Pontecagnano Faiano, il minore coinvolto nell'omicidio di Marzia Capezzuti è capace di intendere e volore

La perizia sul minorenne che ha agito in concorso dei genitori era stata chiesta dal sui legale di fiducia dopo la confessione choc alla sorella

La vittima, Marzia Capezzuti
La vittima, Marzia Capezzuti
Giovedì 8 Febbraio 2024, 06:10 - Ultimo agg. 10 Febbraio, 19:03
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Al momento del suo concorso all’omicidio di Marzia Capezzuti, la ragazza milanese uccisa dopo essere stata torturata e seviziata dalla famiglia che la ospitava, il minorenne era capace di intendere di volere. È quanto avrebbero stabilito i periti nominato dal giudice del tribunale dei Minori, gli psichiatri Giulio Corrivetti e Nicola Botta, che hanno avuto l’incarico dal tribunale dei Minori dopo l’eccezione sollevata dal suo legale di fiducia, l’avvocato Pierluigi Spadafora. Si deve ancora capire, però, se sia stato condizionato dalla madre di cui, fin dal momento del suo arresto, chiedeva e difendeva. Ma la sua posizione è legata anche all’esito della perizia sul labiale, quello della videochiamata Instagram fatta con la sorella che rappresenta la confessione del minore, affidata all’interprete dei segni Fiorella Velotti. Intanto ieri l’udienza è slittata ancora una volta, fissata per metà febbraio, a causa di un impedimento del suo legale. Anche per i suoi genitori l’udienza è slittata a fine mese, a causa della rinuncia all’incarico del difensore del padre del ragazzo. Ragazzo che, all’epoca dei fatti, aveva solo quindici anni. Tant’è che ora per lui è stato nominato un tutore, l’avvocato Viviana Caponigro. In quel periodo il minore era in una comunità per alcuni precedenti reati che stava scontando. La sorella Annamaria Vacchiano incalza per sapere cosa è accaduto alla ragazza che viveva a casa con la sua famiglia: «In questo momento stiamo parlando io e te di questa storia... praticamente se viene fuori questa storia che figura di merda che hai fatto. Tu sei mio fratello... perciò spiegami...». e Lui si fida: «L’abbiamo finita». «Ma in che senso? Dove l’hai portata?». «Lontano, l’abbiamo portata a fare un giro», risponde ironicamente. «L’abbiamo affogata» e accompagna le parole con un gesto della mano come se avesse tirato su qualcosa tenendo il pollice piegato. «Ma dove?». «Lontano. Dove tiene le capre... da Raffaele a Frestola là sopra...». «Ma non è successo niente?». «L’abbiamo tirata» dice nella videochat che la ragazza poi ha deciso di consegnare in procura e consentire agli inquirenti di chiudere il cerchio delle responsabilità intorno alla madre, al patrigno e al fratello.

Secondo il ragazzo dopo che Marzia fu uccisa lui fu  mandato dalla mamma a controllare che fosse davvero morta, insomma se respirava o meno.

Anche questo dettaglio il minore confida alla sorella. Per lui l’avvocato Spadafora ha richiesto l’abbreviato condizionato prorprio alle due perizie.

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