Arrestato a Dubai Faissal Taghi, figlio del boss della cosiddetta mocromafia, Ridouan, a sua volta detenuto in Olanda e imputato nel processo Marengo. A dare la notizia sono stati i siti olandesi De Telegraaf e Het Parool che non riportano i motivi della custodia cautelare, sui quali gli inquirenti mantengono il massimo riserbo.
Ma la vicenda si può facilmente ricostruire rileggendo l’ordinanza di custodia cautelare firmata ad ottobre del 2022 dal Gip Linda D’Ancona. A mettere nei guai il figlio del boss sono stati i colloqui con il narcos Raffaele Imperiale, svelati grazie alla taskforce di Europol che è riuscita a penetrare nei sistemi di comunicazione Encrochat e Sky Ecc.
Gli inquirenti italiani procedono per lo stesso reato nei confronti dello stesso Imperiale e di Bruno Carbone, attualmente collaboratori di giustizia e di altre cinque persone, tutte appartenenti all’organizzazione che faceva capo al narcotrafficante che nel 2016 consegnò allo Stato italiano due tele di Van Gogh rubate ad Amsterdam.
Tra le telefonate decriptate c’è ne è una particolarmente interessante. Il 4 febbraio del 2021 Imperiale dice a Taghi: “"Of course ... Where do you want I transfer ?... As you prefere ... I will arrenge next week one traport fra m Italy to Holland far you ... Just give me token and contact ... And I will pay to them ...I will sent with my traport form ltaly to Holland with my responsabilty ... You don 't have to pay any thing and take any risk”.
In sostanza Imperiale dice di essere pronto a far arrivare in Olanda due milioni e mezzo dei cinque richiesti dal giovane per conto del padre e gli chiede dove vuole che avvenga la consegna, proponendo di farli recapitare a proprio rischio e pericolo. Dai colloqui successivi, poi, si capisce che il narcos aveva la disponibilità di 508 chili di droga: la metà sarebbero stati di Taghi. Il valore della merce girava intorno ai 35 milioni, e quindi Imperiale doveva all’olandese più di diciassette milioni. Due milioni e messo li avrebbe restituiti mobilitando Daniele Ursini, responsabile della logistica dell’organizzazione. Questi a sua volta, li avrebbe fatti consegnare da Giuseppe Gentile che avrebbe portato il denaro in un’officina nei dintorni di Utrecht a bordo di un camion fornito da Marco Panetta. Tutti gli italiani coinvolti nell’operazione sono attualmente in galera. E ai primi di agosto a Dubai è finito in manette anche il figlio primogenito di Taghi.
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