Napoli, la maxi-fuga dei presidi: resta senza una guida “la scuola dello zainetto”

Un “reggente” alla Vittorino da Feltre: arrivò Mattarella dopo il delitto dei clan

Il 9 aprile del 2019 un uomo venne ucciso dai clan davanti la scuola Vittorino da Feltre a San Giovanni: celebre la foto dello zainetto accanto al corpo senza vita
Il 9 aprile del 2019 un uomo venne ucciso dai clan davanti la scuola Vittorino da Feltre a San Giovanni: celebre la foto dello zainetto accanto al corpo senza vita
di Mariagiovanna Capone
Martedì 22 Agosto 2023, 23:58 - Ultimo agg. 24 Agosto, 16:48
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Il 30 agosto la scuola apre amministrativamente l’anno 2023/24, mentre in aula, salvo alcune anticipazioni decise dai dirigenti scolastici, si tornerà il 13 settembre. Una manciata di giorni, insomma, con ancora i nodi delle immissioni in ruolo del corpo docente con caselle ancora da coprire non solo in Campania ma in tutta la penisola, con il Nord che annaspa e cerca di colmare i vuoti lasciati dagli ultimi rientri in Regione di insegnanti del Sud. Nelle prossime ore, però, si deciderà la sorte di 124 istituti scolastici campani, ancora senza dirigente scolastico dopo i pensionamenti e le otto neo assunzioni.

La procedura di assegnazione degli incarichi di reggenza è scaduta giovedì scorso, quindi tra oggi e venerdì si sapranno i nomi dei dirigenti che, pur avendo una sede assegnata, dovranno dedicare part-time del tempo ad altri istituti. Un paradosso, poiché già da alcuni anni, pur avendone la possibilità, ci sono almeno 250 dirigenti ancora fuori regione che potrebbero colmare questi vuoti, ma che in vista dei prossimi dimensionamenti non sono stati fatti rientrare, per non ritrovarsi con più presidi rispetto alle 839 istituzioni scolastiche previste dal 2024/25 deciso con il decreto interministeriale. A meno di una settimana, quindi, il caos scuola è bello che servito. Tra queste scuole in bilico c’è anche la Vittorino da Feltre, il plesso del rione Villa a San Giovanni a Teduccio all’esterno del quale nel 2019 si consumò un delitto di camorra. Celebre la foto del cadavere dell’uomo con accanto lo zainetto dell’uomo ragno di uno dei piccoli studenti.

Qualche ora dopo sul posto arrivò il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Delle 124 scuole che andranno in reggenza dal prossimo anno scolastico troviamo ben 69 sedi Dimensionate cioè hanno un numero di alunni pari o superiore a 600, e 28 sono sedi Dimensionate L.B. che hanno un numero di alunni pari o superiore a 500 ma inferiore a 600, per un totale di 97 scuole, che teoricamente non dovrebbero rischiare un accorpamento e quindi tranquillamente assegnabili a buona parte dei dirigenti fuori regione. Sicuro, a essere a rischio sono 27 scuole sottodimensionate, ma, come dicevamo, sempre teoricamente poiché esistono condotte protettive per quelle che sorgono sulle isole e piccoli centri montani. Di queste 124 scuole, ben 40 sono a Napoli e provincia (9 solo nel capoluogo), 38 a Salerno e provincia, 24 ad Avellino e provincia, 13 a Benevento e provincia, e 9 a Caserta e provincia.

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A pagarne le spese sono le scuole del primo ciclo, cioè quelle con i bambini più piccoli, da 6 a 10 anni, che con le reggenze rischiano di essere meno tutelati e sostenuti nel difficile cammino verso le scuole del secondo ciclo che li formeranno a una professione o a una didattica universitaria. Viene da sé che la dispersione scolastica è più rischiosa in queste sedi, soprattutto se andiamo a guardare in dettaglio dove insistono le nove scuole di Napoli: Andrea Doria di Fuorigrotta, gli istituti comprensivi Vittorino da Feltre di San Giovanni a Teduccio, Alpi-Levi e Kennedy di Scampia, D’Aosta-Scura dei Quartieri Spagnoli, Bonghi al Rione Luzzatti di Poggioreale, Marino-Santa Rosa di Ponticelli. Due gli istituti superiori di secondo grado, Colosimo e Caselli, entrambi Sottodimensionati. 

Le scuole nei quartieri più complessi quindi non hanno ricevuto domande, fanno cioè paura. «Eppure, tra i vincitori concorso 2017 assunti dal 2019 a oggi e fuori regione, e quelli del 2011, tutti avrebbero coperto volentieri le scuole che non sono state invece dai nostri colleghi in Campania. Siamo molto motivati e molto preparati, questa decisione ci ferisce profondamente e ci siamo rassegnati a restare fuori ancora per due anni scolatici in vista dei prossimi dimensionamenti» spiega una dirigente di stanza nel Lazio. Si tratta di circa 250 persone, poiché in 57 del concorso 2017 hanno già deciso di non voler rientrare. «Non è concepibile che si lascino scuole in quartieri con alti tassi di dispersione scolastica ed episodi di criminalità giovanile. I colleghi in reggenza, con tutto l’impegno possibile, non potranno seguire le dinamiche interne con lo stesso zelo di chi ha una sede assegnata. Queste 124 scuole saranno senza una guida costante, precarie, che perderanno iscritti e diventare quindi sottodimensionate» continua una collega in Piemonte. C’è poi chi si vede scavalcare da almeno due anni. «È assurdo, sono tra i 7 dirigenti del concorso 2017 con sentenza di rientro per la 104, e sono stata scavalcata dai dirigenti bocciati al concorso 2011, poi sanato dal Consiglio di Stato, che quindi hanno priorità su regolari vincitori di un concorso nazionale. Il Mim però intanto che fa? Annuncia nuovi concorsi per dirigenti scolastici. In questo quadro, è impensabile un nuovo concorso regionale. Il rischio è che noi non rientreremo mai». 

Osservando le scuole in reggenza nelle singole province campane, poi, emerge un pericolo enorme per le piccole comunità. Delle 24 scuole dell’avellinese, 15 sono in comuni molto piccoli, che avranno quasi certamente un reggente distante chilometri. Nel Casertano, invece, pur essendo appena nove, soffrono le comunità di Mondragone (2 scuole) e dell’Alto Casertano, con una scuola a Sessa Aurunca e una a Roccamonfina. Nel Salernitano ne pagano lo scotto soprattutto le scuole cilentane e della costiera: Pollica, Casal Velino, Roccadaspide, Gioi, Sala Consilina, Sicignano degli Alburni, Caggiano, Omignano, Futani, Maiori, Amalfi, Ravello. Nel napoletano, infine, le scuole dell’isola maggiore: Ischia, Barano, Lacco Ameno, Casamicciola Terme. Ma anche comuni con disagio socio-economico ed episodi di criminalità giovanile come Ercolano e Torre Annunziata. 

Il fenomeno delle reggenze è lo stesso che Ministero dell’istruzione e del merito ha definito «incompatibile con una gestione efficace ed efficiente del sistema scolastico». Per il Mim «non si tratta di chiudere scuole ma di razionalizzare le istituzioni scolastiche. Sono 860 le reggenze, le eliminiamo e razionalizziamo, facendo sì che l’offerta sul territorio sia coerente, le risorse rimarranno a quelle scuole e l’offerta, dato il coinvolgimento delle Regioni, si modellerà a seconda delle esigenze dei singoli territori». Proposta respinta dalla Regione Campania che non appena saranno ufficializzati i numeri dei tagli e i nuovi parametri del dimensionamento, ricorreranno alla Corte Costituzionale, come più volte annunciato sia dal presidente Vincenzo De Luca che dall’assessore all’Istruzione Lucia Fortini.
 

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