Napoli, ecco gli angeli antisballo sulle strade della movida

In campo gli operatori dell'Hybrid, progetto del Dipartimento dipendenze Asl1

Gli operatori del progetto Hybrid
Gli operatori del progetto Hybrid
di Gennaro Di Biase
Domenica 2 Luglio 2023, 00:00 - Ultimo agg. 3 Luglio, 07:57
5 Minuti di Lettura

Il limite tra uso e abuso si fa sempre più sottile. È notte, siamo sui muretti a tre passi dal Liceo Umberto, in piazzetta Amendola, in mezzo a una folla di minorenni. Tra loro c’è Claudio (nome di fantasia): ha 17 anni e non riesce a gestire la canna che ha appena fumato. Si avvicina quindi al banchetto degli operatori sociali allestito nella zona: «Stasera sto male – sospira – ho la tachicardia». Un caso analogo capita a Stefano (altro nome di immaginazione), ma stavolta siamo a Mezzocannone, nel cuore del centro storico invaso dal binomio teen-ager e bar. Alcol e hashish, per lui, fanno più male, in certi casi, perché si mixano a un «disturbo dell’attenzione diagnosticato». Ancora: «Il 10% dei giovanissimi che incontriamo fa uso di psicofarmaci».

Queste e altre storie vengono raccontate dai ragazzi di Hybrid: si chiama così il team degli angeli custodi della movida, ai tempi in cui le serate dei giovanissimi sono tarate su modelli sociali che invitano all’eccesso, alla sfida del pericolo, alla socializzazione attraverso lo sballo. I 10 operatori di Hyibrid – il cui lavoro, in collaborazione con Gesco, fa capo al progetto Nuovi modelli di consumo di cui è responsabile Chiara Cicala del Dipartimento Dipendenze dell’Asl Napoli 1 Centro (diretto dallo psichiatra Rino Pastore) – sono in strada dal giovedì al sabato, dalle 18 alle 3. 

Mix di alcol e droghe, ecstasy, canne e psicofarmaci: usi e costumi ogni fascia d’età, dai 15 anni in su. Il teatro notturno partenopeo è fatto di migliaia di storie che si incrociano, ma che hanno quasi sempre in comune l’alterazione della percezione. C’è però anche tanto bisogno di essere ascoltati, tra i giovani. Lo sa bene, Alessandro Trivoluzzi, uno degli operatori: «Eravamo in postazione ai muretti di piazzetta Amendola – spiega – è una zona molto frequentata dai minorenni. Si avvicina un ragazzo di 17 anni, che aveva già parlato con noi altre volte. Poco dopo torna al banchetto, e ci dice: Ho fumato una canna come al solito, ma stasera sto male, ho la tachicardia. Quindi ho iniziato a passeggiare con lui per fargli raccontare cosa fosse successo di diverso dal solito. Parlando, mi ha detto: Oggi sono stanco, e ha poi aggiunto che i compagni lo stavano prendendo in giro perché non riusciva a gestire l’assunzione di sostanza quella sera. La paura di essere deriso aveva acuito il suo malessere. Abbiamo comprato una coca-cola e un po’ di cioccolata: gli zuccheri sono importanti. Lo abbiamo incontrato di nuovo, nelle ultime sere, e ci ha ringraziato: Ora valuto sempre come mi sento prima di fumare». «Su 10 ragazzi che ci parlano nella zona Mezzocannone, la metà è minorenne - aggiunge Michela Antonucci, anche lei operatrice Hybrid - Proprio qui, di recente, abbiamo incontrato un 17enne che consuma alcol e canne già da un po’.

Ci ha riferito che gli era stato diagnosticato un disturbo dell’attenzione. Dopo un lungo confronto, abbiamo dedotto che questo disturbo spiegava la sua frettolosità nell’assunzione delle sostanze e le difficoltà a gestirle». 

Dall’azione sul campo emergono anche dati generali sui consumi. «Alcol e psicofarmaci riguardano in particolare i giovanissimi, tra i 15 e i 19 anni – argomenta Pastore – I prodotti sintetici, invece, sono assunti tra 22 e 29enni: chetamina, extasy. O “cocaina rosa”, sempre più diffusa, che dà una spinta alla socialità e può comportare crisi psicomotorie. Gli over 30 fanno più uso di cocaina. Si tratta di dati orientativi, ovviamente, che abbiamo però riscontrato sul campo. Arrivano da noi persone di ogni ceto ed età: il servizio ha una struttura doppia, di cui Hybrid è l’unità mobile. Si ricevono persone anche in un appartamento anonimo del centro. Oggi l’emergenza riguarda i giovanissimi: molti di loro, durante il lockdown, hanno ricevuto prescrizioni di psicofarmaci, che si confondono oggi ad alcol e droghe: il 10% di chi si rivolge ai nostri banchetti ne fa uso. Gli operatori di Hyibrid hanno esperienza per agganciare i ragazzi. Le loro azioni prevalenti sono la sensibilizzazione a non assumere sostanze, ma anche l’aiuto a evitare rischi gravi in caso di assunzione. Abbiamo poi attività ludiche, come il quiz drug e agiamo all’esterno delle discoteche, in accordo con i proprietari dei locali. Hybrid cerca di coprire tutti gli aspetti che riguardano la triade giovani-movida-alcol». 

Video

In accordo con le municipalità 1 e 2, da novembre a maggio Hybrid ha svolto 75 uscite nei luoghi della movida (Quartieri, centro, Coroglio, Vomero, Chiaia). Ogni settimana circa 1000 giovani possono usufruire del servizio, e 1 su 10 si rivolge agli operatori. Sono 1650 le persone hanno dialogato al banchetto negli ultimi 6 mesi (più di 2mila, considerando i contatti ripetuti). 24 di loro hanno ricevuto un counseling più approfondito. «La criticità maggiore tra gli under 19 è l’abuso di alcol e psicofarmaci in modalità non terapeuetica - dice Chiara Cicala - In diversi casi sono mixati: la combinazione di alcol e psicofarmaci produce effetti inattesi e pericolosi. I punti di forza del nostro servizio sta nella capacità di raggiungere i giovanissimi nei loro contesti di aggregazione: utilizziamo uno stile informale per ragionare con loro». «Incrociamo storie simili tra loro - conclude Antonucci - Visto il nostro approccio non giudicante, i giovani si sentono sereni a parlarci. Molti ignorano i rischi portati dal passaggio da una gradazione alcolica all’altra. Avere a che fare con i ragazzi, oggi, significa fronteggiare una forte fragilità psicologica. I modelli sociali sono sbagliati: le strade offrono bar a tappeto». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA