Rione Monterosa, verde condannato
al degrado: «Inutile il lavoro dei volontari»

Rione Monterosa, verde condannato al degrado: «Inutile il lavoro dei volontari»
di Antonio Folle
Mercoledì 15 Dicembre 2021, 12:39
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«Dopo che abbiamo ripulito la pineta Arcobaleno completamente a spese nostre, cercando di dare decoro alle aree verdi ed al nostro quartiere ci aspettavamo di essere aiutati dalle istituzioni. Invece giorno dopo giorno il lavoro che abbiamo portato avanti gratuitamente per la collettività, spendendo il nostro tempo libero e autotassandoci per comprare gli attrezzi, sta andando perduto e le nostre pinete cominciano a somigliare ancora una volta a giungle incolte». 

Negli scorsi mesi i volontari del rione Monterosa erano intervenuti per ripulire le aiuole e le aree verdi, trasformate in ricettacolo di rifiuti dopo anni di incuria da parte di Comune e Municipalità. Un intervento totalmente autofinanziato che aveva riscosso ampio successo nel quartiere e che aveva riportato in condizioni di decoro le "pinete" che circondano gli enormi palazzoni del popolare rione situato nell'area nord di Napoli. Al lavoro dei cittadini, però, non ha fatto seguito l'impegno delle istituzioni, bloccate da una cronica carenza di personale e da una disorganizzazione sulla quale il Comune dovrà intervenire al più presto. E' scattata così la protesta dei cittadini che hanno duramente puntato il dito proprio su Comune e Municipalità chiedendo il rispetto degli impegni presi negli scorsi mesi nei confronti di un quartiere che non si vuole rassegnare ad un destino fatto di degrado e di abbandono.

«Noi siamo volontari, non veniamo pagati da nessuno per la pulizia del verde e, anzi, ci autotassiamo per comprare gli attrezzi - ha spiegato Ciro Castelli, attivista del rione Monterosa - quello che facciamo lo facciamo perchè amiamo il nostro quartiere e sottraiamo tempo al nostro tempo libero ed alle nostre famiglie per il bene comune.

Non si può pensare, però, che il lavoro di noi volontari sostituisca completamente il lavoro di chi è pagato per svolgere questo compito. La pineta Arcobaleno - continua Castelli - era tornata ad essere un polmone verde, oggi è tornata ad essere una giungla nella quale è impossibile portare i bambini a giocare. Quando abbiamo cercato una interlocuzione con le istituzioni ci è stato risposto che manca personale da adibire ai servizi di diserbo. Indirettamente, quindi, ci hanno detto che siamo condannati a restare in queste condizioni per chissà ancora quanto tempo».

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Napoliservizi, titolare degli interventi di diserbo, negli ultimi mesi ha conosciuto un vero e proprio stillicidio di personale. Meno di venti unità devono garantire il servizio sull'intera città. Una impresa titanica se si considera che, per la maggior parte, si tratta di lavoratori ai limiti della pensione o con patologie debilitanti che li rendono solo parzialmente abili al lavoro. Una soluzione-tampone potrebbe essere quella di ricorrere al lavoro dei percettori del reddito di cittadinanza ma, ad oggi, il Comune di Napoli è ancora in colpevole ritardo circa l'attivazione dei patti per l'inclusione sociale ed il lavoro - i cosiddetti Puc -, facendo venir meno una fondamentale "fonte" di lavoratori potenzialmente disponibili a rafforzare l'organico dei comunali.

Il blocco dei concorsi pubblici nel Comune di Napoli causato dalla presunta "parentopoli" rappresenta l'ennesima mazzata per una città dove la disoccupazione - specie giovanile - è alle stelle e, paradossalimente, si ha disperato bisogno di lavoratori da dedicare ai servizi di pubblica utilità. 

A farne le spese, ancora una volta, le tanto bistrattate periferie partenopee. Le stesse periferie che dovevano essere "al centro" dell'azione politica della passata amministrazione e che, ancora oggi, continuano ad essere dimenticate dalle istituzioni. 

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