Napoli, don Battaglia a Ponticelli nel ricordo di don Agostino Cozzolino

Avviato l'iter per riconoscere le virtù dell'apprezzato sacerdote della chiesa Madonna della Neve

Don Battaglia
Don Battaglia
di Alessandro Bottone
Sabato 1 Luglio 2023, 19:59
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Napoli ricorda don Agostino Cozzolino, storico parroco di Ponticelli, quartiere nella zona orientale di Napoli. Il Servo di Dio ha lasciato un ricordo indelebile e un segno profondo del suo ministero nella comunità di Santa Maria della Neve dove è stato amato in vita e venerato poi come un santo.

Da tempo è stato avviato il processo canonico. Quella di don Cozzolino è una figura particolarmente apprezzata dai fedeli, e non soltanto. La sua persona e le sue opere sono al centro dell'attenzione della Chiesa così da approfondire e far conoscere sempre più il carisma e le virtù particolari del “parroco santo”. Lo ha fatto anche l'Arcivescovo metropolita di Napoli, don Mimmo Battaglia, in due occasioni pubbliche: la prima, la messa svoltasi stamane nella Congrega di Sant'Anna del cimitero di Ponticelli dove sono conservate le spoglie di don Cozzolino. Una riflessione più ampia è arrivata nel partecipato convegno svoltosi ieri presso la Chiesa dell’Arciconfraternità dei Pellegrini organizzato dal postulatore della causa, don Pasquale Di Luca.

Don Cozzolino - cui è dedicata una strada nel cuore del centro storico di Ponticelli - morto a sessant'anni nel 1988, sin da giovane si era dedicato all'attività seminariale dove organizzava turni di preghiera notturna coinvolgendo i giovani partecipanti. Viene ordinato sacerdote il 27 luglio 1952 e viene destinato, quale vicario parrocchiale, alla parrocchia del Santissimo Rosario in via Traccia, nel quartiere Poggioreale, dove organizzava attività di formazione e di catechesi per giovani e adulti. Dopo aver guidato varie comunità napoletane don Cozzolino, il 30 settembre 1960, è nominato parroco di Santa Maria della Neve, la chiesa storica del quartiere Ponticelli, la basilica di piazza Aprea. L’idea maestra su cui don Agostino ha fondato l’azione dei ventotto anni come parroco in Ponticelli è stata quella di "trasformare la parrocchia da semplice luogo di culto in comunità, famiglia di Dio”. Nel realizzare tale progetto ha trovato un terreno fertile nella secolare devozione alla Madonna della Neve di cui era filialmente innamorato e che soleva invocare con il dolce titolo di “Mamma” della Neve celebrata ogni anno con la tradizionale festa e la processione del carro nelle principali strade nel cuore di Ponticelli.

Nel periodo del Concilio Vaticano II don Cozzolino non ha esitato a farsi pioniere della riforma liturgica e del rinnovamento teologico. Tra le numerose iniziative, infatti, si era preoccupato di formare un gruppo giovanile, il Movimento Giovanile Parrocchiale, e quello di spiritualità familiare, entrambi sotto la sua diretta guida. Nel settembre del 1987 gli viene diagnosticato un tumore al pancreas: operato a Brescia, incomincia per lui un periodo di dura prova, avvolto dal sostegno di religiosi e cittadini del quartiere di Napoli Est. Le esequie sono state presiedute dal Cardinale Michele Giordano che, giunto a Napoli l’anno precedente, aveva subito apprezzato don Agostino nominandolo Vicario Episcopale.
 
«La sua figura rimane attuale ed è certamente di esempio, di modello, ai sacerdoti di oggi in relazione alla sua vita virtuosa, vissuta nella fedeltà alla sua vocazione, nell'amore verdo Dio e verso il prossimo e nella dedizione al tempo pieno al popolo affidatogli», sottolinea il Monsignore Pasquale Di Luca, postulatore della causa, che parla di don Cozzolino come «il modello di un sacerdote, di un parroco, di un pastore che dedica tutto se stesso alla cura all'accompagnamento alla formazione del suo popolo, della sua gente, della quale si prende cura non solo per quelle sono le necessità spirituali anche quelle materiali.

Altrettanto importante ricordarlo per il bene che ha fatto la cui memoria rimane viva e grata nel cuore di questo popolo e soprattutto ringraziare il Signore ricordandolo perché in questo pastore il popolo di Ponticelli, e non solo, ha visto Un segno dell'amore di Dio per noi».

«Il Servo di Dio era un volto conosciuto, amato, di famiglia», ricorda il Monsignore Di Luca ricordando l'impegno di don Cozzolino per i gruppi di famiglia e per i gruppi giovanili di cui si occupava personalmente. «Lo ricordo per le strade di Ponticelli. Era molto presente sul territorio: è la "Chiesa in uscita" di cui parla tanto Papa Francesco».

Sulla storia di don Cozzolino è stato avviato uno specifico iter. «Il 14 marzo scorso - spiega Di Luca - abbiamo consegnato in stampa al Dicastero delle Cause dei Santi la "Positio super Virtutibus" del Servo di Dio. Un testo corposo, di alcune centinaia di pagine, che tratta dell'esercizio delle virtù del Servo di Dio, quelle teologali, cardinali e delle altre virtù cristiane. Questo testo andrà allo studio delle Commissioni e anche anche dei membri del Dicastero che sono Cardinali, Vescovi, esperti. A suo tempo - insiste il postulatore della causa - verrà un voto sull'esercizio delle virtù da parte del Servo di Dio in maniera eroica, cioè in maniera sopranaturale, cioè un uomo che è riuscito, con la grazia di Dio e l'impegno personale, a esercitare le virtù in maniera superiore a quelle che sono le forze e le capacità umane. Questo studio, a Dio piacendo, porterà alla dichiarazione delle virtù eroiche e, quindi, alla venerabilità. Per la beatificazione, che sarebbe il passo ancora successivo, occorre un miracolo che va studiato, comprovato», evidenzia il Monsignore.

«L’ho conosciuto nel corso della mia giovinezza, perché era mio parroco e sono stato accanto a lui fino alla fine dei suoi giorni. Ha rappresentato per me una guida sicura e mi ha fatto innamorare del Signore e della Chiesa, ed ha accompagnato diverse generazioni», afferma don Federico Saporito, Decano dei sacerdoti del nono Decanato che abbraccia le Chiese di quartieri di Napoli Est e di alcuni Comuni limitrofi. «Anche oggi - aggiunge don Saporito - da uomo maturo, colgo ancora meglio la sua vita per la sua profondità umana e, come pastore, credo sia molto attuale. È stato un uomo di fede speciale, ed ha guardato alla comunità di Ponticelli, con uno sguardo profetico. Ha amato la Madonna della Neve, e ci ha insegnato che la devozione a Maria, doveva essere non un fervore sterile, ma una via per amare Dio, i fratelli ed i poveri».

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