Prof aggredita a scuola, la mamma dell'alunna: «Quell'insegnante ha offeso mia figlia perciò l'ho strattonato»

«Mia figlia ha continui attacchi di panico, ha paura di rientrare e di ritrovarsi di fronte alla professoressa di inglese»

A.D. è la donna che lo scorso 23 marzo fu protagonista dell'aggressione
A.D. è la donna che lo scorso 23 marzo fu protagonista dell'aggressione
di Fiorangela d'Amora
Venerdì 7 Aprile 2023, 14:00 - Ultimo agg. 8 Aprile, 09:06
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«Non rifarei più il gesto di strattonare la professoressa, ma io non l'ho mai picchiata». A.D. è la donna che lo scorso 23 marzo fu protagonista dell'aggressione avvenuta all'interno della succursale del liceo classico «Plinio Seniore» di Castellammare. Una mamma contro la docente di inglese della figlia, per le «continue vessazioni psicologiche» subite dalla ragazza secondo il suo racconto, per l'andamento scolastico carente a detta della professoressa Lucia Celotto che ha raccontato più volte di essere stata aggredita verbalmente e fisicamente all'interno della classe. Nello studio dell'avvocato Emilio Longobardi che rappresenta A.D nelle due inchieste in corso, penale e amministrativa, la donna rivive i momenti di quella mattina, mentre Chiara (nome di fantasia) «è casa con un'amichetta».

Come sta sua figlia?
«Male, ha continui attacchi di panico.

Studia a casa, fa i compiti e li invia ai professori, ma ha paura di rientrare e di ritrovarsi di fronte alla professoressa di inglese. Si sente in colpa».

Nei confronti di chi?
«Nostri, per me e mio marito per quanto sta succedendo. Sta seguendo una terapia psicologica ma anche farmacologica».

Non crede che il suo gesto quella mattina possa aver esasperato e peggiorato il tutto?
«Sarebbero tante le cose da chiarire, ma quello che mi preme dire è che ho temuto per mia figlia, e quando ho visto la professoressa uscire dalla classe perché era finita l'ora, le sono andata incontro con rabbia, le ho detto “fai schifo, vieni a vedere mia figlia come sta” e l'ho tirata per la manica per farle vedere Chiara a terra. Poi mi sono allontanata».

Ma lei perché era al piano della classe?
«Avevo ricevuto prima dei messaggi da Chiara che mi diceva. “Mamma aiutami non ce la faccio più”; contemporaneamente è arrivata la chiamata della scuola che mi avvisava di venire alla succursale perché mia figlia non si sentiva bene».

Ed è arrivata subito? Anche assieme ai suoi familiari?
«Vivo lì vicino, sono arrivata prima solo io, sono stata identificata e ho aspettato giù che lei scendesse. Poi mi hanno detto di salire e dopo altri minuti di attesa nel corridoio mi hanno fatto avanzare verso Chiara che era in preda a una crisi convulsiva».

Ha chiamato lei l'ambulanza?
«Lo ha fatto il vicepreside dopo mia insistenza quando ha capito che Chiara stava male. È rimasta a terra mezz'ora. La professoressa di educazione fisica l'ha messa su un lato, stava per ingoiarsi la lingua».

Perché gli altri familiari erano con lei?
«Io ero con l'altra mia figlia, poi la scuola prima di chiamare me aveva contattato anche mio marito. Mia madre vedendoci li è arrivata, ma sono rimasti giù».

È consapevole che ha dato un'immagine sbagliata quella mattina, anche di fronte agli altri alunni e insegnanti?
«Mi è dispiaciuto, se tornassi indietro non rifarei il gesto nei confronti dell'insegnante ma in quel momento non ero in me. Sono una persona calma e ho dato anche un'immagine sbagliata di me».

Dopo ci sono state anche manifestazioni contro la violenza nella scuola, cosa ha pensato?
«Che erano contro di me, ma allo stesso tempo sono stati momenti di finzione. C'erano ex alunni della docente, bambini delle elementari e poche persone, nessuno studente del Classico. Nessuno è andato in fondo alla vicenda e ha tentato di capire».

La violenza non è mai una soluzione, e il suo gesto è arrivato anche in Parlamento.
«Ho visto, avrei voluto che qualche politico sentisse anche la mia versione prima di fare determinate dichiarazioni».

Chiara cambierà scuola?
«No, assolutamente. Le piace quell'indirizzo e abbiamo rapporti ottimi con tutti gli altri insegnanti. Chiara va bene a scuola, in verità anche in inglese aveva un sette e un cinque. Dove proprio non va è in matematica dove ha quattro, ma con la docente ho un rapporto bellissimo».

Allora da dove nascono i rapporti tesi con la professoressa Celotto?
«In classe Chiara veniva offesa, la professoressa le diceva che non capiva, che non era in grado di apprendere, per questo andai dalla preside a lamentarmi. Quella mattina la professoressa in classe cominciò a parlare delle mie lamentele e Chiara si sentì ancora una volta bersaglio».

Cosa è successo in questi giorni lontano da scuola per sua figlia?
«È rimasta sola, nessun compagno di classe le è stato vicino ad eccezione dell'amichetta che ora è a casa con lei. Forse in tre le hanno scritto “come stai” ma non si sono né visti né sentiti».

Come si spiega questo comportamento?
«I genitori hanno influito nel pensiero dei figli. La sola amica che non è stata influenzata è oggi a casa con Chiara. D'altronde anche i genitori ci hanno isolato, quasi tutti sul gruppo della classe ci hanno attaccato, un genitore mi chiamò persino quel pomeriggio. Credevo volesse parlare con me per capire, invece come tanti mi accusò soltanto». 

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