Napoli, l’estate dei tuffi proibiti da Posillipo a Bagnoli

Sul litorale flegreo aggirati tutti i vincoli, a Posillipo stop alle prenotazioni alle otto

La spiaggia di Bagnoli
La spiaggia di Bagnoli
di Gennaro Di Biase
Domenica 18 Giugno 2023, 22:58 - Ultimo agg. 20 Giugno, 09:33
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Il mare di Napoli tra tuffi impossibili nelle acque balneabili e tuffi possibili, ma nelle acque proibite. A Posillipo, col numero chiuso e la prenotazione online obbligatoria, le spiagge libere sono presto sold-out. Quindi tutti al mare tra Coroglio e Bagnoli, oltre che al Mappatella Beach e a San Giovanni a Teduccio. Ma è proprio sull’altro lungomare, quello della periferia occidentale della città tanto preziosa quanto sotto utilizzata, che si registra uno dei principali paradossi dell’estate 2023. I divieti di balneazione sono dappertutto, nelle larghe fette di sabbia affacciate su Nisida e Pozzuoli. Ma sono dappertutto anche i bagnanti. Le famiglie, i bambini, le coppiette. C’è una vera e propria economia estiva sommersa, intorno al mare di Bagnoli. Vietato sulla carta ma, nella realtà, tra i più popolati di Napoli. 

Siamo a due passi dall’Istituto Nautico, nei giardini comunali a pochi metri da piazza Bagnoli. Qui, sulla destra, c’è una piccola discesa. È un po’ ostica, non ha scalini, ma conduce direttamente alla spiaggia, che è affollatissima. E non solo di gente che si abbronza. In mare si contano decine di persone, di ogni età. Bambini, adulti, anziani, ragazzini. Sul muro alle spalle della schiera di ombrelloni svetta un grosso cartello giallo, con la scritta nera: «Attenzione, pericolo. Specchio acqueo interdetto. Area demaniale interdetta». La stessa scritta, con gli stessi colori, la si trova alla fine di via Coroglio. E anche qui, in acqua e sulla sabbia, ci sono centinaia di bagnanti. Nel piazzale di accesso alla spiaggia c’è un vero e proprio parcheggio, gestito in stile tetris. Tutti al mare anche dalla striscia di sabbia che si trova tra la spiaggia comunale (chiusa) e il Lido Fortuna. Gli stabilimenti in regola, da queste parti, come appunto il Fortuna o l’Arenile, non hanno l’accesso diretto in acqua, visto che le norme vietano bagni e tuffi. Il mare è accessibile, insomma, ma solo in via ufficiosa. È il paradosso del mare sulla costa occidentale di Partenope. 

Lo scenario di Bagnoli non è dissimile da quello della costa Est, dall’altro capo di Napoli.

Nel mezzo, tra i due estremi di Partenope, c’è stata tanta voglia di mare nel weekend alle porte. Ma non tutti hanno trovato un posto al sole in spiaggia libera. Ricordiamo al lettore le regole in vigore: collegandosi a www.spiaggelibere.it si prenota dalle 8 alle 23, per il giorno successivo, l’ingresso alle spiagge di Donn’Anna (25 accessi dal Bagno Elena e 25 dal Bagno Ideal) e delle Monache (450 accessi dal Bagno Sirene). Si possono usare i servizi dei lidi d’accesso e lo stesso utente può prenotare per un massimo di 3 volte a settimana. Accesso da prenotare anche per la Gaiola (400 posti divisi in due turni al giorno) dal sito www.areamarinaprotettagaiola.it. Nessuna prenotazione e nessun numero chiuso invece per accedere alle spiagge del lungomare. Da segnalare, sempre ieri, l’arrivo del carroattrezzi nella piazzetta di Marechiaro, altra zona ad accesso no-limits. 

 

Tuffi di fatto e tuffi negati. Una situazione non nuova, e che va avanti da anni in una città circondata da un mare bellissimo quanto difficile. Tornando ai paradossi della costa bagnolese – accessibile nella pratica ma non sulla carta – è importante sottolineare che, per iniziativa dell’assessore comunale Edoardo Cosenza (che quest’anno ha la delega al Mare), sono in corso delle valutazioni con l’Arpac per la «riapertura della spiaggia comunale di Bagnoli, si spera entro la fine del mese - spiega lo stesso Cosenza - Stiamo portando avanti delle valutazioni anche sulla riapertura della spiaggia San Giovanni a Teduccio. Abbiamo inviato tutta la documentazione al Ministero dell’Ambiente. Siamo abbastanza ottimisti sulle possibilità di riuscita del progetto, magari lasciando chiuse piccole zone. Ma in questo caso serve più tempo». Qualche passo in avanti c’è, insomma, per eliminare i tuffi negati nella teoria ma possibilissimi nella realtà. 

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