Abusivismo edilizio, report di Legambiente: in Campania si fa fatica a demolire

È pari al 13,1% il numero delle demolizioni eseguite dal 2004 a dicembre 2022

Manifestanti di Legambiente
Manifestanti di Legambiente
Martedì 17 Ottobre 2023, 12:37 - Ultimo agg. 15:59
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L’abusivismo edilizio è un’autentica piaga che tiene in ostaggio il territorio, la legalità e lo sviluppo in Campania ormai da molti decenni. Parliamo di un fenomeno che, anche negli ultimi anni, nonostante la crisi edilizia e quella pandemica, si mantiene su livelli preoccupanti. 

Il dato secco dal 2004 al 2022 - il numero delle demolizioni eseguite è stato del 13,1%(pari a 3.107) dei 23.635 immobili abusivi per i quali è stato stabilito l’abbattimento da parte dei 110 Comuni che hanno risposto in maniera completa al monitoraggio civico promosso da Legambiente, pari al 20% del campione totale.

Alla Campania spetta il record “negativo” per numero di ordinanze emesse in rapporto alla popolazione: dal 2004 al 2022, è stata aperta una pratica per abusivismo edilizio ogni 236,6 abitanti. Secondo l’ultimo rapporto sul BES (Benessere Equo e Sostenibile) dell’Istat, secondo le stime elaborate in collaborazione con il Cresme, la situazione in Campania rimane “insostenibile”,con 50,4 abitazioni costruite illegalmente ogni 100 realizzate nel rispetto delle regole. 

Il Report di Legambiente sull’abusivismo edilizio, presentato oggi a Roma, fa il punto sulle cinque regioni più esposte all’invasione del mattone illegale: le quattro a tradizionale presenza mafiosa e il Lazio. Quattro gli indicatori presi in considerazione dall’associazione ambientalista per il suo monitoraggio civico: trasparenza, ordinanze di demolizione e abbattimenti eseguiti, trascrizioni immobiliari nel patrimonio comunale, trasmissione alle prefetture delle ordinanze di demolizione non eseguite.

La provincia con il migliore rapporto tra ordinanze emesse ed eseguite dai comuni del suo territorio è quella di Benevento (32%) con 462 ordinanze emesse e 148 demolizioni eseguite, segue provincia di Avellino con 1.695 ordinanze di demolizioni emesse e 516 eseguite pari al 30,4%. Salerno con 4.864 ordinanze e 686 eseguite (14,1%).

Chiudono Caserta con 887 ordinanze di demolizioni e 116 eseguite (13,1%) e la Provincia di Napoli con 15.727 ordinanze e solo 1641 eseguiti pari al 10,4%.Tra i Comuni che hanno dichiarato di aver eseguito, nello stesso arco temporale, un numero di ordinanze pari a quelle emesse, spicca Sant’Arcangelo Trimonte, 476 abitanti in provincia di Benevento, che ha emesso 17 ordinanze e ne ha eseguite altrettante. 

Di fronte a questo quadro, Legambiente rilancia sei proposte al governo Meloni chiedendo in primis più ruolo e responsabilità ai prefetti, restituendo il senso originario all’art.10bis della Legge 120/2020, se necessario, anche con un nuovo intervento legislativo.

La norma era stata approvata dal Parlamento per fare fronte alle mancate demolizioni da parte dei Comuni degli abusi non sanabili nonostante tre condoni edilizi, l’ultimo nel 2003, con un’assunzione dell’onere da parte dello Stato.

Pochi mesi dopo l’entrata in vigore della norma, un’improvvida circolare del ministero dell’Interno, ne ha di fatto bloccato l’applicazione, restringendola solo agli abusi edilizi accertati dopo l’entrata in vigore della legge e “salvando” così decine di migliaia di manufatti illegali.

Tra le altre azioni da mettere in campo Legambiente chiede di lavorare su:

  •  Danno erariale. Il ruolo della Corte dei conti è decisivo, per verificare, quantificare e imputare in maniera sistematica l’eventuale danno erariale causato dalle mancate entrate nelle casse comunali del corrispettivo economico dovuto per l’occupazione da parte degli abusivi di immobili non demoliti e diventati di proprietà comunale. 
  • Prescrizione e demolizione. Per quanto riguarda le demolizioni per via giudiziaria, alla base degli interventi deve essere posta la sentenza che accerta il reato e non, invece, quella di condanna del reo. 
  • Ricorsi al Tar. È necessario prevedere lo stop all’iter di demolizione solo in presenza di un provvedimento di sospensione da parte di un tribunale, altrimenti non c’è motivo per bloccare le procedure.
  • Chiusura delle pratiche inevase di condono. Legambiente propone di istituire un fondo di rotazione con uno stanziamento pari a 100 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2026. 6) Emersione degli immobili non accatastati. L’Agenzia delle entrate rende disponibili le informazioni relative ai fabbricati non accatastati acquisite sulla base delle immagini aeree e delle verifiche di cui al DL 78/2010, ai ministeri dell’Ambiente e Sicurezza energetica, delle Infrastrutture, ai Comuni e ai Prefetti per la verifica della regolarità edilizia e non solo fiscale
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Per quanto riguarda i comuni delle Isole minori hanno fornito i dati 4 comuni su 9 con 2952 ordinanze emesse e 474 eseguite pari al 16,7% . Se mettiamo in relazione il numero delle ordinanze emesse alla popolazione residente, la presenza dell’abusivismo edilizio appare ancora più sconvolgente: nei comuni campani, risulta un’ordinanza di demolizione ogni 13 abitanti. Tra le isole minori si segnale il Comune di Capri con 681 ordinanze, 198 abbattimenti e 120 immobili trascritti, quindi quello di Ischia con 1.274 ordinanze di demolizione, 175 esecuzioni e nessuna trascrizione

La Campania detiene il record negativo con lo 0,5% delle ordinanze emesse è stato inviato in base all’art.10bis della legge 120/2020 ai prefetti. Sono solo 107 le ordinanze trasmesse e tutte collocate nei comuni della Provincia di Napoli.

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