Atleta brasiliano picchiato a Napoli, quattro ragazzi a processo: «Ecco il branco di Fuorigrotta»

Atleta brasiliano picchiato a Napoli, quattro ragazzi a processo: «Ecco il branco di Fuorigrotta»
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 16 Marzo 2022, 23:55 - Ultimo agg. 18 Marzo, 08:10
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Quattro contro uno. Calci e pugni contro una sola persona, incapace di difendersi contro l’assalto improvviso del branco. È questo lo scenario che emerge dalle indagini a carico di quattro soggetti che sono stati rinviati a giudizio, con un’accusa tutt’altro che onorevole: avrebbero agito con violenza nei confronti di un ragazzo, provocandogli lesioni su diversi punti del corpo, facendolo cadere a terra, rimpiendolo di botte dopo averlo circondato. Una brutta pagina di cronaca che risale al 14 agosto del 2018, che vede coinvolti quattro elementi, che dovranno essere processati dinanzi alla settima sezione penale, a partire dall’udienza che avrà inizio il prossimo 5 dicembre.

Fuorigrotta, all’esterno di una nota paninoteca, siamo a pochi giorni dal Ferragosto, quando viene colpito Julio Caesar Carvalho Costa Junior, nato a Rio de Janerio nel 1997, residente a Napoli dove lavora e svolge attività sportive a livello agonistico. Stando a quanto emerso dal dispositivo firmato dal gup Anna Tirone, fu un’azione ingiustificata, completamente priva di un movente reale. Probabile che i quattro elementi fossero rimasti indispettiti dall’interesse mostrato dall’italo-brasiliano nei confronti di una ragazza che era presente all’esterno del locale, essendosi limitato a chiedere dove si fosse recata al gruppetto di amici. Violenza, lesioni, reati aggravati dai motivi abietti e futili, secondo quanto si legge nel provvedimento che dispone il rinvio a giudice a carico dei quattro. Dovranno sostenere un processo Sergio Salvati (classe 1996), Simone Salvati (classe 1999), Dario Salvati (classe 1998), Emanuele Salvati (1998), difesi dai penalisti Angelo Ferraro, Fabio Di Francesco, Aniello Quatrano. Brutta la ricostruzione dell’aggressione, alla luce della testimonianza resa dalla parte offesa e di un paio di testimoni, ma anche sulla scorta di alcune indagini messe in campo dal commissariato San Paolo.

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Una volta uscito dalla paninoteca, Junior sarebbe stato fermato e affrontato dai quattro. Prima uno spintone, poi qualcuno dalle spalle lo avrebbe colpito all’altezza della guancia. Poi ancora colpi, fino a quando il ventenne è rovinato al suolo, nel tentativo disperato di proteggersi dai calci e dai pugni che sarebbero stati sferrati dai quattro aggressori. Una versione che ora attende la versione degli imputati, in un processo che prenderà le mosse solo alla fine di questo anno. Fatto sta che dinanzi al giudice Pasqualina Paola Laviano, saranno depositate anche le cartelle mediche legate al ricovero del ragazzo all’ospedale San Paolo, che attestavano i segni della violenza condotta a suo danno: ferite al viso, al cranio, all’addome che costrinsero il ragazzo a rimanere in ospedale per diversi giorni. Difeso dal penalista Marco Campora, ora la parte offesa attende una risposta giudiziaria rispetto alla violenza subita. Spiega al Mattino l’avvocato Campora: «Si tratta di un ennesimo episodio di inaudita violenza che dimostra, ancora una volta, l’acutizzarsi dell’allarmante fenomeno della violenza giovanile, su cui attendiamo risposte processuali». 

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Inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, al centro delle indagini - al di là ovviamente della denuncia della parte offesa - anche il sistema catturatarghe che fornì alcuni riscontri a proposito della presenza dei quattro elementi finiti oggi a dibattimento».

Non si tratta dell’unico caso di violenza giovanile e di branco consumata nel quartiere della periferia occidentale di Napoli. Una zona spesso teatro di fiammate di violenza estemporanea, non solo negli anni precedenti alla pandemia, ma anche nei mesi che hanno scandito il tentativo dei napoletani di tornare alla normalità. Ma torniamo al processo a carico dei quattro di Fuorigrotta: decisivo diventa il racconto della violenza subita da parte del ragazzo, dinanzi al giudice. 

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