Abusi edilizi, Campania maglia nera ma demolizioni al palo

L'allarme di Istat e Legambiente

Campania maglia nera per gli abusi edilizi
Campania maglia nera per gli abusi edilizi
di Nando Santonastaso
Martedì 26 Settembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 19:01
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È stata l'Istat a fotografare nel Rapporto Bes 2022 (Benessere equo e sostenibile) «un incremento netto delle abitazioni abusive in una misura che non si osservava dal 2004 (+9,1%)». E a confermare che la pressione più forte del mattone illegale (l'Istat la definisce «insostenibile»), pari a 42,1 abitazioni abusive ogni 100 autorizzate, si registra nelle regioni meridionali, Campania in testa. Dati e fenomeno in gran parte conosciuti, ma non per questo da sottovalutare o, peggio, trascurare. E ciò a prescindere anche dall'opportunità o meno di un nuovo, eventuale condono edilizio di cui si parla in queste ore con inevitabile corollario di polemiche e perplessità. 

Peraltro, come si legge da più fonti (Istat, Legambiente) le tipologie di abusivismo non sono diffuse omogeneamente in Italia: al Nord, ad esempio, la maggior parte delle illegalità si riferisce a piccoli abusi mentre nel Mezzogiorno ci sono territori in cui si contano più case abusive che famiglie. Ma è proprio così? «Noi dobbiamo smaltire ancora circa 20mila pratiche di richieste di sanatoria per abusi di piccola entità - dice Pierpaolo Baretta, assessore alle Finanze del Comune di Napoli -  pensiamo di accelerare ora che abbiamo definito le nuove assunzioni di personale indispensabili al funzionamento degli uffici competenti.

Non credo, in ogni caso, che un nuovo condono come quello di cui si sta parlando a livello di governo inciderebbe particolarmente nel nostro caso: mi pare un'idea un po' raffazzonata, determinata dall'urgenza di fare cassa».

Il tema di sicuro resta. E al Sud, come detto, in maniera più evidente. Non che in quest'area la risposta dello Stato, ad ogni livello, sia mancata del tutto o quasi: tra Campania, Sicilia, Puglia e Calabria sono state emesse in dieci anni ben 14.485 ordinanze di demolizione (dati 2021), con la Campania in testa (6.996 notifiche). Il fatto è che la loro esecuzione resta un punto interrogativo, spesso un miraggio: per restare alla Campania il tasso di provvedimenti eseguiti realmente non supera il 18% ma si scende addirittura al 4% in Puglia, la regione meno proattiva in assoluto nella demolizione degli edifici abusivi.

Non a caso Legambiente, che monitora costantemente la situazione, ha parlato spesso di un fenomeno ormai senza controllo. I dati nazionali mostrano che, sulla base delle risposte fornite da 1.819 comuni (su 7.909) al questionario dell'Associazione, in Italia dal 2004 - anno dell'ultimo condono - al 2020 è stato abbattuto solo il 32,9% degli immobili colpiti da un provvedimento amministrativo. Un dato sconcertante sul quale pesa soprattutto l'attivismo degli enti locali delle regioni del Nord: Veneto e Friuli Venezia-Giulia, nella classifica per numero di ordinanze di demolizioni eseguite, superano entrambe il 60%, seguite da Valle d'Aosta (56,3%), Provincia autonoma di Bolzano (47%), Lombardia (44,2%). Poi ci sono Piemonte, Liguria e Toscana che dichiarano di aver demolito almeno il 40% degli immobili o degli interventi abusivi colpiti da ordinanza di abbattimento. Giù il Sud dove, a parte la Basilicata con un 26% delle ordinanze di demolizioni eseguite, tutte le altre sono decisamente in basso. Ci sono però anche delle eccezioni, non si sa fino a che punto sorprendenti: tra le provincie più virtuose in termini di demolizioni eseguite, la cui classifica è guidata da Pordenone con il 94,1%, c'è anche quella di Avellino dove i Comuni hanno demolito il 48% degli immobili abusivi.

Di sicuro, di condoni piccoli o medi è quasi quotidianamente ricca la storia anche al Sud. L'ultimo caso in ordine di tempo riguarda la Regione Sicilia dove Fratelli d'Italia ha proposto ad agosto scorso una sanatoria per derogare ai limiti imposti da una norma del 1976 che aveva vietato la costruzione di immobili entro i 150 metri dalla battigia. Si salverebbero così decine o forse migliaia di case, soprattutto nelle province di Agrigento e di Palermo, costruite lungo le coste in un decennio, prima che la legge Galasso vietasse la realizzazione di edifici sulle spiagge estendendo il limite a 300 metri. Dice Baretta: «Non solo dal punto di vista etico ma anche sotto il profilo economico i condoni non sono strade certe. Nel senso, ad esempio, che l'ultimo condono fiscale deciso dal governo, e cioè la rottamazione delle cartelle esattoriali fino ad una certa data, non sembra aver prodotto i risultati ipotizzati perché non a tutti conviene emergere dalla condizione di evasori».

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«La storia dimostra che ogni annuncio di nuovi condoni edilizi ha fatto crescere ulteriormente l'edilizia illegale - sottolinea il presidente di Legambiente Stefano Ciafani - il governo farebbe bene, raccogliendo l'allarme lanciato anche dall'Istat, a potenziare l'attività di demolizione delle case abusive, affiancando i pochi sindaci coraggiosi e i magistrati che in Campania, Calabria e Sicilia emettono ed eseguono le ordinanze di demolizione, e sbloccando anche per quelle antecedenti al 2020 il potere sostitutivo dei Prefetti, previste dall'art. 10 bis della legge 120, per quelle rimaste sulla carta». 

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