È iniziato male anche questo weekend a Napoli per ciò che riguarda la movida e l’ordine pubblico. Infatti, in via Aniello Falcone i residenti hanno dovuto assistere, impotenti, all’ennesimo raid vandalico. E anche stavolta i teppisti hanno preso di mira i contenitori dei rifiuti, rovesciandoli in strada e cospargendo la carreggiata di bottiglie e cartacce, rendendo pericolosa anche la viabilità. Una situazione che si protrae da molto tempo e che gli stessi residenti hanno più volte denunciato alle autorità competenti, rimanendo quasi sempre inascoltati.
A raccogliere l’ennesima segnalazione in quest’occasione, come in altre, sono stati il consigliere regionale, Francesco Emilio Borrelli, e quello della V Municipalità, Rino Nasti: «Via Aniello Falcone sempre più nel degrado nel weekend – scrivono l’esponente dei Verdi e quello del Sole che ride –. Nelle ultime notti alcuni vandali hanno dato sfogo alla loro inciviltà, rovesciando i cassonetti della spazzatura, facendo finire per terra cumuli di rifiuti che hanno reso la strada sporchissima. I cittadini ci hanno, infatti, segnalato cumuli di cartacce e di bottiglie di vetro. Abbiamo deciso di inviare una nota all’Asìa per chiedere il ripristino dei luoghi. Chiediamo alle autorità che questi balordi vengano individuati e puniti e, se i cassonetti sono danneggiati, ci auguriamo vengano condannati a pagare le spese».
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Poi i due ambientalisti proseguono, sostenendo che siamo di fronte a uno scenario di vera e propria guerriglia urbana: «Purtroppo, a causa di una movida selvaggia e incontrollata, via Aniello Falcone nel fine settimana si trasforma in un teatro di guerra – sostengono Borrelli e Nasti –. I residenti sono sotto scacco, impossibilitati anche a uscire. E nel post-movida si è costretti a fare la conta dei danni, ogni volta». E concludono: «Da anni denunciamo questa situazione, servono assolutamente presidi di polizia fissi nel weekend e pugno duro».
Ma anche ieri sera la richiesta dell’intervento delle autorità competenti non ha avuto riscontro: «Ho assistito al raid mentre accadeva – scrive Roberto su Facebook – e ho chiamato polizia e carabinieri, nessuno che mi abbia risposto».