Festa scudetto Napoli, piazze di gioia: 500 mila tifosi in strada dal Plebiscito a Scampia

La vera esplosione in tutta la città c'è stata al triplice fischio del Maradona

La notte di festa al Plebiscito
La notte di festa al Plebiscito
Paolo Barbutodi Paolo Barbuto
Lunedì 5 Giugno 2023, 07:00 - Ultimo agg. 14:00
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Piazza del Plebiscito è un oceano azzurro, centomila appassionati in festa, secondo una stima iniziale, solo tra Palazzo Reale e la basilica di San Francesco di Paola; il fiume di gioia s'allunga fino a ricoprire via Toledo, risale lungo i Quartieri e raggiunge il santuario laico di Maradona. Anche a Fuorigrotta, tutt'intorno allo stadio non c'è un solo centimetro di spazio. Dicono che nella giornata del trionfo finale, Napoli abbia accolto mezzo milione di persone, la sensazione è che siano state quasi il doppio. La grande festa, quella definitiva, per lo scudetto azzurro, è iniziata di buon mattino e non ha avuto termine fino all'alba di oggi.  

La vera esplosione in tutta la città c'è stata al triplice fischio del Maradona ma in realtà non c'è stato un solo minuto dell'ultima domenica dedicata al pallone, nel quale Napoli non abbia celebrato. E la festa è stata ancora più partecipata rispetto a quella, spontanea, della conquista aritmetica del titolo: stavolta c'era la certezza che sarebbe stata gioia grande, e nessuno ha voluto mancare all'appuntamento con la storia. Non una sola persona senza la maglia del Napoli, non un solo tifoso senza una bandiera o una trombetta da suonare incessantemente. La festa è esplosa a Fuorigrotta alla consegna ufficiale della coppa e, in contemporanea, è divampata in tutta la città con un nuovo capodanno di giochi pirotecnici e fumogeni: cortei improvvisati, con la grande voglia di gettarsi per strada e rimanere stritolati dal magma del popolo azzurro che è diventato sempre più denso fino a coprire tutto il percorso dei luoghi-simbolo della celebrazione, le piazze dei maxischermi, da Scampia al Mercato fino, ovviamente, al Plebiscito che è stato il vero cuore dell'entusiasmo dei napoletani. Tanti momenti da brivido come quelli in cui tutti i tifosi hanno iniziato a sventolare i loro vessilli trasformando l'oceano del tifo in un mare in tempesta d'azzurro.

Anche ieri champagne e lacrime nelle piazze, cori e abbracci fra sconosciuti, ché il pallone affratella anche chi non si conosce. Stavolta, rispetto al mese scorso, alla festa hanno partecipato anche migliaia di turisti. Persone che fino a ieri si conoscevano solo via social si sono date appuntamento nel cuore di Napoli per condividere, finalmente di persona, la gioia calcistica.

Fin da metà mattinata, al Plebiscito, s'è iniziato a radunare un gruppo di tifosi provenienti dagli Stati Uniti. Sono arrivati da New York, da Philadelphia, dalla Florida, c'erano anche canadesi da Toronto. Punto di riferimento del gruppo nordamericano, il terzetto proveniente da Jacksonville: James, Caroline e Joshua che sul polpaccio ha un tatuaggio con la N del Napoli: «Ma l'ho fatto anni fa, quando il Napoli era ancora una squadra che soffriva», tiene a precisare e poi spiega che, finalmente, oggi andrà ad aggiungere uno scudetto tricolore al suo storico tattoo. Vivono la partita assiepati dietro allo striscione del Napoli club Philadelphia, in testa le parrucche stile Maradona, addosso molte maglie del Napoli comprate online, ma anche tante t-shirt azzurre con lo scudetto che Il Mattino sta diffondendo nelle edicole. La giornata, in attesa della festa, è trascorsa in un crescendo di passione che s'è tradotto in un crescendo di suoni, cori, botti. Nel pomeriggio percorrere certe strade di Napoli ha regalato sensazioni uniche: al corso Vittorio Emanuele arrivava il poderoso brusìo dei Quartieri, a via Manzoni si percepiva, nettamente, la voce del Maradona che si andava riempiendo. Poi un lungo silenzio nel tempo, religioso, della partita interrotto di tanto in tanto dai primi fuochi d'artificio. Infine l'esplosione della gioia tricolore.

Al Plebiscito c'è stato il delirio dell'entusiasmo, l'esplosione di fuochi d'artificio e fumogeni, l'impossibilità di respirare per i fumi, l'impossibilità di muoversi per la calca se non per saltellare, sventolare, cantare. Subito dopo la consegna della coppa, il gruppo americano, assieme a tutti i gruppi radunati al Plebiscito si è perduto nel marasma della grande festa che ha iniziato a muoversi per la città, a vagare da e verso il Plebiscito, a invadere via Toledo fino al murale di Maradona, fino a occupare tutta piazza Trieste e Trento per poi occupare i porticati del San Carlo e poi la galleria, e dopo anche piazza Municipio. Un velo di tristezza cala quando un uomo viene colpito da infarto: immediato il soccorso ma purtroppo non c'era già più niente da fare. In provincia, a Pomigliano, un 33enne di Acerra ha perso la mano destra per l'esplosione di un petardo.

 

Mescolati alla folla azzurra tanti stranieri ma anche centinaia di visitatori da ogni parte d'Italia. I tifosi meridionali hanno vissuto la giornata come se il trionfo fosse anche loro. I turisti del Nord avevano i volti emozionati di chi sta scoprendo un mondo nuovo: «Siamo venuti da Pinerolo - dicde Luisa, che con figli veste d'azzurro - non ci interessa granché il calcio. Ma volevamo che i nostri figli vivessero questo giorno». Un manipolo di tifosi storici e appassionati, invece, è andato a celebrare il giorno più bello del calcio azzurro davanti al Campo Paradiso, che è sbarrato e ancora devastato, ma rappresenta il grande simbolo del primo Napoli vincente. Anche al Paradiso tanta emozione, sebbene si tratti di una festa meno deflagrante. 

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Meno caos invece nelle strade degli altri quartieri, dal Vomero a Posillipo, a Chiaiano a Secondigliano, perché il fremito che aveva condotto in strada tutti gli abitanti nella notte d'inizio maggio, stavolta non è arrivato: è stata festa programmata, è stato possibile decidere in anticipo di andare a celebrare nei luoghi predestinati all'entusiasmo. Il popolo del tifo è andato avanti fino a notte inoltrata, anche perché i maxischermi che trasmettevano la cerimonia dal Maradona hanno continuato ad attirare persone fino all'ultimo secondo della celebrazione del Maradona. Solo quando gli ultimi tifosi hanno abbandonato la strada, era quasi l'alba, sulla città è calato un velo di nostalgia. Il tempo dei grandi festeggiamenti è davvero terminato con l'ultima partita. Adesso restano i ricordi e le speranze per il futuro, resteranno gli striscioni appesi finché il tempo non li cancellerà. Però queste lunghe, emozionanti, appassionate settimane di festa azzurra resteranno nella storia della città. 

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