Tira una brutta aria nel Parco Verde. Venti di rivolta. Nemmeno sottaciuti. Dopo la complicata giornata di sabato, con un centinaio di manifestanti a bloccare le strade di ingresso del Parco Verde e l'inquietante incendio di due cassonetti posizionati sul marciapiede dell'istituto «Morano», avanza anche l'ombra della camorra su inquietanti circostanze sulle quali dall'altare ha alzato il velo don Maurizio Patriciello: i boss avrebbero ordinato all'intero quartiere di non mandare i bambini al catechismo e all'oratorio della parrocchia di San Paolo Apostolo, e di non partecipare alla messa vespertina nella chiesa di don Maurizio Patriciello, ventilando anche l'occupazione della parrocchia.
Un attacco frontale, senza precedenti, a don Maurizio, prete coraggioso, che vive di Vangelo e Costituzione, già finito nel mirino della camorra perché additato come “colpevole” degli sfratti, dopo che una fuga di notizie aveva anticipato l'imminenza degli sgomberi coatti. Una situazione poi rientrata dopo un incontro in parrocchia con i destinatari dei provvedimenti nel corso del quale don Maurizio, accolto con fragorosi applausi, aveva letto e spiegato un comunicato della procura di Napoli Nord, che di fatto rimandava gli sgomberi alla valutazione delle singole posizioni personali, familiari ed economiche. Intanto, domani al Parco Verde è attesa la visita del prefetto Michele di Bari: «Sarò a Caivano per spiegare come si sta evolvendo la situazione sul fronte degli interventi legati alle occupazioni abusive. Voglio ribadire che lo Stato è sempre accanto ai cittadini fragili, per cui, attesa la necessità di ripristinare le regole, c'è la massima disponibilità ad esaminare i requisiti di ogni singolo nucleo familiare. Ora più che mai non saranno tollerati momenti di prevaricazione o di arroganza criminale, ma c'è la volontà di rispettare la dignità di tutte le persone che hanno diritto a una casa», ha spiegato a Il Mattino il prefetto che - come è noto - presiede una cabina di regìa ad hoc sull'emergenza occupazioni abusive, non solo a Caivano.
Insomma, la tensione sembrava essere rientrata.
Infine l'accorato appello: «Vorrei sapere chi sono questi camorristi che non vogliono che i bambini frequentino l'oratorio e nemmeno il catechismo? Chi sono questi camorristi che spaventano e terrorizzano le persone perbene? A chi e perché vogliono far paura? Certamente non a me». La tensione è a livelli altissimi, in attesa dell'arrivo per domani del prefetto di Napoli. L'ambiente bolle. Sulla chat «tutti senza tetto» come un mantra malefico e indicata la soluzione per gli sfratti coatti. Un esplicito: «O per tutti o per nessuno». E in quel per «tutti», c'è la volontà dei familiari dei camorristi in galera, veri registi della strategia del terrore, di non perdere le quattro mura, di non perdere gli attici costruiti sui solai, di non perdere gli ambienti blindati per lo spaccio, realizzati negli spazi comuni. E magari di non perdere l'incasso dei fitti degli alloggi «assegnati» dal clan agli occupanti abusivi.