Lo sport napoletano ha dato l'ultimo saluto ad Amedeo Salerno, scomparso lunedì scorso all'età di 95 anni. Il presidente gentiluomo, il presidente della Grande Partenope vincitrice di scudetti nel rugby e di coppe nel basket.
«Ha creato e cresciuto la famiglia dello sport che oggi è qui riunita per salutarlo - le parole di don Rosario Accardo, delegato dello sport per il Coni napoletano, che ha concelebrato con monsignor Raffaele Ponte - È stato un punto di riferimento per tutti noi, il papà dello sport. Dobbiamo raccogliere la sua eredità, continuando e moltiplicando il suo lavoro. Non era una prima donna ma una persona semplice ed elegante. Era umile allo scopo di costruire qualcosa intorno a lui, per creare comunità e far crescere tutti. Non voleva essere ringraziato per il bene che faceva ma ringraziava lui per avere avuto l'opportunità di fare del bene. Era un uomo moralmente integro e delicato nei modi». Presenti al funerale. Listate a lutto bandiere del Centro Sportivo Italiano, della Fidal, del Coni, della Partenope, della Pro Cangiani, una corona di fiori del Comune di Napoli. A ricordare i suoi trascorsi sportivi un pallone da basket e una racchetta da tennis tavolo. Nei banchi porgere l'ultimo saluto
il presidente della Federbasket Gianni Petrucci con il segretario della Fip Bertea, il presidente del Coni Regionale Sergio Roncelli, il direttore della Scuola regionale dello sport ed ex vice di Amedeo Salerno Antonino Chieffo, il presidente del Csi Napoli Salvatore Maturo, il presidente della federbasket regionale Caliendo, l'ex presidente del Coni Campania e vicepresidente della Figc Cosimo Sibilia, l'ex presidente della Federcalcio della Campania Salvatore Colonna, il vicepresidente della Federginnastica Rosario Pitton, l'ex presidente della federbasket campana Manfredo Fucile. E ancora Pino e Franco Porzio, Maurizio Marino.
«Tutta la mia vita sportiva è legata a una telefonata di Amedeo, mi chiamarono alla Federcalcio e mi disse chi te lo fa fare, ma dovevo fare carriera.
Sergio Roncelli ha portato il cordoglio del presidente del Coni «È scomparso il più grande dirigente del dopoguerra, ha attraversato tutti gli sport. È stato un precursore, ha sempre ritenuto lo sport uno strumento sociale a favore delle fasce più deboli. Ha creato un gruppo di dirigenti capaci dovunque è andato ed è l'eredità che ha lasciato» le sue parole.