Ischia un anno dopo la frana: «Mai più scempi sul nostro territorio»

Emozione per il ricordo dei dodici cittadini travolti dalla frana dell’anno scorso

De Luca con Musumeci
De Luca con Musumeci
di Adolfo Pappalardo
Lunedì 27 Novembre 2023, 00:01 - Ultimo agg. 18:30
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Casamicciola. Il ricordo ad un anno dalla tragedia è anche un mea culpa collettivo. «Queste dodici morti non dovranno restare inutili, tutti ne siamo colpevoli. Perché le amministrazioni pubbliche hanno il dovere di tenere i loro cittadini al sicuro», dice Giosi Ferrandino, sindaco di Casamicciola da giugno, prima di scandire i nomi delle 12 povere vittime della frana. Quella di giusto un anno fa, appunto, che sconvolse una comunità ancora traumatizzata dal sisma dell’agosto 2017. Accanto a lui, il governatore Vincenzo De Luca, il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, il commissario Giovanni Legnini e il ministro Nello Musumeci. Tutti uniti nel ricordo in questo hotel che si affaccia sul porto che 12 mesi fa era solo una landa desolata di fango e detriti. Mentre il comune deve fare i conti ancora oggi con la doppia ricostruzione, sisma e frana, che ne fanno un unicum per la sua complessità. Con l’incubo dei fondi. Che ora ci sono, vengono spesi ma serve la garanzia per il futuro. «Serve uno stanziamento pluriennale», diranno infatti non a caso sia il commissario Legnini che il governatore De Luca. Quasi 1,3 miliardi il costo complessivo, di cui circa 300 milioni stanziati sinora. «A queste morti, mai più ne dovranno seguire altre», dirà poi il vescovo Carlo Villano alla messa delle 18 nella Basilica Santa Maria Maddalena.

La giornata inizia con la deposizione da parte del sindaco Ferrandino, alla presenza dei parenti delle vittime e del commissario Legnini, di una corona di fiori sul Celario, in uno dei luoghi più colpiti. Qui infatti si abbattè la frana dal monte Epomeo nella sua massima violenza e proprio qui morirono la maggior parte delle vittime. Interi nuclei familiari che passarono dal sonno alla morte quasi senza accorgersene. 

Poi un incontro più istituzionale per consegnare gli attestati di benemerenza a chi si prodigò per i primi soccorsi. Una lista lunghissima. Poi tutti rivolgono il loro pensiero alle vittime, i cui parenti sono in sala con un dolore composto. 
«Nulla sarà dimenticato ma non siamo rimasti soli.

Ora bisogna fare in modo di far tornare gli sfollati nelle case e dare certezze ai cittadini», dice sempre il sindaco, seguito da Legnini che rivolge il suo primo pensiero «alle vittime e a coloro che soffrono ancora per gli effetti delle due catastrofi naturali che si sono susseguite in un tempo ristretto». 

Il governatore ugualmente ha un primo pensiero per le vittime e un ringraziamento per i soccorritori ma non manca di lanciare un paio di frecciate. La prima: «Questa comunità è stata devastata prima dal sisma, poi dalla frana: eppure ho dovuto registrare gli attacchi per l’abusivismo edilizio. Che c’era e c’è ma è inaccettabile dare un’immagine generalizzata di delinquenza politica»; la seconda: «Ai sindaci raccomando un atteggiamento rigoroso contro questi scempi edilizi in cui sono stati tombati pure gli alvei: questo non è amministrare ma delinquere». In mezzo l’ex sindaco di Salerno rilancia la proposta di procedere alla demolizione solo degli abusi insanabili («altrimenti non abbatteremo mai 80 mila case fuori norma»). Infine «la richiesta al ministro di uno stanziamento pluriennale: per la ricostruzione e messa in sicurezza dell’isola serve un miliardo e 300 milioni di cui, attualmente, sono stati garanti soltanto 300 milioni». Una richiesta che fa anche Gaetano Manfredi, sindaco della Città metropolitana anche se non presente ieri: «Oggi è il momento del ricordo ma anche il momento per evidenziare il lavoro sull’isola per la mitigazione del rischio e per la ricostruzione. Per questo c’è bisogno di ulteriori risorse del governo». «Anche per rilanciare l’isola che è rimasta segnata», aggiunge l’ex ministro. 

 

«Raccoglieremo le proposte di De Luca con cui c’è grande amicizia», rilancia subito Musumeci che aggiunge: «Lavoriamo per difendere Casamicciola e Ischia da future calamità, da tutte quelle che sono prevedibili e che possono essere mitigate nei loro effetti. Non esiste - rimarca il ministro - il rischio zero, ma alcuni eventi possono essere ridimensionati nei loro effetti devastanti. In ogni caso ritengo sia sempre meglio, nei casi di rischi incombenti, dare l’allarme anche senza conseguenze piuttosto che minimizzare e ritrovarsi poi di fronte ad un disastro». 

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E ieri Legnini ne ha approfitta anche per tracciare il bilancio di un anno di attività della sua struttura. Un lavoro ancora lunghissimo se la frana di 12 mesi fa si porta dietro un conto di 241 edifici danneggiati (di cui 55 in modo gravissimo) e da ricostruire che diventano oltre un migliaio se si aggiungono quelli inagibili per il sisma del 2017. Un conto che riporta una stima da oltre 650 milioni di euro senza contare i 215 milioni necessari per la ricostruzione di edifici o infrastrutture pubbliche e i 354 milioni per interventi contro il dissesto idrogeologico. In totale un miliardo e 250 milioni. «Siamo un territorio molto fragile e abbiamo bisogno di aiuto per rimetterlo in sicurezza, far rientrare in casa gli sfollati e dare tempi e certezze: per questo abbiamo bisogno dell’aiuto di Regione e Governo», aggiunge infatti Ferrandino in un’ennesima richiesta d’aiuto. 

Mentre fuori, almeno ieri, un freddo gelido rende terso il panorama verso Napoli. Non ci sono quelle nuvole che per chi vive qui, nonostante i nuovi sistemi di allarme sulle cadute di pioggia, mettono sempre paura. 

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