Gratteri procuratore di Napoli ma il Plenum del Csm si divide: decisivo l'ok di Pinelli

Si chiude dopo quasi 15 mesi di reggenza il caso della guida della Procura più numerosa d'Italia

Gratteri procuratore di Napoli ma il Plenum del Csm si divide: decisivo l'ok di Pinelli
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Giovedì 14 Settembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 15 Settembre, 10:25
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Ha vinto la sua competenza nel contrasto alle mafie, la sua vita spesa in una trincea perenne. Nicola Gratteri è il nuovo procuratore di Napoli, grazie a un consenso ampio e trasversale: ha incassato 19 voti, contro i 5 andati al procuratore di Bologna Giuseppe Amato (indicato come competitor numero uno del procuratore calabrese) e agli otto voti incassati dalla ex reggente della Procura di Napoli Rosa Volpe. Si chiude così dopo quasi 15 mesi di reggenza, il caso della guida della Procura più numerosa d'Italia, da quando l'ufficio inquirente partenopeo era rimasto acefalo per la nomina dell'allora capo Gianni Melillo, passato alla guida della Dna. Ieri mattina, il dibattito è stato acceso, scandito da interventi che hanno messo in risalto le capacità investigative e organizzative dell'ormai ex procuratore di Catanzaro; ma anche dei due competitor per l'ufficio del centro direzionale.

Ma andiamo con ordine, nel tentativo di dare una lettura politica del voto espresso ieri dal plenum del Csm: in favore del magistrato calabrese hanno votato il vicepresidente del Csm Fabio Pinelli, il Pg della Cassazione Luigi Salvato, i laici di centro-destra, il laico di Iv Ernesto Carbone e l'indipendente Andrea Mirenda e il togato di Unicost Antonino Laganà. Il resto del gruppo di Unicost ha invece sostenuto Amato. Per Amato si sono espressi anche la presidente della Cassazione Margherita Cassano e il consigliere indipendente Roberto Fontana. Diversa invece la valutazione riservata alla ex reggente ed aggiunta napoletana Volpe. Per lei, ha votato il gruppo di Area, Mimma Miele (Md) e il laico del Pd Roberto Romboli.

In sintesi, il centrodestra e i moderati hanno puntato su Gratteri, compresi gli esponenti laici di Iv; mentre la sinistra giudiziaria si è polarizzata su Volpe, anche se la ex vicaria partenopea non risulta iscritta ad alcuna corrente di magistratura associata.

A chiudere il dibattito, dopo circa due ore di discussione è stato il vicepresidente del Csm Pinelli, che non ha avuto esitazione a fornire la propria indicazione di voto. In sintesi, il numero due di Palazzo dei Marescialli è partito da una premessa: «I fenomeni di disagio sociale, di criminalità organizzata e no non possono essere risolti con la nomina di un procuratore, dal momento che la risposta in sede penale è sempre l'estrema ratio. Servono interventi preventivi di rimozione degli ostacoli per favorire una più ampia partecipazione possibile di cittadini consapevoli e responsabili alla vita democratica». Ma cosa ha spinto il vicepresidente Pinelli a scendere in campo per Gratteri: «La sua attitudine al contrasto di organizzazioni mafiose in contesti e territori difficili». Una questione di «esperienza e di attitudini», che hanno fatto pendere l'ago della bilancia sul magistrato calabrese. Un ragionamento sul quale c'è stata ampia convergenza. Per la maggioranza che lo ha sostenuto è stata determinante per la prevalenza sugli altri candidati la radicale e profonda esperienza maturata da Gratteri nel contrasto ai fenomeni di criminalità organizzata, nella sua dimensione nazionale e transnazionale, che con centinaia di rogatorie lo ha portato a instaurare rapporti con Procure di tutto il mondo. Ha spiegato il consigliere Laganà: «Esiste un prima e un dopo Gratteri, nella lotta alla ndrangheta. È diventato un interlocutore decisivo nel confronto con le polizie e le Procure di mezzo mondo».

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Un impegno, quello del nuovo inquilino del Centro direzionale, che anche portato alla cattura di circa 140 latitanti alcuni dei quali inseriti nella lista dei 30 più pericolosi. Nel corso del dibattito che ha preceduto il voto non sono mancate osservazioni al modo di interpretare il ruolo di procuratore in un distretto complesso come quello napoletano, in particolare da parte di chi ha sostenuto gli altri candidati. È il caso del consigliere napoletano Tullio Morello (Area) che ha fatto riferimento alla particolare stagione vissuta a Napoli nell'ultimo anno e mezzo. Morello ha ricordato il lavoro svolto dalla ex reggente Volpe, capace di condurre inchieste delicate in materia di camorra e di reati di pubblica amministrazione, partendo da un punto in particolare: «Il ruolo che la Costituzione riserva ai magistrati degli uffici di Procura non è quello di garantire la sicurezza ai cittadini, ma quello di accertare se sono stati commessi dei reati e chi ne sono gli autori. La sicurezza in senso stretto è garantita dalle forze dell'ordine a ciò deputate e solo indirettamente la possiamo ricondurre alla magistratura, nella parte in cui deve assicureare alla giustizia i colpevoli, levandoli dalla strada». E a proposito degli stralci dell'audizione di Gratteri sugli orari di lavoro e sul lavoro di chi non è nel pool antimafia, Morello dice al Plenum: «A Napoli non non ci sono magistrati lavativi e depressi, non c'è una polizia giudiziaria da derattizzare». A questo punto, si attendono i tempi tecnici di pubblicazione della nomina. Possibile che l'insediamento del nuovo capo dei pm avvenga non prima del prossimo 15 ottobre

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