Caivano, sgomberi negli alloggi della camorra e pressing dei clan: l'urlo di don Patriciello

L'ordine dei boss: disertare il catechismo e l'oratorio

Don Maurizio Patriciello
Don Maurizio Patriciello
di Marco Di Caterino
Lunedì 26 Febbraio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 27 Febbraio, 14:30
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Tira una brutta aria nel Parco Verde. Venti di rivolta. Nemmeno sottaciuti. Dopo la complicata giornata di sabato, con un centinaio di manifestanti a bloccare le strade di ingresso del Parco Verde e l'inquietante incendio di due cassonetti posizionati sul marciapiede dell'istituto «Morano», avanza anche l'ombra della camorra su inquietanti circostanze sulle quali dall'altare ha alzato il velo don Maurizio Patriciello: i boss avrebbero ordinato all'intero quartiere di non mandare i bambini al catechismo e all'oratorio della parrocchia di San Paolo Apostolo, e di non partecipare alla messa vespertina nella chiesa di don Maurizio Patriciello, ventilando anche l'occupazione della parrocchia.

Un attacco frontale, senza precedenti, a don Maurizio, prete coraggioso, che vive di Vangelo e Costituzione, già finito nel mirino della camorra perché additato come “colpevole” degli sfratti, dopo che una fuga di notizie aveva anticipato l'imminenza degli sgomberi coatti. Una situazione poi rientrata dopo un incontro in parrocchia con i destinatari dei provvedimenti nel corso del quale don Maurizio, accolto con fragorosi applausi, aveva letto e spiegato un comunicato della procura di Napoli Nord, che di fatto rimandava gli sgomberi alla valutazione delle singole posizioni personali, familiari ed economiche. Intanto, domani al Parco Verde è attesa la visita del prefetto Michele di Bari: «Sarò a Caivano per spiegare come si sta evolvendo la situazione sul fronte degli interventi legati alle occupazioni abusive. Voglio ribadire che lo Stato è sempre accanto ai cittadini fragili, per cui, attesa la necessità di ripristinare le regole, c'è la massima disponibilità ad esaminare i requisiti di ogni singolo nucleo familiare. Ora più che mai non saranno tollerati momenti di prevaricazione o di arroganza criminale, ma c'è la volontà di rispettare la dignità di tutte le persone che hanno diritto a una casa», ha spiegato a Il Mattino il prefetto che - come è noto - presiede una cabina di regìa ad hoc sull'emergenza occupazioni abusive, non solo a Caivano.

Insomma, la tensione sembrava essere rientrata.

Ma non è stato così. Sabato se n'è avuta la prova, con blocchi stradali e l'ennesimo attacco a don Maurizio Patriciello, che ieri mattina ha pronunciato un'omelia appassionata. «Non riesco a capire il senso della protesta. Il prefetto ci aveva dato appuntamento a martedì per incontrare i rappresentati e magari darci altre notizie più rassicuranti. E poi, perché hanno fatto girare la voce che don Maurizio aveva mandato i carabinieri con il manganello? Io non ho alcun potere del genere e, come ben sapete, sono al fianco a chi subisce torti. Vorrei sapere chi ha messo queste voci in giro e soprattutto il perché. Sicuramente non sono state persone per bene, ma quelle per male. E poi ha continuato il parroco perché hanno impedito alle persone di venire a messa? Sappiatelo: anche oggi domenica, è stato imposto il divieto. Succede dunque qualcosa di terribile. Come quella di non mandare i bambini al catechismo e all'oratorio. Sabato sera, ero fuori Napoli per un impegno, volevano anche occupare la chiesa. Dalle telecamere ho visto per tutta la notte due auto con persone a bordo, fermate davanti al cancello della parrocchia. Se volete occupare il tempio di Nostro Signore, vi do le chiavi, la lascio aperta. Ma se non volete farlo, perché e che senso ha questa minaccia». Poi l'affondo: «Ma chi sono queste persone che vogliono fare precipitare nel caos il Parco Verde? Non è un popolo intero, ma solo qualche decina di persone. Ed ho riflettuto sul perché. La spiegazione sta nelle motivazioni della Procura della Repubblica di Napoli Nord sul rinvio degli sfratti, sull'analisi di ogni singolo caso tenendo conto della situazione personale, familiare ed economica. Ora, se sì è costruito negli spazi comuni, sui solai, e in altri posti, c'è il rischio concreto di essere sfrattati. Non è più tempo dei sindaci che vinte le elezioni, sono venuti nel Parco Verde, sottobraccio e in corteo a festeggiare. Poi più nulla. Per 35anni. Ora Caivano paga un prezzo per colpo che non sono tutte sue».

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Infine l'accorato appello: «Vorrei sapere chi sono questi camorristi che non vogliono che i bambini frequentino l'oratorio e nemmeno il catechismo? Chi sono questi camorristi che spaventano e terrorizzano le persone perbene? A chi e perché vogliono far paura? Certamente non a me». La tensione è a livelli altissimi, in attesa dell'arrivo per domani del prefetto di Napoli. L'ambiente bolle. Sulla chat «tutti senza tetto» come un mantra malefico e indicata la soluzione per gli sfratti coatti. Un esplicito: «O per tutti o per nessuno». E in quel per «tutti», c'è la volontà dei familiari dei camorristi in galera, veri registi della strategia del terrore, di non perdere le quattro mura, di non perdere gli attici costruiti sui solai, di non perdere gli ambienti blindati per lo spaccio, realizzati negli spazi comuni. E magari di non perdere l'incasso dei fitti degli alloggi «assegnati» dal clan agli occupanti abusivi. 

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