Mare sporco a Napoli, divieti ignorati e nuove analisi

Il Comune: «Situazione passeggera, colpa del maltempo e delle barche»

Mare sporco da Posillipo a Marechiaro
Mare sporco da Posillipo a Marechiaro
di Gennaro Di Biase
Lunedì 3 Luglio 2023, 00:00 - Ultimo agg. 4 Luglio, 07:59
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Il mare di Napoli tra bagnanti, chiazze, divieti e prelievi dell’Arpac. Anche ieri, nonostante i divieti, decine di tuffi nella zona di via Partenope, al momento interdetta da un’ordinanza del Comune. È sorta anche una nuova piccola spiaggetta, ai piedi di Castel dell’Ovo. Bagnanti poi a Marechiaro, l’altra zona oggetto del provvedimento, in cui però il Comune aveva solo «sconsigliato» la balneazione. Qualcosa però si muove: come annunciato dalla giunta di Palazzo San Giacomo, ieri mattina sono stati eseguite le nuove rilevazioni dell’Arpac, i cui risultati dovrebbero essere pronti «domani – come spiegato dall’assessore comunale con delega al Mare Edoardo Cosenza, che aggiunge – e poi ci sono le tante barche in rada e le correnti sfavorevoli che potrebbero aver fatto il resto». Proprio la folla di scafi potrebbe essere infatti una delle cause delle acque sporche. Le segnalazioni di macchie, scie e mare torbido arrivano da ogni area costiera della città: ha inciso, su questo, anche la tempesta di venerdì notte.

Tempeste e folla di scafi. Di sicuro, il mare non è limpido. Il colpo d’occhio del Golfo, da solo, restituisce la fotografia delle acque intasate da scafi di ogni dimensione. Yacht lussuosi e gommoncini, battelli e cabinati. Di fatto, e precisando che saranno gli esiti delle analisi Arpac a stabilire il da farsi, le chiazze di sporcizia sono visibili da Posillipo a Mergellina, dai baffi della scogliera del lungomare fino alle baie della Napoli collinare. «Il tratto di mare sottostante piazza San Luigi, tra Villa Roccaromana e Villa Martinelli è pieno di chiazze ormai da giorni – sottolinea il consigliere della Municipalità 1 Lorenzo Pascucci – La bufera dell’altra notte ha fatto saltare i troppo pieni delle fognature, il cui sistema è in condizioni disdicevoli. È necessario agire alla fonte per risolvere un problema che da anni devasta il litorale partenopeo e senza dubbio l’istituzione di una task force potrebbe essere un tassello importante».

«Ancora ieri mattina – aggiunge il deputato dell’Alleanza Verdi-Sinistra Francesco Borrelli – un sopralluogo di Europa Verde ha verificato la presenza di enormi chiazze di inquinamento da Piazza San Luigi a Posillipo.

Scie lunghe centinaia di metri che raggiungono la costa. Riteniamo che gli alti livelli di inquinamento registratI siano dovuti anche alle numerosissime barche che in acqua sversano di tutto. È necessario istituire verifiche straordinarie in mare quanto a riva, da parte di Guardia Costiera e Polizia Municipale, per controllare che tutti gli sversamenti siano effettuati a norma di legge». Nell’attesa dei risultati delle analisi realizzate ieri mattina, di bagnanti ce ne sono nonostante le chiazze, le scie da mare torbido e le limitazioni. Tuffi anche ai piedi di Castel dell’Ovo, dove il Comune ha vietato la balneazione, dopo i precedenti rilievi negativi dell’Arpac. C’è anche un piccolo angolo di spiaggia, animato, proprio sotto alle mura della fortezza. Bagnanti anche al Mappatella Beach, dove non vige nessun provvedimento. Stesso quadro a Largo Sermoneta e alla spiaggia delle Monache: fortunatamente, il mare non è macchiato dappertutto. Ma lo è in molti punti. 

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Quali sono, quindi, le cause della sporcizia? Alla domanda risponde Cosenza: «In generale – argomenta – la pioggia contribuisce a far accumulare sporcizia in acqua, e le tante barche in rada e le correnti sfavorevoli potrebbero aver fatto il resto. Anche Abc, d’altronde, non ha riscontrato malfunzionamenti nelle zone segnalate. Grazie ai prelievi Arpac di ieri mattina, speriamo che la situazione possa normalizzarsi entro la metà di questa settimana: cioè che i provvedimenti possano essere revocati». 

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