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Bambina ferita a Sant'Anastasia: «Come la mia Noemi, ho rivissuto quell'incubo»

L'intervista a Tania Esposito, mamma della piccola Noemi ferita da un proiettile alla schiena in piazza Nazionale

La piccola Noemi Staiano
La piccola Noemi Staiano
di Giuliana Covella
Articolo riservato agli abbonati
Giovedì 25 Maggio 2023, 11:00 - Ultimo agg. : 26 Maggio, 07:11
4 Minuti di Lettura

«Io e mio marito abbiamo rivissuto lo stesso incubo, ma non dobbiamo perdere la speranza. Però serve più sicurezza per i nostri figli, perché qui è diventato un Far West». Tania Esposito è la mamma di Noemi, la bimba che il 3 maggio 2019 fu ferita da un proiettile alla schiena in piazza Nazionale (per il quale sono stati condannanti in primo e secondo grado i fratelli Armando e Antonio Del Re). La piccola all'epoca aveva 4 anni e si ritrovò coinvolta suo malgrado in una sparatoria. La medesima circostanza che due sere fa ha visto protagonista una bambina di 10 anni colpita alla testa da una pallottola, mentre era davanti un bar pasticceria con i genitori, anch'essi feriti e con il fratellino di 6 anni, rimasto per fortuna illeso perché era con alcuni conoscenti all'interno del locale. Un'altra tragedia sfiorata che ha fatto rivivere a Noemi e ai suoi genitori Tania e Fabio Staiano quei terribili momenti. 

APPROFONDIMENTI
Bimba ferita a Sant'Anastasia, le armi da guerra nelle mani dei rampolli del clan
Il racconto dello zio: «Mia nipote voleva solo un gelato, sfiorata una strage di innocenti»
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Come avete reagito alla notizia del ferimento di un'altra bimba?
«Solo al pensiero io e mio marito ci siamo sentiti male. La storia si ripete dopo quattro anni da quello che è accaduto a noi. Posso solo immaginare come stiano i genitori di quella bambina, soprattutto la madre. Ma c'è qualcosa che fa ancora più male e fa riflettere».

Cosa?
«Ancora una volta è stata colpita una minore. Una bimba di 10 anni che era andata lì per mangiare un gelato con la mamma, il papà e il fratellino. E qualcuno le ha quasi tolto la vita perché ha sparato in un luogo pubblico a quell'ora e dove c'erano dei bambini. Non è cambiato niente da quando è successo a noi. Si continua a sparare in ogni parte della città e della provincia».

Da quel 3 maggio sono passati quattro anni. Come sta Noemi oggi?
«A 8 anni e dopo due interventi subiti ha recuperato a livello polmonare, ma ha un danno di una certa entità alla colonna vertebrale. In pratica non ha più due vertebre. I medici avrebbero anche voluto operarla, ma sarebbe stato rischioso per la sua crescita. All'inizio abbiamo trascorso due mesi al Santobono, dove mia figlia è rimasta per 10 giorni in coma e dopo ha dovuto sottoporsi ad altri due mesi di riabilitazione perché non camminava».

Poi come si è evoluta la sua situazione?
«Ha ripreso a camminare con un tutore, ma sta crescendo, è diventata una signorina e si vergogna di farsi vedere col busto. Purtroppo dovrà portarlo fino all'età dello sviluppo. Ora non si può intervenire chirurgicamente, perché è troppo piccola e né i medici né noi vogliamo sottoporla a ulteriori stress».

Chi la ha in cura ora?
«I dottori del Gemelli di Roma, dove andiamo ogni sei mesi per i controlli, ci dicono che per adesso non c'è nessun problema motorio sul midollo. Ma il danno che ha subito Noemi è grave e non lo auguro a quella madre che ora sta soffrendo come me».

La bimba ferita a Sant'Anastasia era con i familiari al bar e ha rischiato di morire. Come accadde a Noemi quel giorno
«Sì, ormai nemmeno più per un caffè o un gelato si può uscire, perché si rischia di essere feriti da un proiettile. Tutti i giorni si spara, tra stese e agguati e a pagarne le conseguenze sono le persone perbene come noi. Non è stato semplice riprendere la nostra quotidianità, ma è dura restare».

Avete mai pensato di lasciare Napoli?
«All'inizio sì, poi abbiamo scelto di restare perché ci vuole più coraggio che a scappare».

Cosa fate per sensibilizzare le coscienze dopo quel che vi è accaduto?
«Andiamo nelle scuole a parlare con i bambini, insieme alla Fondazione Polis che ci segue da sempre. Anche lo scorso 3 maggio siamo stati alla Miraglia di piazza Nazionale. Solo che poi accadono episodi come quello di due sere fa e ti scoraggi».

Qual è il suo messaggio allora?
«Allo Stato chiedo strade più sicure e controllate per i nostri figli, specie nelle piazze, davanti alle scuole e nei luoghi frequentati da bambini. Mentre alla famiglia della bimba ferita va tutta la mia vicinanza e solidarietà».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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