Nel porto di Misenum era di stanza la flotta augustea Classis Misenensis, la maggiore dell’impero romano. Ad indicarne gli antichi fasti e la storia, è stata installata una dettagliata cartellonistica. I pannelli seguono il percorso turistico-culturale per la riscoperta dell’approdo, i cui resti giacciono in gran parte sui fondali della rada. La collocazione durante l’apertura della spiaggia di Miseno-Casevecchie, restituita alla libera fruizione dopo le recenti demolizioni.
«Nella nostra città non esisteva nulla che mostrasse dove il porto imperiale fosse ubicato.
Nello specchio d'acqua, l’ approdo misenate poteva contenere «fino a 250 imbarcazioni. Nel 27 avanti Cristo Misenum divenne la più importante base militare della flotta praetoria romana, a guardia del Mediterraneo occidentale – aggiunge il primo cittadino di Bacoli -. Il porto sfruttava un doppio bacino naturale, quello più interno di circa tre chilometri di circonferenza (Lago Miseno), dedicato ai cantieri e alla manutenzione navale, e quello più esterno, che era il porto vero e proprio». La cartellonistica installata lungo la passeggiata ne indica piale (il sistema di frangiflutti a protezione dell’ingresso dell’antico porto), banchina, ambienti funzionali all’approdo, ruderi della domus romana di Punta Pennata. In villa comunale, invece, in vista del Giro d' Italia è stata collocata una scultura in tufo raffigurante Eolo, realizzata negli anni Ottanta dal maestro Enrico Boné.
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