Napoli, Policlinico Vanvitelli: il pronto soccorso pronto ma mai aperto

Locali ristrutturati, ma resta tutto fermo ma il rettore rassicura

L'area del pronto soccorso della Vanvitelli pronta da mesi ma ancora senza attrezzature né personale
L'area del pronto soccorso della Vanvitelli pronta da mesi ma ancora senza attrezzature né personale
di Ettore Mautone
Giovedì 11 Aprile 2024, 23:00 - Ultimo agg. 13 Aprile, 07:32
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Policlinico universitario dell’Ateneo Vanvitelli: il pronto soccorso è pronto da metà del 2022 nei locali ristrutturati a largo Santa Maria delle Grazie, nel cuore del centro storico di Napoli, ma resta per ora chiuso e il protocollo d’intesa con la Regione, da siglare per la disciplina delle attività assistenziali è ancora in corso di definizione e non ancora alla firma ma sottoposto a complesse quadrature del cerchio dai contorni incerti. Ufficialmente per apportare ultime limature ma probabilmente per riassorbire le residue sacche di resistenza di chi, nel mondo accademico, vorrebbe conservare un primato nel governo dell’assistenza da erogare nelle strutture sanitarie del centro storico e nel polo di Caserta.

Mentre il manager dell’azienda ospedaliero Universitaria Ferdinando Russo si tira fuori e punta il dito sulla maggiore complessità dell’articolazione della Scuola di Medicina di piazza Miraglia, divisa sui due poli di Napoli e Caserta, per spiegare la marcia più lenta impressa alla partita della definizione dell’intesa (che comunque spetta all’Ateneo firmare e condurre in porto con la Regione) il rettore Gianfranco Nicoletti, (medico e specialista in chirurgia plastica), dal canto suo non vuol sentire parlare di ritardi, rispetto alla Federico II, nella definizione dell’atto che serve a programmare le attività assistenziali della Scuola di Medicina legate alla didattica e ricerca.

Sarebbe, a suo dire, una questione di pochi giorni per la firma. 

Minuzie rispetto alle difficoltà da affrontare. Ci tiene infatti a sottolineare che la sintonia con la Regione è massima e che dopo l’ultimo incontro con il governatore Vincenzo De Luca, avvenuto prima di Pasqua, a breve si vedrà di nuovo con l’inquilino di palazzo Santa Lucia per definire alcune questioni di cui si è già discusso nei mesi scorsi. Chiarisce infine, Nicoletti, che la questione pronto soccorso, da realizzare in house, ossia tra le mura del policlinico di piazza Miraglia (ma ci sarà anche il polo di Caserta di cui tenere conto), non esiste come problema in sé. 

Primo perché le strutture del Dea (Dipartimento di emergenza che sarà di I livello, ossia di media complessità) sono già state realizzate con i fondi propri dell’Ateneo sin dalla metà del 2022. Poi perché questa funzione assistenziale, l’emergenza e urgenza appunto, viaggia da sola. Ovvero non è un elemento sostanziale del protocollo d’intesa Università-Regione bensì un’esigenza irrinunciabile per rispettare il dettato della legge che disciplina la formazione universitaria e post laurea delle Scuole di specializzazione. E dunque: «L’area di emergenza va realizzata a prescindere, anche se, per pura ipotesi - avverte - il protocollo con la Regione non fosse lo strumento di programmazione che invece è». Tra le righe si percepisce il rammarico di non aver trovato la quadra e una sintesi con l’altra Scuola di Medicina e la Federico II, per realizzare un pronto soccorso unico, allargato alle esigenze delle due strutture (che proprio in collina condividono alcuni padiglioni) così da abbattere i costi della programmazione e le esigenze di nuove assunzioni di personale esperto. 

Nei fatti il protocollo d’intesa dovrebbe essere firmato a breve ma nessuno sa dire se conterrà o meno l’indicazione a realizzare un pronto soccorso. Nell’ipotesi che tale indicazione mancasse sarebbe attivato ugualmente per evitare che 16 scuole di specializzazione siano dichiarate fuorilegge. 

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«Il mio più importante obiettivo - aggiunge il Magnifico della Vanvitelli - è del resto la realizzazione del policlinico di Caserta, un’opera che qualifica anche offerta assistenziale della Regione». Una cosa dunque è certa: un pronto soccorso anche di minore complessità è fondamentale, un obbligo di legge, per consentire l’esistenza delle 16 scuole di specializzazione visto che gli occhi dell’Osservatorio nazionale sono puntati sulla Campania. Ufficialmente non c’è nessun braccio di ferro tra Regione e Ateneo Vanvitelli ma il semaforo verde finale all’intesa non è ancora nero su bianco. 

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