«Laurearsi e lavorare in Ferrari». Era il sogno, ormai spezzato, di Fulvio Filace, il 25enne campano morto ieri mattina dopo una settimana di ricovero nel reparto Grandi Ustionati dell’ospedale Cardarelli. Il giovane universitario è la seconda vittima dell’esplosione avvenuta venerdì scorso a bordo di un’auto prototipo su cui viaggiava insieme alla 66enne Maria Vittoria Prati, la ricercatrice del Cnr arrivata in pronto soccorso in gravissime condizioni e morta lunedì.
Fulvio, sedato in coma farmacologico, stava lottando per sopravvivere dopo aver riportato circa il 70% di ustioni di terzo grado sul suo corpo ma nella notte tra mercoledì e giovedì, le sue condizioni si sono improvvisamente aggravate, senza lasciargli scampo. Da ieri mattina, si è spenta la speranza dei familiari del 25enne che ora chiedono di «sapere la verità e che i responsabili della morte di Fulvio vengano presto a galla».
La perdita di Fulvio ha stravolto per sempre le vite dei genitori Salvatore e Maria Rosaria e delle due sorelle del giovane, oltre ad aver scosso l’intera comunità di San Giorgio a Cremano dove il 25enne abitava con la famiglia.
Fulvio era stato sottoposto a due interventi chirurgici ben riusciti per la rimozione dei tessuti e l’assenza di lesioni significative agli organi interni aveva fatto ben sperare i familiari che, dal giorno dell’esplosione, non si sono erano mai allontanati dal Cardarelli. L’aggravarsi improvviso del quadro clinico fino alla morte del ragazzo ha sconvolto i genitori e le sorelle di Fulvio che hanno fatto sapere di essere «emotivamente distrutti per la sua perdita». «Non ci sono più i sogni di quel ragazzo gentile di 25 anni, non c’è più la speranza di una famiglia che sta patendo un dolore insopportabile» si legge nel messaggio scritto dalla famiglia e diffuso da Fabio Corsaro, il cugino di Fulvio che ha fatto da portavoce ai parenti distrutti dal dolore. «Purtroppo nelle ultime ore le sue condizioni erano peggiorate ma ringraziamo chiunque ci stia dedicando un messaggio di vicinanza» dicono ancora i genitori del 25enne per il quale era stata lanciata una campagna di donazione del sangue con un successo straordinario e centinaia di persone presenti al Cardarelli per la raccolta destinata alle sue trasfusioni. «Vi chiediamo rispetto e silenzio per questo momento drammatico, in attesa che la verità e i responsabili della morte di Fulvio vengano presto a galla» ha concluso la famiglia del giovane.
Sono stati centinaia i messaggi di affetto e vicinanza per la famiglia di Fulvio, a cominciare dal mondo accademico e universitario fino ai suoi compagni di scuola del liceo Urbani di San Giorgio a Cremano. «La morte del giovane tirocinante Fulvio Filace ci rattrista profondamente e aggiunge altro dolore a quello per la scomparsa della ricercatrice Maria Vittoria Prati» ha dichiarato il sindaco Gaetano Manfredi che ha attestato la «partecipazione a nome della Città e di tutta l’Amministrazione comunale e metropolitana, con profondo cordoglio e vicinanza, al dolore delle famiglie». Parole di affetto e commozione sono state espresse anche dal primo cittadino di San Giorgio a Cremano, Giorgio Zinno, che sui social ha insistito affinché si faccia luce sulla vicenda, perché «non si può morire a 25 anni a causa di un tirocinio».