Coronavirus in Campania, aprono ristoranti e pasticcerie per l'asporto ma è già polemica: «Con questi orari impossibile lavorare»

Coronavirus in Campania, aprono ristoranti e pasticcerie per l'asporto ma è già polemica: «Con questi orari impossibile lavorare»
di Antonio Folle
Mercoledì 22 Aprile 2020, 19:57 - Ultimo agg. 23 Aprile, 07:03
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L'ordinanza del presidente della Regione Vincenzo De Luca che riapre - per il momento solo per le consegne d'asporto - ristoranti, pizzerie, bar e pasticcerie è stata pubblicata ufficialmente poche ore fa ma ha già scatenato aspre polemiche tra gli addetti ai lavori. Secondo quanto siglato dal numero uno di palazzo Santa Lucia, infatti, le attività potranno riaprire seguendo rigidi orari di apertura e chiusura. Dalle 7.00 alle 14.00 le pasticcerie e i bar e dalle 16.00 alle 22.00 tutti gli altri. Immediata la reazione dei commercianti che non hanno mancato di sottolineare come questa apertura "a scaglioni" penalizzi una enorme platea di attività che, prima dell'emergenza Coronavirus, lavoravano con l'asporto a ora di pranzo. 

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E' il caso della trattoria Donnarosa, "giovane" tavola calda del Centro Direzionale gestita da un gruppo di ragazzi napoletani dai 19 ai 37 anni. Con la riapertura a scaglioni la trattoria Donnarosa rischia di chiudere definitivamente i battenti. Angela Margherita de Gisi, giovane titolare dell'attività commerciale che, ironia della sorte, si trova proprio di fronte al palazzo che ospita la Giunta Regionale, ha inviato un accorato appello al presidente De Luca, chiedendo una revisione delle fasce d'orario. «La nostra quarantena è iniziata l'otto marzo - scrive - come da ordinanza regionale. Abbiamo mandato i nostri ragazzi in cassa integrazione con la certezza di fargli percepire lo stipendio, purtroppo non garantito a noi dall'Inps. Abbiamo rimandato i pagamenti dei fornitori indebitandoci con tutto e tutti, abbiamo cercato di poter chiedere finanziamenti bancari ma purtroppo non rientriamo nelle caratteristiche richieste dalle banche. Cerchiamo quanto è più possibile di tirare avanti da soli fino a quando c'è la forza. Come tutte le attività del Centro Direzionale - continua - il nostro lavoro si svolge di mattina, dalle 7.00 alle 14.00 e non dalle 16.00 alle 22.00, come prescrive l'ordinanza. Chiediamo - l'appello della giovane ristoratrice - di farci entrare nella fascia d'orario che è stata assegnata ai bar e alle pasticcerie, per far si che piano piano, e con le giuste misure di sicurezza, possiamo riprendere il nostro amato lavoro».
 


Tante le attività che in queste ore stanno annunciando che non riapriranno i battenti. La prima defezione eccellente è quella della pasticceria Poppella. «Con questi orari è meglio non aprire - ha commentato Ciro Poppella - stare aperti dalle 7.00 alle 14.00 per fare consegne a domicilio non conviene a noi pasticcieri, anche perchè non avremmo la forza di gestire tutti i nostri dipendenti. Ce ne vorrebbero molti di meno, e gli altri cosa farebbero? Per i pizzaioli - prosegue il pasticciere - è diverso perchè hanno tutta la giornata a disposizione rispetto a noi. Se volessimo sfruttare i delivery dovremmo dare a loro il 30% dei guadagni, non rientrando così nemmeno delle spese di gestione. Sarebbe opportuno - propone Poppella - far entrare due persone alla volta in pasticceria per comprare i nostri prodotti. Lavorare adesso o tra un mese è la stessa cosa».

La necessità di un confronto per permettere a tutti di ripartire è emersa anche da una riunione d'emergenza che si è tenuta oggi pomeriggio al Comune di Napoli e che ha viste coinvolte le Associazioni di Categoria del Commercio e l'assessorato al Commercio e alle Attività Produttive del Comune di Napoli Rosaria Galiero. «Le categorie sollecitano un sano confronto - ha affermato l'assessore Galiero - che dirima alcuni aspetti dell'ordinanza. Sperare la differenziazione degli orari di apertura tra le tipologie di attività, consentire l'esercizio dell'attività nell'intero arco della giornata al fine di rendere sostenibili i costi e prevedere tutte le misure di igiene e sicurezza sanitaria alla stregua di quelle già operate per le attività che hanno svolto fino ad oggi l'esercizio e che non hanno chiuso. Abbiamo ancora la possibilità di recuperare le criticità evidenziate - ha concluso Rosaria Galiero - privilegiando l'ascolto diretto di chi vive il territorio per consentire, nel rispetto delle norme di sicurezza igienico-sanitaria, che le attività possano ripartire».


Riapertura ma non mancano i mugugni anche tra i pizzaioli. «Questa ordinanza sembra arrivare per darci un contentino - ha dichiarato Errico Porzio, storico pizzaiolo napoletano - più che per risolvere il problema definitivamente. Noi da lunedì riapriremo ma ci sono tante pizzerie che hanno già deciso di non aprire per l'orario troppo ridotto. Io ho 26 dipendenti e sono costretto a farli lavorare part-time perchè altrimenti sarebbe impossibile sostenere i costi di gestione. Avremmo preferito - continua - una riapertura per tutta la giornata, per darci modo di poter gestire un volume di lavoro più ampio. Sono convinto che una riapertura per l'intera giornata delle pizzerie e dei ristoranti possa contribuire anche a snellire le lunghissime file che ancora oggi vediamo fuori ai supermercati e ci auguriamo che la Regione recepisca i tanti appelli che stanno arrivando in queste ore in tal senso».
 

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