultimo agg. 17:00
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Poche righe per chiarire che l’allarme è cessato, che l’emergenza è finita, in una nota che gli è stata notificata pochi giorni fa, nel pieno della sua giornata di lavoro. Niente scorta per Biagio Chiariello, il comandante della polizia municipale di Arzano che si è distinto in questi anni per le sue denunce contro camorra e malaffare, all’ombra dei palazzoni della 167 di Arzano. Chiaro il ragionamento che sta alla base del provvedimento adottato in sede di comitato per l’ordine pubblico e per la sicurezza: ci sono stati arresti e condanne di soggetti legati ai Monfregolo, ala criminale che si è contrapposta ai Cristiano, quanto basta - nell’ottica del Comitato - a rendere meno attuale il rischio di una vendetta da parte di soggetti in odore di camorra. Fatto sta che dal 12 aprile, non è passato inosservata la mancanza di tutele in favore del comandante dei caschi bianchi, che - doveroso sottolinearlo - continua a condurre la propria azione di controllo e di indagine contro ogni forma di illegalità.

Una svolta destinata a far discutere, in uno spaccato cittadino ricco di iniziative costruttive e di talenti, ma che resta alle prese con problemi atavici: parliamo delle occupazioni abusive di interi lotti di alloggi all’interno delle palazzine popolari edificate negli anni del dopo terremoto, dove spesso le condizioni di indigenza di migliaia di persone diventano terreno fertile per traffici di droga e attività illecite. Ma restiamo al provvedimento di revoca adottato in questi giorni al termine della nuova valutazione dello scenario alle porte di Napoli. E facciamo un passo indietro. Siamo a marzo del 2022, quando il prefetto dispose la scorta per il comandante Biagio Chiariello. Tredici mesi fa un provvedimento di urgenza, di fronte alle minacce di morte che erano state indirizzate al capo dei vigili urbani. In sintesi, Chiariello era indicato come un «nemico di Arzano», sulla scorta della decisione di dare corso a un censimento capillare degli alloggi all’interno della 167 e della platea di abitanti.

Uno screening che ha dato corso a una serie di iniziative concrete, fondate su un principio semplice ed efficace nel suo insieme: chi ha occupato un alloggio in modo violento (ovviamente da abusivo) viene segnalato all’autorità giudiziaria e perde uno dei requisiti decisivi per accedere al reddito di cittadinanza, ma anche per esercitare il diritto di voto. Come a dire: niente sussidio di povertà per chi occupa abusivamente (ripetiamo: con violenza), niente reddito, niente esercizio del voto che, in un contesto come quello alle porte di Napoli, diventa spesso materia di scambio. 

E non è tutto. In questi mesi, il comandante Chiariello ha portato a termine iniziative su più livelli. Ha dato fastidio a tanti “irregolari”: come per l’abbattimento abusivo arredato in stile gomorra, fatto realizzare da un parente del boss Cristiano; come quando il comandante Chiariello ha annullato la processione della Madonna dell’Arco, che veniva portata in trionfo senza alcun permesso di natura amministrativa. Stessa determinazione nel multare Giosuè Belgiorno, padre di un 12enne ripreso in un video mentre era alla guida di un’auto lanciata a tutta velocità ad Arzano, per il quale è stata formalizzata una multa, con tanto di segnalazione al Tribunale dei Minori. 

Fatto sta che la notizia della revoca della scorta al comandante Chiariello torna ad accendere i riflettori su un intero contesto metropolitano, proprio alla luce del lavoro di denuncia svolto all’indomani del suo insediamento nella cittadina alle porte di Napoli. Non solo abusivi nelle case popolari, a ricostruire le mosse del capo dei vigili. Ci sono denunce che riguardano il settore delle pompe funebri, che - come è noto - viene condotto da queste parti da aziende in grado di muoversi su più comuni che afferiscono alla stessa struttura cimiteriale. Poi ci sono le interdittive antimafia che hanno colpito aziende in odore di camorra e alcune irregolarità nella gestione di servizi strategici per la vita di uno o più paesi, nella fitta conurbazione urbana che unisce Napoli a Caserta. Attività destinate ad andare avanti, anche senza un presidio di scorta, soprattutto alla luce dei rapporti di fiducia che Chiariello riscontra quotidianamente nei rapporti con l’autorità giudiziaria di Napoli e di Napoli nord. Possibile comunque che il comandante decida di fare un accesso agli atti, per analizzare pareri e verbali del comitato, senza escludere un ricorso amministrativo ai giudici del Tar. 

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