Incidente a Torre del Greco, la carambola in discesa dopo una sfida in auto

A velocità sostenuta lungo una strada, usciti illesi i quattro amici del giovane

118 in azione
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di Francesca Mari
Domenica 24 Marzo 2024, 23:47 - Ultimo agg. 26 Marzo, 07:29
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Una corsa con l’auto, una sfida in discesa tra amici. Una delle solite «bravate, magari in preda ai fumi dell’alcol che sempre più spesso causano incidenti stradali e morti sull’asfalto di giovanissimi. Nel 2023 in Italia sono stati circa 45mila i sinistri stradali, di cui quasi 500 mortali. Stesso copione, verosimilmente, sabato notte in via Scappi a Torre del Greco dove un’auto, una Fiat Panda, con il conducente e quattro passeggeri a bordo, tutti ventenni, si è ribaltata su se stessa. Gravi le condizioni del 23enne seduto davanti, al lato passeggero, arrivato al Pronto soccorso dell’ospedale Agostino Maresca in fin di vita, con il volto maciullato e senza un orecchio. Ora il giovane è in prognosi riservata all’ospedale Cardarelli di Napoli, l’auto è sotto sequestro mentre sulle dinamiche dell’incidente indagano la polizia stradale e la Procura di Torre Annunziata. Dalla carambola sono miracolosamente usciti illesi gli amici del 23enne.

La carambola

L’incidente è accaduto sabato notte quando un’ambulanza del 118 è stata allertata per un intervento di emergenza in via Scappi. Sul posto sono immediatamente giunte anche le volanti del commissariato di polizia di Torre del Greco, agli ordini del primo dirigente Vincenzo Centoletti. All’arrivo dei soccorsi la vettura è stata trovata totalmente capovolta e il 23enne, rimasto schiacciato, era in condizioni gravissime. Dai primi rilievi è emerso che verosimilmente il conducente andasse a velocità sostenuta lungo la strada in discesa e che, improvvisamente, abbia perso il controllo della Panda. Quest’ultima sarebbe andata ad impattare sul lato destro della strada per poi ribaltarsi. Ad avere la peggio, quindi, è stato il 23enne che avrebbe sbattuto parte del viso e del corpo sull’asfalto, restando schiacciato dall’automobile. Ora gli inquirenti faranno luce sull’accaduto. Gli amici del 23enne saranno ascoltati e potranno fare chiarezza sull’incidente. Ciò che pare certo è l’auto procedeva ad alta velocità e non è escluso che i giovani volessero fare una bravata. 

I soccorsi

Tutti i ragazzi sono stati sottoposti ai test tossicologici di cui si attendono gli esiti. Il caso, oltre a riportare l’attenzione sui numerosi incidenti, talvolta mortali, che si verificano sulle strade italiane a causa di imprudenze - oltre all’alcol una delle maggiori cause è l’utilizzo del cellulare alla guida - riaccende l’attenzione sul lavoro dei medici e del personale dei pronto soccorso, in particolare quelli di frontiera. Proprio i reparti di emergenza della Asl Napoli 3 Sud sono al centro delle cronache per le aggressioni, ma anche per la mancanza di personale che sta mandando in tilt l’assistenza. Eppure, nonostante le numerose difficoltà, le squadre di medici di emergenza-urgenza quasi ogni giorno (e notte) si trovano di fronte a situazioni al limite e salvano vite.

Così come nel caso dell’equipe chirurgica del Pronto soccorso del «Maresca che l’altra notte, guidata dal chirurgo Giandomenico Di Sarno, ha salvato la vita al giovane 23enne. «È arrivato in condizioni gravissime - ha spiegato il medico - con un pesante trauma cranio-facciale determinato da lesioni ossee del cranio. Inoltre, aveva uno pneumo-encefalo, cioè aria nel cervello, che può causare la morte immediata, e una critica situazione maxillo-facciale: mezzo volto sfigurato e un orecchio tranciato. Grazie a una nostra squadra del 118 l’orecchio è stato recuperato e ci è stato consegnato. Così ho potuto eseguire una diagnosi di competenza neuro-chirurgica e relativo intervento delicato. Una volta messo in sicurezza e stabilizzato il giovane è stato trasferito al trauma center del Cardarelli».

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Di Sarno, infine, fa riferimento alla situazione difficile che vivono gli operatori di emergenza-urgenza, specialmente nel depauperato ospedale di Torre del Greco, e al problema della fuga dei camici bianchi. «Nonostante le difficoltà salviamo vite ogni giorno - ha concluso - e quindi non c’è solo malasanità. L’elogio è per i tanti giovani medici e infermieri dell’equipe chirurgica che ogni giorno resistono. Bisogna incentivarli sennò il rischio è che vadano via da Torre del Greco».