Strada murata dal Comune di Casavatore, anziana resta isolata in casa

Blocchi di cemento per non far sversare rifiuti nella strada tra Arzano e Casavatore

Strada murata dal Comune, anziana resta isolata in casa
Strada murata dal Comune, anziana resta isolata in casa
di Marco Di Caterino
Domenica 18 Febbraio 2024, 11:47 - Ultimo agg. 12:42
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Burocrazia cieca, priva di buon senso. Tanto da isolare l'abitazione di una donna di 70 anni, che si è vista murare dal comune di Casavatore l'unica strada di accesso alla sua abitazione, che però ricade nel comune di Arzano. A complicare questo ginepraio anche una terza incognita, quella della proprietà dell'area del tratto sottostante l'asse mediano di competenza della Città Metropolitana, che di fatto divide il confine tra Casavatore e Arzano e che da anni è al centro di progetti di viabilità che potrebbero snellire per davvero il traffico in tutta la zona.

«E invece - racconta con tono sconsolato Marija Ivanov De Rosa, 70 anni, originaria della Croazia, da cinquanta anni in Italia, mamma di due figli, vedova da poco da un mese - la mia vita sociale è improvvisamente cessata.

Non posso fare la spesa, non mi arriva nemmeno la corrispondenza, e devo affidarmi al buon cuore dei vicini, che ogni tanto mi aprono i loro cancelli per evitare di fare più di un chilometro a piedi. Ma e il tono si fa spaventato alla mia età siamo più esposti ad accidenti e malori. Ma stando così le cose con quei blocchi che interrompono la strada non posso contare sulla mia auto. Figurarsi sull'arrivo di un'ambulanza, o peggio dei mezzi dei pompieri, se accadesse qualche maxi incidente sull'asse mediano».

Mentre tutte le altre abitazioni, lato Arzano, hanno un accesso alla viabilità grazie ad un vialetto privato, l'abitazione di Marija De Rosa, realizzata più di quaranta anni fa, ha solo l'accesso a questa strada di confine, senza nome, senza illuminazione pubblica e ora senza più uscite. Circa un mese fa il comune di Casavatore ha sbarrato con due pesanti blocchi di cemento via Saragat, poco più larga di un vialetto, per evitare lo sversamento illegale di rifiuti, depositati però nell'area di competenza della Città Metropolitana. 

«Abbiamo interpellato le due amministrazioni - afferma Sergio De Rosa, il figlio di Marija - rendendoci anche disponibili a collaborare per installare una telecamera. Essendoci un unico accesso non sarebbe difficile monitorare chi entra e chi esce. Ma nessuno ci ha mai risposto».

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Giocoforza, dopo aver cercato una soluzione condivisa, la donna isolata dal resto del mondo non ha potuto fare altro che rivolgersi al suo avvocato, che ha citato in giudizio i due comuni e la Città Metropolitana, che probabilmente nemmeno si è accorta di essere in qualche modo anche parte lesa, visto che i due blocchi di calcestruzzo poggiati alla fine di via Saragat di fatto impediscono l'accesso all'area di proprietà dell'ex Provincia. Magari, se al posto del muro il comune di Casavatore avesse disposto il montaggio di un cancello a sbarra, chiuso con catenacci, consegnando alla signora Marija, unica residente della zona a restare bloccata, le chiavi per l'apertura, si sarebbe trovata la quadra. Preservando l'area dello sversamento illegale dei rifiuti e garantendo a questa gentile signora di settant'anni il diritto alla mobilità. 

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