Terremoto nei Campi Flegrei ma le vie di fuga sono bloccate

Dopo la grande paura i comuni a Nord di Napoli fanno i conti con i ritardi del piano vulcanico

ll super tunne che collega la Tangenziale al porto di Pozzuoli è chiuso
ll super tunne che collega la Tangenziale al porto di Pozzuoli è chiuso
di Nello Mazzone
Venerdì 8 Settembre 2023, 23:00 - Ultimo agg. 9 Settembre, 19:14
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Il giorno dopo la grande paura, dopo la scossa che è tornata a far tremare la terra dei Campi Flegrei con una intensità di 3.9 che qui non si registrava da 39 anni, ecco che torna anche la riflessione sui piani di evacuazione e sulle vie di fuga.

Il 7 ottobre del 2015 una scossa di magnitudo 2.5 mandò in tilt il piano di fuga dalla zona alta di Pozzuoli, con migliaia di genitori impauriti che intasarono la zona di collegamento con Bagnoli e Agnano per prelevare da scuola i propri figli: si decise, allora, di rivedere e aggiornare un piano di evacuazione dalla zona rossa in caso di emergenza, ma dopo otto anni ci sono ancora cantieri aperti, gallerie chiuse, strade ostruite e auto in doppia fila. Un labirinto di pericoli e problemi, malgrado in questi otto anni i Comuni di Pozzuoli, Quarto, Bacoli, Monte di Procida, Napoli e Giugliano abbiano aggiornato i relativi piani di emergenza in caso di calamità naturale, in stretta collaborazione con Regione e Acamir, l’agenzia regionale che si occupa di mobilità, infrastrutture e reti. 

Il «Piano rischio vulcanico Campi Flegrei», che si estende anche alle altre calamità naturali che necessiterebbero una fuga entro 72 ore dei 350mila residenti dell’intera zona, prevede una serie di aree di incontro in cui radunare la popolazione da evacuare nelle regioni gemellate e l’elenco dei «Gate»: i cancelli di accesso alla viabilità a scorrimento veloce come tangenziali, autostrade e strade statali.

E qui nascono i paradossi e i problemi di un reticolo viario, qual è quello dei Campi Flegrei, che sconta ritardi e difficoltà. A cominciare da Pozzuoli. Nonostante un importante investimento pubblico da 150 milioni di euro (tra fondi europei e fondi del ministero delle Infrastrutture), dall’aprile 2021 il super tunnel da 2 chilometri, progettato dall’ingegnere greco Georgios Kalamaras che collega l’innesto della Tangenziale direttamente con il porto di Pozzuoli, è chiuso al traffico. Malgrado sia ultimato e perfino acceso l’impianto interno di illuminazione. Un’arteria fondamentale nella via di fuga per migliaia di puteolani, in caso di calamità o recrudescenza sismica, dalla costa verso le autostrade e la Statale VII-Quater Domitiana. Nonostante la crisi bradisismica, gli sciami e le esercitazioni della Protezione civile nazionale che avvennero a ottobre 2019 con EXE, l’area è ancora un cantiere. Reti metalliche sbrindellate e cartelli di divieto di ingresso nascondono a malapena il ventre della galleria. Tutto chiuso. 

Il sindaco di Pozzuoli, Luigi Manzoni, ha chiesto più volte nell’ultimo anno al ministero delle Infrastrutture e alla struttura commissariale regionale per il post-terremoto di aprirlo. «Abbiamo sbloccato miriadi di cavilli burocrati e firmato la convenzione con Tangenziale di Napoli Spa e ministero e mi hanno assicurato che tra due mesi il tunnel aprirà», dice Manzoni. Ma l’apertura imminente rischia di essere solo una mezza vittoria: in base all’aggiornamento del piano di evacuazione, approvato dalla Regione con la delibera 187 del 19 aprile 2023, bisogna aggiornare con 3 nuovi «gate» di uscita il nodo Cuma-Arco Felice per i residenti di Pozzuoli, Bacoli e Monte di Procida e il nuovo raccordo di via Campana della Tangenziale, con nuovi svincoli senza caselli di pedaggio, sarà pronto solo tra un paio di anni. Per ora è possibile solo immaginarlo, guardando oltre le reti metalliche e i cartelli di chiusura. Ipotizzarlo, guardando le cartine con i rendering dell’allegato 5 alla delibera regionale. E in attesa di avere questo nuovo e ampio svincolo, che garantirà la fluidità in uscita di 600 automobili ogni ora (come stabilito nel piano trasporti dell’Acamir), il presente è fatto di una aiuola con alberi rinsecchiti e avvolti da tubi, dove paurosamente si incontrano le auto in uscita e in entrata da Pozzuoli e dove, soprattutto, si è costretti a fare una curva a 180 gradi secchi per entrare in Tangenziale per chi proviene dalla zona del porto. 

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Impossibile svoltare agevolmente, in questo pericoloso budello, per i mezzi di soccorso dei vigili del fuoco e della protezione civile in caso di pericolo. Troppo complicato uscire da Pozzuoli, attraverso questa porta, per raggiungere le autostrade. Per non parlare della modifica al tracciato nella zona di Cuma per chi viene da Bacoli o Monte di Procida: l’esercitazione EXECampi Flegrei 2019 di protezione civile ha evidenziato problemi e criticità. Chi veniva da quella zona, praticamente, si sarebbe ritrovato ingolfato pericolosamente in un budello. Tra carreggiate ristrette e zone con auto spesso in doppia fila. Acamir ha cambiato il piano quattro mesi fa: una porta di uscita sulla Domitiana dedicata ai puteolani, una a ridosso dello svincolo di Cuma ai montesi e una terza, a ridosso di Arco Felice ai residenti di Bacoli, ma tutti – al momento – rischierebbero di ingolfarsi all’entrata di via Campana. Troppo traffico su via Miliscola, via Campi Flegrei e via Scalandrone: un rischio che aveva evidenziato già 7 anni fa il Comune di Monte di Procida nel proprio piano comunale. Tutto già scritto, ma le vie di fuga sono ancora un pericoloso labirinto. 

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