Pronto soccorso chiuso per 48 ore, torna l'emergenza al San Leonardo di Castellammare, questa volta per i troppi contagi tra i sanitari. Il personale è stato dimezzato, 32 unità sono positive e gli ambienti da sanificare a fondo. È questa la motivazione principale che ha indotto la direzione a chiudere, nella notte tra domenica e lunedì, gli accessi ai codici verdi e gialli, consentendo l'ingresso solo ai casi gravi. Chi era ricoverato in pronto soccorso è stato trasferito nelle altre strutture sanitarie o dislocato nei reparti. Il reparto stravolto in due mesi, da percorso pulito a solo Covid, era stato nuovamente riportato alla normalità dopo il calo dei ricoveri per Covid. Le ambulanze con i positivi accedevano sempre dall'ingresso del pronto soccorso, ma poi le barelle arrivavano in Rianimazione o nei reparti dedicati. Un'ennesima soluzione tampone nell'ospedale di frontiera dell'area stabiese e Monti Lattari. Il calo dei positivi poteva trasformarsi in una buona notizia, invece è rimasto il nodo della differenziazione dei percorsi, dell'apertura di un Pronto soccorso solo Covid, della dislocazione di personale da altri reparti. Tutti interventi mai portati a termine, complici dello scoppio di un cluster che ha coinvolto non solo il pronto soccorso ma quasi l'intero piano terra con la Rianimazione e il centro trasfusionale.
Il cambio alla guida del San Leonardo non è servito per ora a dare una sterzata al caos e alle tensioni che si respirano nel nosocomio.
È ancora vivo a Castellammare il dolore per la morte dell'operatore del 118 Gianni Sicignano, docente e professionista benvoluto da tutti. Porterà il suo nome il centro ascolto della Fials. Sarà così ricordato l'infermiere stabiese, morto all'improvviso per un malore dopo mesi in prima linea nella gestione dell'emergenza Covid. La Fials e il segretario Gennaro Iovino, nell'ambito delle iniziative per un Natale di solidarietà, hanno deciso di dedicargli la sala convegni destinata alla formazione, considerato anche il costante impegno dell'operatore sanitario morto al Cardarelli, per i giovani pronti a spendersi in questo difficile settore.