«Matabì», imparare i numeri con i mattoncini della Lego: l'idea della Fondazione Agnelli

John Elkann e la moglie Lavinia Borromeo nel circolo didattico Quarati al Vomero

John Elkann nella scuola Quarati
John Elkann nella scuola Quarati
di Mariagiovanna Capone
Mercoledì 10 Maggio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 11 Maggio, 10:00
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I bambini sono seduti educatamente ai loro posti e fissano i mattoncini colorati, però dagli occhi traspare la voglia di iniziare la lezione di matematica, giocando. Non un semplice modo per rendere appetibile una materia così ostica, ma un metodo didattico innovativo per impararla attraverso lo sviluppo delle abilità visuo-spaziali che sono presupposti fondamentali per comprendere concetti e relazioni matematiche in modo più diretto. Siamo nel circolo didattico Quarati al Vomero, dove circa un migliaio di alunni frequentano la primaria nei vari plessi, di cui ben 9 classi sulle 51 disponibili hanno iniziato a utilizzare «Matabì. Imparare la matematica un mattoncino alla volta» promosso da Exor, e realizzato da Fondazione Agnelli in collaborazione con il Politecnico di Torino e il supporto di The Lego Foundation. Strumenti per il progetto, il cui acronimo è composto dalle parole Matematica e Abilità, sono 14 mattoncini colorati, e oltre alle classi della scuola di Napoli ne sono coinvolte altre 30 nell'area metropolitana, per un totale di 88 classi di diverse città italiane. Gli obiettivi sono due: migliorare la conoscenza della matematica ma anche colmare quel gap di genere che vuole le bambine meno predisposte a questa materia, con il divario in matematica equivalente a sette mesi di minor scuola già alla primaria, che alla fine delle superiori arriva a un anno. Alla presentazione di «Matabì» hanno partecipato John Elkann, Ceo Exor e presidente della Fondazione Agnelli, la moglie Lavinia Borromeo, Andrea Gavosto, direttore Fondazione Agnelli, Anita Tabacco, docente del Politecnico di Torino, e la dirigente scolastica Marina Esposito.

 

Il kit consegnato a ogni alunno partecipante al progetto è composto da 14 pezzi di mattoncini Lego di varie dimensioni e colori. «Matabì è un metodo ispirato a Six Bricks, già ampiamente utilizzato nella didattica in vari Paesi, e permette ai docenti di applicare tecniche ed esercizi specifici affinché si possa colmare il divario di genere in questa materia, che si sviluppa già nei primi anni di vita.

Dobbiamo quindi lavorare per cambiare già allora l'atteggiamento, spesso inconscio, di genitori ed educatori» spiega Tabacco. Obiettivo di Fondazione Agnelli e degli altri partner è anche «far crescere la cultura Stem, aperta all'innovazione e allo sviluppo sostenibile, e promuovere la presenza femminile nelle comunità scientifiche e tecnologiche, dando loro opportunità di essere protagoniste in professioni che disegnano il futuro, di prestigio e ben retribuite, e insieme risorse fondamentali per la crescita del Paese» aggiunge Gavosto.

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La cravatta di Marinella è un omaggio «a questa città così gioiosa che sta festeggiando e ha ragione di festeggiare questa grandissima vittoria» confessa Elkann circondato da bandiere e festoni azzurri, poco dopo aver ricevuto in regalo un cornetto «per tenere lontana la sfortuna: grazie, ne abbiamo bisogno» e una cassata con al centro lo scudetto con il numero 3. Elkann e la moglie si sono trattenuti a pranzo per una pizza. «Non posso esimermi, ogni volta che passo per Napoli provo una pizzeria diversa». Prima però c'è il progetto «Matabì», e mentre i bambini incastrano i mattoncini confessa: «Sto cercando di capire il metodo, per un ingegnere non dovrebbe essere difficile, bisogna uscire fuori dagli schemi». «C'è tanto talento e tanta curiosità prosegue - soprattutto delle nostre studentesse», sottolineando il divario di genere che vige sulla matematica secondo i dati Invalsi. Ma è un divario solo in matematica? «Nel Paese siamo molto ben rappresentati e saremo sempre più rappresentati. L'importante è fare in modo che chi abbia talento emerga e soprattutto abbia la possibilità di seguire ciò per cui ha passione. Queste iniziative sono proprio lo stimolo per cercare di non discriminare nessuno». 

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