Mare pulito a Napoli, obiettivo collettivo e depuratori: «Così svolta possibile»

Avviato il depuratore di Foce Sarno ma le acque restano ancora agitate

Mare pulito con i depuratori
Mare pulito con i depuratori
di Rosa Palomba
Sabato 8 Aprile 2023, 18:00
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Sarà ricordata come la Pasqua dei grandi numeri nei musei e dell'over booking negli hotel. Ma come sempre resta la ricorrenza che dà lo start alla stagione estiva. Al tempo delle spiagge e dei tuffi. Sarà ancora l'epoca dei litorali azzurri da lontano e sporchi da vicino? L'aspettativa è che sulla superficie del mare contaminato dai carburanti forse non galleggeranno più chiazze scure di scarichi fognari e rosse pomodoro in arrivo dal famigerato fiume Sarno. Cinquant'anni di scenari vomitevoli, litorali e bagnasciuga ad alto rischio salute, contro cui nulla hanno potuto i divieti: per oltre 700 mila persone quei circa quaranta chilometri di costa tra San Giovanni a Teduccio e Sorrento resta l'unica via di scampo contro la calura.

Il mare sarà pulito? Una svolta epocale sembra adesso al traguardo. A segnarla la settimana scorsa, l'Ente idrico campano, Regione e Gori, che hanno avviato il depuratore di Foce Sarno, tra Scafati e Pompei. Oltre 210 milioni di euro e un sospiro forse di benessere. Le acque però restano ancora agitate: all'impianto infatti, dovranno essere collegati i collettori di Torre del Greco, Boscotrecase, Boscoreale, Torre Annunziata e Trecase. «Non soltanto lavoriamo per migliorare la qualità della vita con acque pulite - ha detto all'inaugurazione dell'impianto il presidente di Gori, Sabino De Blasi - ma entro il 2023 puntiamo a ridurre le perdite idriche del 50 per cento». 

Step by step, restano i nodi delle reti fognarie e della separazione delle acque. Non serve un miracolo, ma la sinergia fra Enti. A Castellammare per esempio, avamposto della penisola sorrentina e senza un posto letto libero per i vacanzieri di primavera, c'è un bel litorale con Villa comunale e due scoli nauseabondi annessi. Quando piove, dai Comuni dei Lattari che ancora non hanno rete fognaria, arrivano acqua piovana e scarichi neri di circa 50 mila abitanti. Un inferno di cattivi odori e topi in libertà. Le correnti fanno il loro corso e nel mare che non ha barriere, dall'area stabiese al resto del Golfo, il trasporto di rifiuti è davvero breve. Al lavoro c'è la Gori che sta eseguendo interventi massicci per separare le condotte e adeguare la rete fognaria. In questo senso un sommesso allarme arriva da Vico Equense, dove è in funzione l'impianto di Punta Gradelle che quando sarà dismesso quello di Marina Grande a Sorrento, accoglierà i reflui dell'intera penisola sorrentina, turisti compresi: «Ma non tutte le città della Costiera hanno condotte separate - dice il sindaco Giuseppe Ajello - Basta un temporale e nell'impianto arriva di tutto. Una sorta di troppo pieno che non consente il corretto funzionamento della struttura. Il Comune di Vico ha già fatto le opere necessarie, però non serve se siamo gli unici». Anche tra qui e Sorrento la Gori è al lavoro, ma oltre ai nodi legati a un territorio roccioso e friabile, c'è una spinosa questione viabilità: aprire cantieri impone la chiusura delle strade con proteste dei residenti e disagi per i turisti. Lavori in corso anche a Torre del Greco, otto chilometri di costa e i refluie di circa 100 mila abitanti potranno essere connessi al collettore di Scafati destinato appunto, a cinque Comuni e oltre 200 mila residenti. Da decenni, la città del corallo può contare su un impianto nella zona porto che però esegue soltanto «sabbiatura» e «grigliatura». Nessuna depurazione, dunque. Risultato? Fondali melmosi, mare nero, bagnasciuga a rischio salute e bambini con eritemi e bolle varie. Cinquant'anni di abbandono del lungomare al centro del Golfo di Napoli, lungo otto chilometri; poi i gestori degli stabilimenti balneari hanno ripristinato i lidi, sistemato piscine d'acqua dolce e riavviato attività ricettive. Ma per le ultime tre generazioni vesuviane fare un tuffo nel «proprio» mare resta comunque un sogno. «Anche a Torre del Greco siamo al lavoro per realizzare cinque chilometri di condotte fuoricosta, raggiungere il tunnel sotterraneo di Torre Annunziata e da qui il depuratore di Foce Sarno a Scafati - dice Luigi Mennella, vicepresidente Gori - L'obiettivo è eliminare gli scarichi fognari attraverso 113 interventi, di cui 27 già finiti sul territorio della provincia di Napoli.

Il nostro cronoprogramma prevede che la rete fognaria dei 74 Comuni da noi serviti, entro il 2024 sarà ultimata al 95 per cento. La ricaduta sarà tangibile anche nei Comuni interni: con servizi migliori sarà possibile immaginare un rilancio turistico in aree ad alto interesse storico e archeologico che adesso appaiono come una Cenerentola». 

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«Il mare come un grande bidone dell'immondizia? Non è più tollerabile - dice Ciro Buonajuto, sindaco di Ercolano - Qui manca poco per ultimare la rete fognaria e il nostro collettore è già collegato al depuratore di San Giovanni, ma per risanare la costa è necessario che tutti i Comuni abbiano impianti e fogne: noi siamo al 95 per cento». E intanto la città degli Scavi guarda avanti: «Abbiamo già in gara una ciclovia - aggiunge Buonajuto - per la prima volta Ercolano avrà il lungomare, una sopraelevata sulla scogliera delle Fs». I tempi più bui impregnati di disinteresse, speculazione e abusivismo sembrano a uno stop. Una nuova rotta potrebbe portare verso una bandiera che se non sarà ancora blu potrà almeno essere azzurra.

Purché non trascorrano altri cinquant'anni. 

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